Letture: Esodo 16,2-4.12-15 / Salmo 77 / Efesini 4,17.20-24
Donaci, Signore, il pane del cielo.
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,24-35)
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 31 | ||
Domenica 01 | 10.30
18.30 |
+ Maria e Giuseppe Cecchini
+ Alberti Dante, Irma e Vilma + Losanna e Antonio Dalmonte + Rivalta Ornella |
Lunedì 02 | ||
Martedì 03 | 8.00 | + Capucci Giuseppa e Foschini Iref |
Mercoledì 04 | 18.30 | + Ruffini Armanda e Dovadola Ivano |
Giovedì 05 | 18.30 | + secondo le intenzioni di M. Teresa e Monica
+ Pilani Enzo |
Venerdì 06 | 8.00 | + Penazzi Natale |
Sabato 07 | 18.30 | + Lo Re Giuseppe e Di Pasquale Benny |
Domenica 08 |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 17.15 – 18.15 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.50 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia riprende nel prossimo ottobre
Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.
Anno : B
Agosto 2021 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 01
XVIII del T.O. |
Ore 12.00 Inizio pratica del “Perdono d’Assisi”
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) |
Lunedì 02 | “Perdono d’Assisi” per tutta la giornata |
Mercoledì 04
S. Giovanni M. Vianney |
S. Messa ad orario feriale |
Venerdì 06
Trasfigurazione del Signore |
Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti
S. Messa ad orario feriale Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario |
Domenica 08
XIX del T.O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) |
IMPORTANTE: Mercoledì 11 agosto alle ore 21.00 siamo invitati come ogni anno a partecipare alla S. Messa al Santuario della B.V. del Molino di Lugo nella Novena in preparazione alla Solennità dell’Assunzione.
PER RICEVERE L’INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI
(per sé o per i defunti)
Tale indulgenza è lucrabile, per sé o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno in quel santo luogo e, per una volta sola, da mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente, visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale.
Le condizioni per acquistare il Perdono sono quelle prescritte per tutte le indulgenze plenarie:
- Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni preced. o seg.)
- Partecipazione alla Messa e Comunione Eucaristica;
- Visita alla chiesa della Porziuncola (o un’altra chiesa francescana o chiesa
parrocchiale), per recitare alcune preghiere;
In particolare:
Il CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;
Il PADRE NOSTRO,per riaffermare la propria dignità di figli di Dio,ricevuta nel Battesimo;
UNA PREGHIERA SECONDO LE INTENZIONI DEL PAPA (ad esempio Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
Fu canonizzata il 7 ottobre 1391. Un data mariana anch’essa, come si può vedere. Nella Bolla di canonizzazione si affermava che la santa “per grazia dello Spirito Santo meritò di vedere visioni, di udire rivelazioni e di predire molte cose con spirito profetico”, riconoscendo quindi alla mistica svedese il carisma della profezia, raramente affibbiato a una donna nella storia della Chiesa.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Mt 14,13-21 | Mt 14,22-36 | Mt 15,21-28 | Mt 16,13-23 | Mc 9,2-10 | Mt 17,14-20 |
Vivere il Mistero- I temi di questa 18a domenica per annum sono sostanzialmente tre: la fede in Dio e nel suo inviato, Gesù Cristo; il pane del cielo (manna ed Eucaristia, nella rilettura giovannea) e la ricerca di Gesù da parte della folla. Partiamo dall’ultimo, quello della ricerca. Il verbo «cercare» ricorre 34 volte nel IV Vangelo. I soggetti di questa ricerca sono vari: il Padre (cf Gv 4,23), Gesù (cf Gv 5,30), i discepoli (cf Gv 1,38), la folla (cf Gv 6,24) e i Giudei (cf Gv 5,18). Da questo campionario possiamo notare che c’è ricerca e ricerca, C’è la folla che cerca il pane; c’è chi cerca Gesù per stare con lui (i discepoli), c’è chi cerca il rabbi di Nazareth per ucciderlo (i giudei). Può sorprendere, ma Dio stesso cerca, e cerca tramite Gesù, l’uomo; l’uomo smarrito e alienato nel peccato, l’uomo affamato di vita. Nei Discorsi di addio, Gesù dirà che Dio non cerca [‘uomo solo attraverso di lui, ma anche attraverso coloro che egli invierà nel mondo (cf Gv 13,20). Ma veniamo alla folla, che nel brano proposto in questa domenica ha un ruolo importante. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si è ritirato solitario su un’alta montagna, poi è disceso nel mare in burrasca e ha salvato i discepoli dal naufragio. Passa così all’altra riva. La folla, non trovandolo più, si dirige allora a Cafarnao sulle sue tracce. Quando lo trovano, subito lo interrogano sul motivo della sua dipartita. Gesù non risponde, ma attira l’attenzione dei suoi interlocutori sulle vere motivazioni della loro ricerca. Cosa ha spinto quell’enorme massa di persone a cercarlo? Dalle parole del Maestro emerge sempre più un contrasto tra ciò che la folla cerca (ieri come oggi) e ciò che egli si propone di dare. La gente cerca pane da mangiare, Gesù invece, senza eludere questa richiesta, orienta verso un cibo che non perisce e che viene da Dio. Insomma, per vivere non basta un cibo che alimenti il corpo (pur necessario); ci vuole anche un cibo che alimenti lo spirito. Se la folla si richiama poi alla manna (rivelando che la sua ricerca è volta al passato), Gesù apre sull’oggi, su quell’oggi salvifico che egli ha inaugurato e compiuto con la sua presenza. La manna era solo una prefigurazione. Con Gesù è giunta la realtà: egli è il pane vivo e vero disceso dal cielo. Il pane della vita. Con la moltiplicazione dei pani, Gesù ha offerto un segno rivelatore della sua identità messianica. Ma come tutti i segni da lui operati anche questo richiede un discernimento per poter essere compreso nella sua portata teologica e salvifica. La folla non capisce e chiede un segno, a sua volta, per credere. La risposta di Gesù è precisa e puntuale: egli rimanda al Padre, da cui tutto scaturisce come dono. Nel pane offerto da Dio viene significato il dono del Figlio all’umanità. È Gesù il vero pane di Dio, la risposta del cielo alla fame del mondo. Ma questo segno sconcerta e manda in crisi. Gesù era conosciuto da tutti come il figlio di Giuseppe, proveniente da Nazareth (cf Gv 1,45; 6,42). Siamo posti, ancora una volta, davanti allo scandalo dell’Incarnazione, che provoca reazioni differenti: dalla mormorazione (v 41) all’incredulità (v 36). Gesù fa un confronto tra la manna del deserto e il nuovo pane di Dio. Sia la manna sia il nuovo pane sono la risposta divina alla domanda dell’uomo; solo che il pane del deserto, la manna, non dava pienezza di vita, dava solo un alimento terreno (difatti, i padri sono morti), mentre la nuova manna conferisce una vita qualitativamente superiore. Gesù, pane di Dio, è la forma più alta di alimento per l’uomo. Lui è la fonte di ogni energia, la luce, la conoscenza, la pace, la vita e la salute per ogni uomo. Ma c’è una condizione per vivere il dono di Gesù come pane vivo e vero: la fede. Essa è una risposta all’opera di Dio (v 29) realizzata da Gesù (v 35). In Gv 6 emerge l’attività incessante del Padre: egli consegna tutto al Figlio (v 37); attrae gli uomini a Cristo (v 44), parla e insegna (v 45), concede di andare a Gesù (v 65). Egli desidera che gli uomini accolgano il Figlio (cf Gv 3,16), perché in lui si inaugura la nuova creazione. Solo in Gesù, infatti, si diviene figli (cf Gv 1,12). Questo è il progetto di Dio che Gesù ha assunto nella sua Incarnazione e compiuto nella sua Pasqua. A partire da questo, Gesù fa il suo invito: «lo sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (Gv 6,35). Fame e sete sono due immagini del desiderio, del bisogno imprescindibile e inalienabile del cuore umano. L’uomo anela a una pienezza di vita che non trova nelle cose che lo circondano ma solo in Dio, sua nativa sorgente. Mentre il primo verbo, quello relativo alla fame, non ritorna più in Giovanni, il secondo, quello della sete, diviene in seguito un invito pressante a bere l’acqua dello Spirito (cf Gv 7,37ss); un’acqua che scaturirà dal costato del crocifisso. Ma perché questo si realizzi bisogna andare, da Gesù ovvero aderire a lui, credere alla sua parola.