Letture: Atti degli Apostoli 1,1-11 / Salmo 46 / Ebrei 9,24-28;10,19-23
Ascende il Signore tra canti di gioia.
Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 31 |
18.30 |
+ Calderoni Paola |
Domenica 01 |
10.30 |
+ Natale Ingegneri |
Lunedì 02 |
18.30 |
+ Fiorella Giuseppe |
Martedì 03 |
8.00 |
Per Cristina e Gianni (viventi) |
Mercoledì 04 |
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Giovedì 05 |
18.30 |
+ Lugi Rizzi (detto Carlo) |
Venerdì 06 |
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Sabato 07 |
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Domenica 08 |
10.30 18.30 |
+ Ornella Rivalta Marconi + Ghiselli Giovanna e Dante(Avanti) e Martini Elena Secondo le intenzioni di M. Teresa Dovadola |
Orario Confessioni Venerdì ore 10.00 – 11.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni [escluso venerdì] ore 17.50 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
Anno : C Giugno 2025 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 01 Ascensione del Signore |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo) Ore 18.00 (S. Cassiano) : S. Messa solenne a conclusione della settimana delle Rogazioni e a seguire processione con l’immagine della B.V. del Piratello fino alla Piazza Matteotti con Atto di affidamento e Benedizione alla città e alla diocesi. |
Lunedì 02 |
S. Messa ad orario feriale |
Martedì 03 |
Ore 20.45 (canonica) : Incontro catechisti |
Mercoledì 04 |
Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Venerdì 06 |
Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica. Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario del mese di maggio. |
Domenica 08 Pentecoste |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo) |
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.
2-Da lunedì 9 giugno inizia all’oratorio l’estate ragazzi che si prolunga per 5 settimane, come preannunciato.
3- Inizia all’oratorio da lunedì 3 giugno la preparazione dei tortellini per la prossima Festa della Ripresa secondo il programma predefinito:
Lunedì, Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22.30.
Alla scuola di Gesù : |
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Lunedì |
Martedì |
Mercoledì |
Giovedì |
Venerdì |
Sabato |
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Gv 16,29-33 |
Gv 17,1-11a |
Gv 17,11b-19 |
Gv 17,20-26 |
Gv 21,15-19 |
Gv 21,20-25 |
Vivere il mistero – Il fatto che l’evangelista Luca ci faccia contemplare il Cristo risorto che nel momento del suo ritorno al Padre «li benediceva» (Lc24,51) ci aiuta a vivere questa festa come la conclusione di una tappa di rivelazione che apre a un tempo altrettanto importante e significativo. Come avviene sempre alla fine della celebrazione eucaristica, la benedizione finale è non solo un commiato, ma è pure l’invio in missione per essere «testimoni» (24,48) di ciò che il Signore ci ha concesso di sperimentare personalmente, che diventa un dono per tutti. Il frutto dell’ascensione è una sorta di ritorno «a Gerusalemme con grande gioia» e una ripresa della frequentazione abituale del «tempio» (24,52-53) eppure, se tutto è come prima più nulla potrà essere come prima. Troviamo tuttavia una contraddizione tra i due racconti lucani del mistero che celebriamo quest’oggi. Nella prima lettura i discepoli sembrano disorientati e un po’ imbambolati, mentre nel Vangelo vediamo che essi assumono in modo deciso e naturale la sfida della missione. Attraverso questo espediente letterario messo in atto da Luca possiamo scoprire che il-legame che unisce Gesù ai suoi discepoli non è una semplice amicizia, o una seduzione passeggera, ma una generazione alla missione che nasce dall’assunzione matura di una missione a favore degli altri. Il Risorto fa ancora una volta memoria della sua Pasqua ricordando il fine del suo dono: «Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme» (Lc 24,7). Questo dinamismo di pienezza pasquale fa entrare i discepoli nel ritmo di un nuovo modo di relazione contrassegnata da un processo mai completamente compiuto di missione testimoniale. Si può ben dire che l’Ascensione non è tanto il mistero della partenza di Gesù, ma la rivelazione del cammino che si apre davanti a noi e che ci da «piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne» (Eb 10,19-20). Ora il santuario siamo noi e il tempio in cui adorare e servire il Signore sono i nostri fratelli e sorelle in umanità nella concretezza dei loro vissuti. L’Ascensione non è né un abbandono né una dimissione ma è il compimento pieno dell’incarnazione come possibilità e sfida a rendere la relazione ancora più profonda, più duratura, meno sensibile e più vissuta. Gli uomini-angeli ricordano che il Cristo è stato assunto «di tra voi», in una parola «di tra noi». La domanda si fa esigentissima: lo stare tra noi del Signore che cosa ha cambiato in noi e tra di noi? Ogni giorno si tratta di fare della vita un’ascensione di senso tanto che l’ordinarietà della vita divenga un autentico santuario di rivelazione non nella separazione ma in una solidarietà essenziale. A noi quindi è ora richiesto di rivivere, nella nostra vita, l’esperienza degli apostoli amando di dimorare nel tempio interiore del nostro cuore per potervi ricevere il dono della vita nuova: di una vita risorta. Al cuore della nostra fede condivisa vi è una certezza che nasce da una promessa: «Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo sfesso modo in cui l’avete visto andare in cielo» (At 1 ,11). La gioia dell’Ascensione è una gioia che libera il cuore perché non lo incatena nemmeno a un’esperienza compiuta di Dio, ma lo spinge verso quell’oltre di cui è rimando il simbolo del «cielo». Non ci è chiesto di distaccarci o disinteressarci della vita quotidiana, ci è semplicemente dato di essere profondamente coinvolti e, allo stesso tempo profondamente liberi, perché chiaramente orientati così da essere tanto coinvolti quanto assolutamente distaccati da ogni paura di fallire o di soffrire. A noi è chiesto di essere testimoni della potenza della misericordia e del perdono che abbiamo appreso dalle parole e dai gesti del Maestro e di cui ora, in attesa del suo mite e festoso ritorno, siamo chiamati ad essere testimoni possibilmente credibili, ma soprattutto interessanti per quella gioia sottile e contagiosa che dovrebbe segnare e contraddistinguere il nostro tratto, tanto da riconoscervi uno sprazzo di cielo. Il Signore ritorna nel seno del Padre dopo aver rivelato nel mistero della sua incarnazione, pienamente manifestatosi nel mistero pasquale, quale amore il Padre ha per il mondo di cui noi siamo parte. Il Verbo torna in cielo con il nostro corpo preparando così un posto, uno spazio, una possibilità di «essere» – per la nostra umanità – al cuore stesso della vita divina. (p. Michael Davide Semeraro)
Spazi per la liturgia- Dentro il Mistero [continuazione] (di Jesus Castellano Rivera)
A questa indicazione semplice dell’Introduzione si aggiungono, nel momento della descrizione dei riti, una serie di proposte: l’accompagnamento della comunità, la partecipazione dei neofiti nelle Messe dell’ottava di Pasqua e del tempo pasquale, una particolare celebrazione di chiusura di questo tempo propizio della vita nuova dei neofiti, la memoria annuale del loro Battesimo, l’incontro frequente con il Vescovo. Tale descrizione della mistagogia è forse la forma più ampia di far riferimento all’esperienza e al cammino della vita spirituale dei cristiani a partire dai sacramenti dell’iniziazione. In questo senso si può affermare che tutta la vita è un vero e proprio cammino di mistagogia. In un’Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica riguardante la formazione liturgica nei Seminari si accenna alla «formazione mistagogica», giacché si tratta di una iniziazione alla santa liturgia mediante le stesse celebrazioni. In tal senso la mistagogia è la stessa celebrazione liturgica, pienamente compresa e vissuta. Il termine ha avuto una particolare risonanza nel documento del Sinodo straordinario del 1985, come chiave del doveroso e qualitativo approfondimento della partecipazione liturgica del popolo di Dio nel presente e nell’avvenire. Si afferma infatti: «È evidente che la liturgia deve favorire e far risplendere il senso del sacro… Deve essere permeata dello spirito della riverenza, dell’adorazione e della gloria di Dio… Le catechesi, come già accadeva all’inizio della Chiesa, devono tornare ad essere un cammino che introduca alla vita liturgica (catechesi mistagogica).» (2– continua)