Programma dal 7 al 15 maggio 2022

Letture: Atti 13,14.43-52 / Salmo 99 / Apocalisse 7,9.14b-17

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Dal Vangelo secondo Giovanni (10,27-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore

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VITA ECCLESIALE

Sabato 07 18.30
  • + Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa e deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi e Capucci Armando

+ Alide

Domenica 08 10.30 + Alma, Alfonso, Maria e don Orfeo

+ Balestri Franco

Lunedì 09 18.30 + Giuseppe
Martedì 10 8.00 + Anna e Angelo Zaganelli
Mercoledì 11
Giovedì 12
Venerdì 13 8.00 Secondo le intenzioni di Maria Teresa e per i vivi e i defunti della famiglia Dovadola Ivano e Ruffini e parenti

Per le famiglie Asioli e Tronconi (viventi)

Sabato 14
Domenica 15 10.30

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escluso il venerdì) ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Anno : C

Maggio 2022

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 08

IV di Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 14.45 (oratorio) : Corteo dei comunicandi dall’oratorio alla Chiesa di S. Paolo.

Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa di Prima Comunione dei bambini del III anno di catechismo.

Ore 17.55 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Lunedì 09 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Martedì 10 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Mercoledì 11 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Ore 21.00 (S. Paolo) : Prove del “Coro S. Paolo”

Giovedì 12 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Venerdì 13

B. V. M. di Fatima

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.30 (S. Paolo) : Seconda processione con l’immagine della Beata Vergine della Consolazione per le strade del quartiere Fruges.

Sabato 14

S. Mattia Ap.

Ore 17.55 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Domenica 15

V di Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 17.55 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.

La processione nel quartiere Fruges

Via Mameli, via IV novembre, via Ricci, via Argine S. Paolo, via XI maggio, via S.Giacomo, v. le Martiri della Libertà, via Baffé e Foletti, p.le Falcone, (sosta), poi via Baffè e Foletti, v.le Martiri della Libertà, via Tiglio, via S.Giacomo, via Mameli.

Martiri della Libertà, via Tiglio, via S.Giacomo, via Mameli.Martiri della Libertà, via Tiglio, via S.Giacomo, via Mameli.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 10,1-10 Gv 10,22-30 Gv 12,44-50 Gv 13,16-20 Gv 14,1-6 Gv 15,9-17

Vivere il Mistero- Il Vangelo presenta l’intimità tra il pastore (Gesù risorto) e le pecore come il luogo in cui finalmente si realizza e giunge a compimento la pastoralità del Padre profetizzata in tutte le Scritture ebraiche. Si presenta molto condensato e si compone di quattro frasi essenziali che, successivamente, trattano della situazione del discepolo, dell’azione di Cristo e del ruolo del Padre, per giungere a culminare nell’affermazione; «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30). I credenti sono caratterizzati da tre tratti essenziali: ascoltano Gesù, sono da lui conosciuti, lo seguono. La relazione è ciò che tutto raccoglie e domina. Di contro, il Maestro dona ai suoi discepoli la vita eterna, impedisce la loro perdizione e non permette che nessuno riesca a strapparli dalla sua mano, dal suo affetto e dal suo forte sostegno. L’elemento che, a sorpresa, nella terza frase, arricchisce il quadro finora tracciato, è che il rapporto fra il Maestro e il discepolo ha in Dio il suo fondamento ultimo. La concreta relazione tra i discepoli e Gesù deriva direttamente dal dono che, di queste persone, il Padre ha fatto al Figlio. Il rapporto tra il cristiano e Gesù non può essere messo in crisi da nulla perché corrisponde al piano di Colui che «è più grande di tutti» (v 29). In conseguenza non è neanche ipotizzabile che i discepoli siano strappati dalla mano di Gesù. La conclusione «Io e il Padre siamo una cosa sola» (v.30) mostra che la profondità del rapporto tra il Padre e il Figlio si manifesta come unità nel fatto che le pecore sono proprietà comune a entrambi. I discepoli di Gesù sono accolti nella comunione del Padre e del Figlio e vivono in essa. La comunione dei discepoli con il Maestro è chiamata a manifestare e ad annunciare il realismo della comunione divina. La capacità, che i discepoli hanno di «essere cristiani» è la vera apologia della fede trinitaria, che Gesù – manifestandosi – ha portato nel mondo. Il racconto preso dagli Atti degli Apostoli presenta una svolta cruciale della missione in Anatolia e della sua evangelizzazione. Partendo dall’esperienza fatta nelle sinagoghe della diaspora, in cui tanti proseliti dei Giudei si stanno convertendo, ci si orienta ormai anche a dirigersi immediatamente alle genti e ai pagani. Ad Antiochia di Pisidia si realizza la straordinaria evangelizzazione che non può essere bloccata da nessuna gelosia. Frasi come «La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione» (At 13,49) o «I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo» (v. 53) sono ritornelli che mostrano come i veri credenti non possono essere strappati dalla mano del Signore. Non ci sono forze capaci di rompere una comunione che è già diventata reale. Che poi l’azione d’annuncio del Vangelo riesca perché dietro c’è l’attrazione del Padre in relazione con il Figlio risulta evidente dal bilancio del narratore, quando afferma: «Tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero» (v. 48). Le strategie e le fatiche di Barnaba e Saulo sono importanti perché s’innervano sul disegno, anzi sull’elezione che Dio ha deciso anche oltre i confini d’Israele. È proprio la consapevolezza di essere i collaboratori di Dio che permette ai discepoli di essere «pieni di gioia e di Spirito Santo» (v. 52) mentre scuotono la polvere delle città dove hanno sperimentato l’insuccesso e la sconfitta. La visione dell’Apocalisse presenta «una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» (Ap 7,9) rapita nell’adorazione del trono di Dio e dell’Agnello. Questa folla può esistere e stare davanti all’altare perché l’Agnello si è fatto loro pastore e li ha guidati alle fonti delle acque della vita. Non è stato un passaggio pacifico e indolore: queste nazioni, infatti, arrivano dalla grande tribolazione e, quindi, sono passate per la sofferenza. Colui che siede sul trono, però, non ha permesso che siano strappate dalla mano del loro pastore. Al termine del cammino, quando ormai sono giunte a prestare servizio giorno e notte nel tempio del cielo, Colui che siede sul trono stende con premura la sua tenda sopra di loro. Sarà allora il tempo del compimento non solo di tutte le speranze dell’uomo, ma anche di tutte le promesse attestate nelle Scritture: «Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi». In questa quarta domenica di Pasqua è offerto alla Chiesa di meditare sulla risurrezione come il luogo in cui l’Agnello immolato diventa pastore e realizza la responsabilità di Dio verso l’uomo. Il nostro cuore è chiamato a passare dalla comprensione della stupenda comunione in cui ciascuno di noi è inserito (Vangelo), alla dilatazione più spregiudicata dell’orizzonte universale della Chiesa in cui ci muoviamo (prima lettura), fino alla prospettiva di un’intimità escatologica con Dio, che realizza il meglio dei desideri e di tutte le sofferenze degli uomini (seconda lettura). (don Ermenegildo Manicardi)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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