Programma dal 14 al 22 maggio 2022

Letture: Atti 14,21b-27 / Salmo 144 / Apocalisse 21,1-5a

Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-33a.34-35)

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 14
Domenica 15
Lunedì 16
Martedì 17 8.00 Secondo le intenzioni di Maria Teresa e per la def. Dovadola Monica
Mercoledì 18 18.30 + Sangiorgi G. Battista
Giovedì 19 18.30 + Zini Emanuela (trigesima)
Venerdì 20 8.00 + Ines

+ Senzani Pellegrina

+ Bendini Natalina

Sabato 21 18.30 + Attilio e Liliana, Vittorina e Giacomo

+ Antonio

Domenica 22 10.30 + Castelli Adriano

+ Franco, Maria, Demo e Luigi

Secondo le intenzioni di Maria Teresa

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escluso il venerdì) ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : C

Maggio 2022

Domenica 15

V di Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa di Seconda Comunione

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Lunedì 16 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Martedì 17 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Mercoledì 18 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Ore 21.00 (S. Paolo) : Prove del “Coro S. Paolo”

Giovedì 19 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Venerdì 20 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.30 (S. Paolo) : Terza processione con l’immagine della Beata Vergine della Consolazione per le strade del quartiere Meletolo.

Sabato 21 Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Domenica 22

VI di Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Ore 20.45 (Croce Coperta) : Processione di ingresso della B.V. del Piratello fino a S. Cassiano.

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.

La processione nel quartiere Meletolo

Partenza dalla chiesa di S. Paolo, via dei Lombardi, via Bassi, via Saffi, v.le Quadri, v.le Baravelli, v.le della Resistenza, via Vicini, p.za Pascoli (dove si farà una breve sosta); poi v.le Baravelli, v.le Carducci, v.le Dante Alighieri, v.le della Resistenza, via Pisacane, via Torchi, via Bassi, (breve sosta all’Oratorio), via Saffi, corso V. Veneto fino alla Chiesa di S. Paolo.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 14,21-26 Gv 14,27-31a Gv 15,1-8 Gv 15,9-11 Gv 15,12-17 Gv 15,18-21

Vivere il Mistero- La collocazione del brano evangelico, non in un punto qualunque («in quel tempo») ma nel momento in cui Giuda esce dal cenacolo per realizzare la consegna del Maestro per la strada del tradimento, crea volutamente una tensione grande con le parole di Gesù sulla gloria del Figlio dell’uomo. A fronte della cupezza delle azioni umane, anzi proprio da dentro di esse, si compie il mistero della gloria dell’amore che coinvolge l’intimità delle persone divine. Nell’imminente passione, morte e risurrezione, il Figlio dell’uomo sarà glorificato dalla grandezza dell’amore fino alla fine. Al tempo stesso anche Dio sarà glorificato nel Figlio dell’uomo, perché Dio stesso gli ha aperto questa strada d’amore. L’more obbediente nella morte è la gloria di Gesù, ma è anche il passaggio che rende gloria a Dio, che lo ha inviato. A questa constatazione di partenza, Gesù aggiunge una conseguenza evidente. Alla glorificazione che Gesù fa di Dio, questi risponderà con un’azione corrispondente: «Anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito» (Gv 13,32). Non si tratta di annunciare un’accelerazione temporale, ma di manifestare una corrispondenza. Alla gloria della morte per amore, da parte di Gesù, si offre per contrappeso, da parte di Dio, la gloria della risurrezione. Sullo sfondo della circolarità della gloria dell’amore, che è del tutto interna alla Trinità santa, si passa immediatamente alla situazione di Gesù e dei discepoli, sulla terra. Attraverso il comandamento nuovo – soprattutto per mezzo della reciprocità dell’amore – d’ora in poi la circolarità intradivina della gloria potrà raggiungere la realtà umana, anche se giace più in basso, perché essa è ben capace di sperimentare la verità dell’amore. La frase «Figlioli, ancora per poco sono con voi» (Gv 13,33) mostra che il comandamento nuovo non è un dono qualunque, ma il decisivo lascito ereditario. Chi parla sta lasciando la relazione immediata, sensibile e percepibile con coloro che adesso lo ascoltano. Come potrà continuare il rapporto Maestro/discepolo? Il comandamento nuovo, vissuto nella concretezza e nella verità, è lo strumento che può permettere a questa relazione – decisiva per la vita del discepolo – di durare. Quali sono i caratteri espressi in questo comandamento nuovo? Anzitutto la reciprocità terrena. Non si tratta solo di amare, ma anche di accettare di essere amati con lo stesso interesse con cui si desidera di amare coloro che amiamo: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (v. 34). Un secondo carattere specifico del comandamento nuovo è ii parametro cristologico. L’amore di cui parla Gesù nella lavanda dei piedi dell’ultima cena, non è un’indicazione puramente umana, ma prende la misura e il criterio dalla persona di Cristo, Verbo fatto carne e incamminato nella gloria attraverso l’innalzamento che comporta il sollevamento sulla croce, come primo passo verso il cielo. È questo parametro cristologico che porta il comandamento nuovo (Gv 13,34-35) allo stesso livello dell’amore del nemico (Mt 5,44-45). L’amore al nemico, infatti, trascende quello dell’«amore del prossimo» (Mc 2,28-34), che è concepito soltanto come la ricapitolazione di tutta la legge antica. Come dice chiaramente Matteo «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?» (Mt 22,40). Per amare come Gesù, che ha perdonato ai suoi crocifissori, bisogna andare ben oltre l’amore del prossimo. Come terzo carattere singolare del comandamento nuovo, Gesù indica la sua forza evangelizzante. Egli, infatti, conclude il suo lascito testamentario affermando «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (v. 35). La lettura presa dagli Atti degli Apostoli introduce la liturgia della Parola con il racconto della conclusione del primo viaggio di Barnaba e Saulo attraverso 1’Anatolia. L’esperienza della missione cristiana è così indicata quale massima dilatazione del comandamento nuovo dell’amore. Le comunità incontrate dagli apostoli sono liete dei racconti che odono, ma esse devono anche afferrare bene che «dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (At 14,21) L’«entrare nel regno di Dio» è posto al di là di molte tribolazioni, come Gesù risorto ha spiegato ai discepoli di Emmaus: «..Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» (Lc 24,25-26). L’affermazione «entrare nel regno cli Dio attraverso molte tribolazioni» (At 14,22), che caratterizza l’esperienza dei missionari, esprime il necessario sviluppo pasquale dell’annunzio del Vangelo. È accettando questo registro, tipico dell’esperienza del suo Maestro, che il cristiano impara ad amare sul modello di «come io ho amato voi» (Gv 13,34). È solo in questo modo che «tutti sapranno che siete miei discepoli» (v. 35). (don Ermenegildo Manicardi)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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