Letture: Sapienza 7,7-11 / Salmo 89 / Ebrei 4,12-13
Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.
Dal Vangelo secondo Marco (10,17-30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 12 | 18.30 | + Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa, deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi e Armando Capucci
+ Lanzoni Ugo e Lino + Domenico, Franca e Rosina |
Domenica 13 | ||
Lunedì 14 | ||
Martedì 15 | ||
Mercoledì 16 | ||
Giovedì 17 | ||
Venerdì 18 | ||
Sabato 19 | ||
Domenica 20 | 10.30
18.30 |
+ Biancoli Angelo e Penazzi Elettra (Anniv.)
+ Guadagnini Viarda e Rustichelli Elisabetta Per Luca e Matteo (viventi) + Ada, Silvana, Domenico e Aldo |
Orario Confessioni Venerdì ore 10.00 – 11.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 17.15 – 18.15 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
Anno : B
Ottobre 2024 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 13
XXVIII del T.O. |
Inizio anno catechistico
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa di inizio anno catechistico |
Mercoledì 16 | Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro San Paolo” |
Venerdì 18
S. Luca Ev. |
S. Messa ad orario feriale
Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario Ore 21.00 (S. Giacomo-Lugo) : Scuola di preghiera con don Samuele Nannuzzi a cura di A.C. |
Sabato 19 | Ore 20.45 (S. Cassiano) : Veglia missionaria |
Domenica 20
XXIX del T.O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa con conferimento del Sacramento della Cresima per ministero del nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti. Ore 11.00 (Piancaldoli) : Ritrovo annuale degli aderenti alla “Associazione don Orfeo” con S. Messa e assemblea. |
1 – Da Martedì 01 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo ore 17.55 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.
Alla scuola di Gesù : | |||||||||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato | ||||||
Lc 11,29-32 | Lc 11,37-41 | Lc 11,42-46 | Lc 11,47-54 | Lc 10,1-9 | Lc 12,8-12 |
Vivere il mistero – Si pensa che il nemico di Dio sia Satana. Certamente nessuno può negare questo dato, ma il Vangelo fa notare che nella vita concreta dell’uomo è più facile imbattersi in modo chiaro non tra la scelta di stare dalla parte di Dio o stare dalla parte di Satana, bensì di scegliere di stare o dalla parte di Dio o dalla parte della ricchezza: «Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona» (Lc 16,15). La colletta propria di questa domenica chiede, nel fine della petizione, di poter «valutare le cose terrene ed eterne e diventare liberi e poveri per il tuo regno». Questa preghiera nasce dall’episodio evangelico del giovane ricco, che all’invito di Gesù, sceglie il rifiuto: «Egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni». Il discepolo di Gesù sa che la sua scelta per Dio viene continuamente messa alla prova. Esiste, infatti, una realtà che ha una forza potentissima di attrazione, ma che non possiede la stessa logica di Dio. 5i tratta delle «ricchezze». Mc 10,17-30 è un testo composto da tre pericopi tematicamente legate: il giovane ricco che rifiuta la chiamata di Gesù, il pericolo delle ricchezze che non per mettono a colui che ha donato loro il cuore di entrare nel Regno e la ricompensa divina per colui che ha staccato completamente il suo cuore dalle ricchezze. In quest’ultimo brano si nota come le «ricchezze» equivalgono ai «beni materiali» e ai «legami affettivi». Per questo motivo la «rinuncia alle ricchezze» non è «abbandono», ma «ricollocazione». Prima Dio e la sua logica, poi, alla luce della Logica di Dio, il legame affettivo, poi il rapporto con le ricchezze. Sembra che l’Evangelista abbia voluto in qualche modo creare una pericope unitaria attraverso un procedimento stilistico molto conosciuto nella letteratura orientale: lo schema concentrico. Questo procedimento consiste nel collocare agli estremi due brani che toccano lo stesso argomento e, come accade nel brano evangelico, che lo presentano in modo opposto. Nella vocazione del giovane ricco, infatti, ruota attorno al tema dell’incapacità di lasciare le ricchezze per seguire Gesù. Il brano dell’intervento di Pietro ruota attorno al tema della capacità avuta dai discepoli di abbandonare tutto e di venire ricompensati per questo. Al centro viene collocato il testo principale che riporta la riflessione sulla difficile salvezza del ricco. L’uomo ricco, un fariseo, sembra disponibile alla conversione e desidera comprendere bene il significato della legge perché vuole avere la vita eterna. La domanda che l’uomo pone dovrebbe essere posta solo a Dio, l’unico «buono» veramente, ma Gesù si assume il compito di fornirgli la risposta. Il Maestro propone i valori fondamentali dell’alleanza che sono i comandamenti ed evidenzia l’importanza di quelli che hanno attinenza con il prossimo. I comandamenti citati appartengono al decalogo. Uno appartiene ad altro codice e riguarda la giusta paga all’operaio. La ripresa dell’uomo è presuntuosa e ricca di perfezione formale farisaica. La risposta di Gesù è un invito che un amico più maturo rivolge a un altro amico. Il secondo passaggio è più impegnativo. Gesù passa dall’osservanza dell’alleanza alla proposta del discepolato («Vieni e seguimi»). Per entrare nel discepolato, il cuore dell’uomo dev’essere «libero» perché il discepolo fa propria in modo progressivo, ma senza riserve, la logica del Maestro. La risposta negativa del giovane evidenzia quanto sia più facile che un cammello entri per la cruna dell’ago. Qualcuno pensa che la cruna dell’ago fosse una piccolissima porta delle mura di Gerusalemme. Qualcuno ritiene che ci sia una trasmissione testuale sbagliata: questa ipotesi è da scartare perché tutti i manoscritti sono concordi, senza varianti, nel trasmettere il testo. Le affermazioni di Gesù sconcertano i discepoli di allora e di oggi. Ma chi entra nella Logica del distacco è sicuro del centuplo, delle persecuzioni (a causa della nuova «logica» acquisita) e delta vita eterna. (don Renato de Zan)
Spazi per la liturgia- Uno spazio felice (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Dopo molti secoli di stasi nella disciplina penitenziale della Chiesa, è arrivato dal Concilio Vaticano II non solo la direttiva, benché molto generica, affinché «il rito e le formule della penitenza siano rivedute in modo che esprimano più chiaramente la natura e l’effetto del sacramento» (SC 72), ma anche l’invito a un recupero significativo di alcuni aspetti importanti per la celebrazione di tutti i sacramenti, e quindi pure e soprattutto della stessa penitenza cristiana, come lo sfondo storico-salvifico-trinitario, la dimensione comunitaria-ecclesiologica e la centralità della Parola di Dio. Il nuovo Rito della Penitenza del 1974 (= RP), dopo un tormentato lavoro di preparazione durato più di sette anni, e pur rivelando secondo molti teologi e liturgisti diversi limiti e disarmonie, si ispira a una rinnovata visione teologica e promuove una disciplina articolata in più forme per la celebrazione del sacramento. Si tratta senza dubbio di una nuova e importante fase nella storia liturgica, che ha reintrodotto nella Chiesa latina una pluralità di riti per la riconciliazione dei peccatori, e che tuttavia dopo quasi mezzo secolo ancora sta maturando faticosamente nelle comunità cristiane. Il Rituale, dunque dopo le ricche Premesse che espongono i fondamenti biblico-teologici della penitenza cristiana e le direttive pastorali (RP 1-40), propone tre modalità rituali per la celebrazione sacramentale. La prima è indicata con questo titolo: Rito per ln riconciliazione dei singoli penitenti (RP 41-47). Praticamente è una rivisitazione della tradizionale confessione privata fissata dalla riforma tridentina. [3 – continua]