Programma dal 9 al 17 gennaio 2021

Letture: Isaia 55,1-11 / Salmo da Isaia 12,2-6 / 1 Giovanni 5,1-9

Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)

10 gennaio In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore

Vivere il Mistero- Ritorna in questa domenica la figura di Giovanni Battista per attestare, sulle rive del Giordano, la divinità di Gesù. Difatti, è nel battesimo che Gesù è manifestato da Dio come Figlio amato; ma non solo, con il battesimo egli inaugura anche la sua missione. La scena del battesimo di Gesù è preceduta dall’allusione dell’acqua fatta da Giovanni Battista: «lo vi ho battezzato con l’acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Cogliamo, nelle parole del Battista, il passaggio dall’antico rito di purificazione al dono dello Spirito. Se il battesimo con acqua è segno di conversione, il battesimo nello Spirito compie il rinnovamento del cuore e della vita. Dopo il battesimo, Gesù sente dal cielo una voce. L’evento è perciò confermato dalla Parola di Dio. Di più: La voce interpella direttamente Gesù e allo stesso tempo gli indica la missione che lo attende. L’investitura messianica. L’espressione: «Tu sei il Figlio mio» sottintende: «lo sono tuo padre». Colui che parla è il Padre. Egli si rivolge a Gesù rivelandogli ad un tempo la sua identità filiale e messianica. Gesù apprende così di essere il Figlio e il Messia. Il Figlio amato. Gesù è qualificato anche come il Figlio amato. Questo aspetto rimanda a Isacco, il figlio amato da Abramo e che Dio gli chiede di offrire sul Moria in olocausto. Gesù appare, perciò, come l’Isacco di Dio. All’orizzonte già si intravvede l’ombra della croce. Il Figlio del compiacimento. Gesù è anche Figlio della compiacenza divina, il fondale di questa espressione è Is 42,1 che annuncia il Servo di JHWH. Questo Servo ha un destino tragico, segnato dalla prova. Tutto, però, sfocia nella vittoria, grazie alla fedeltà misericordiosa di Dio. Questi tre aspetti manifestano la vocazione, il destino e il programma di una vita. Sono le tre tappe che caratterizzeranno la vita stessa di Gesù; egli, come Figlio e Messia, porterà la salvezza, ma attraverso la via paradossale della croce. Ma il Padre, fin da ora, si costituisce garante della sua vittoria finale. Quando Gesù si sottopone al battesimo, opera una scelta missionaria che lo porterà inevitabilmente alla morte per gli uomini.

VITA ECCLESIALE

Sabato 09
Domenica 10 10.30

18.00

+ Edmondo ed Ebriana

+ Saguatti Claudio

+ Alpi Elena

+ Goggini Antonio

Lunedì 11 18.00 + Pasotti Costante, Francesca e Francesco ed Egle

+ Franca

Martedì 12
Mercoledì 13 18.00 + Alessandro Gotti e deff. della fmiglia
Giovedì 14
Venerdì 15
Sabato 16 18.00 + Sessa Monica
Domenica 17 10.30 + Resta Albertina e Gagliardi Bruno

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Gennaio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 10

Battesimo del Signore

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Giovedì 14 Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica
Venerdì 15 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica
Domenica 17

II del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 15.30 (S. Paolo) : Incontro cresimandi in preparazione alla celebrazione del Sacramento della Confermazione

Nota. La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 1,14-20 Mc 1,21b-28 Mc 1,29-39 Mc 1,40-45 Mc 2,1-12 Mc 2,13-17

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Celebrare: Il silenzio è preghiera di don Silvano Sirboni

C’è chi si rammarica per il fatto che dopo la comunione la messa si concluda abbastanza velocemente, senza dedicare maggior tempo per la preghiera di ringraziamento. Questa lamentela affonda le sue radici in una prassi che si era installata secoli addietro, quando la messa era percepita come una faccenda del prete e la comunione dei fedeli come un elemento a sé stante. Tant’è vero che si era instaurata la prassi anomala di richiedere la comunione prima della messa. In tal modo si impegnava tutto il tempo della messa per fare preghiere di ringraziamento. Già nel 1947 Pio XII affermava che sarebbe più corretta la comunione dei fedeli subito dopo quella del sacerdote a messa. Non poteva fare a meno di tenere conto dell’altra consuetudine, cosicché nell’uno e nell’altro caso, il Papa esortava a prolungare il ringraziamento con preghiere oltre il tempo del rito liturgico.

Ora, la riforma liturgica del Vaticano II ha restituito alla celebrazione eucaristica la sua originaria dimensione conviviale. Deve, infatti, emergere chiaramente che essa è stata istituita in vista della comunione, come si evince dal comando di Gesù e ripetuto dal sacerdote in ogni messa: «Prendete e mangiatene… Prendete e bevetene tutti…». La comunione è il “traguardo” di tutto il rito della messa. Dopo di che non resta che tradurre in concreti gesti di vita la fede che è stata espressa e alimentata. Tuttavia la riforma del Vaticano II, tenendo conto anche del passato più recente, ha inserito all’ interno della messa la possibilità di uno spazio di ringraziamento rituale, comunitario, che si può esprimere con il silenzio o anche con un canto. Anche se si decide per il canto, un previo e congruo spazio di silenzio è sempre consigliabile in vista di un’autentica partecipazione interiore. Bisogna, però, riconoscere che non ovunque si è compreso il significato di questo momento. E i fedeli difficilmente fanno una vera esperienza di silenzio e di ringraziamento comunitario. Infatti, il momento che segue la comunione è spesso impegnato dal sacerdote e dai diversi ministri e ministranti per riassettare i vasi e quant’altro. Le norme del Messale con saggezza prevedono che la purificazione dei vasi sacri possa essere fatta alla credenza anche dopo la messa, per evitare di dare troppo tempo e troppa importanza a questo servizio che distrae e non aiuta l’assemblea alla preghiera. Gli stessi membri del coro, durante questo momento, sono sovente anch’essi affaccendati con gli spartiti musicali e si scambiano raccomandazioni per il canto successivo… Soltanto dopo questo silenzio orante e l’eventuale canto, l’orazione dopo la comunione può concludere la celebrazione, richiamando senza troppe parole e altri riti, il significato della comunione e come si debba continuare il ringraziamento: «Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa fa’ che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore e ci spinga a servirti nei nostri fratelli».

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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