Letture: Ezechiele 33,1.7-9 / Salmo 94 / Romani 13,8-10
Ascoltate oggi la voce del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo (18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 09 | ||
Domenica 10 | 10.30
18.30 |
+ cg. Ferro Almerigo e Costantin Rina
+ Bertucci Carmelo |
Lunedì 11 | ||
Martedì 12 | 8.00 | + Cervellera Alessandra e Geminiani Desolina |
Mercoledì 13 | ||
Giovedì 14 | 18.30 | Per le intenzioni di Maria Teresa e vivi e deff. fam. Dovadola e Ruffini |
Venerdì 15 | 8.00 | Per un defunto |
Sabato 16 | ||
Domenica 17 | 10.30 | Vivi e defunti della famiglia Dovadola Ivano |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 17.15 – 18.15 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : A
Settembre 2023 |
Domenica 10
XXIII del T. Ordin. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)
Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo all’oratorio Ore 18.00(oratorio) : 47° Palio del timone |
Martedì 12
Ss.mo Nome di Maria |
S. Messa ad orario feriale |
Giovedì 14
Esaltazione della S. Croce |
S. Messa ad orario feriale |
Venerdì 15
B.V. Maria Addolorata |
S. Messa ad orario feriale
Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario Ore 20.45 (S. Cassiano) : Incontro con Gioele Anni membro della segreteria nazionale del cammino sinodale sul tema “Il discernimento comunitario” |
Domenica 17
XXIV del T.Ordin. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo) |
1 – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 6,6-11 | Lc 6,12-19 | Lc 6,20-26 | Gv 3,13-17 | Gv 19,25-27 | Lc 6,43-49 |
Vivere il mistero– Il brano evangelico odierno è una piccola parte del grande discorso ecclesiale di Mt 18,1-35 (il più grande, lo scandalo, la pecora smarrita, la correzione fraterna, la preghiera comune, il perdono delle offese, la parabola del servo spietato). Testo biblico e testo biblico-liturgico coincidono, fatto salvo l’incipit. Le parole di Gesù sono fondamentalmente cadenzate da due elementi letterari: la triplice ripetizione «se non ti ascolterà» e la duplice ripetizione «in verità io vi dico». Questi due elementi suddividono il testo in due momenti principali. Il primo riguarda la correzione fraterna (Mt 18,15-17) ed è scandito da quattro passaggi: «se ti ascolterà» (1x) o «se non ti ascolterà» (3x). Se la correzione va subito a buon fine, «avrai guadagnato tuo fratello». Se la correzione non va a buon fine, ci sono altri tre passaggi da compiere, sempre rispettosi della libertà altrui. Il secondo momento, invece, è scandito da due passaggi: «in verità io vi dico» (2x). Nel primo viene ripreso il detto che Gesù ha già pronunciato sull’apostolo Pietro: tutto ciò che legherai e scioglierai sulla terra verrà legato e sciolto anche in cielo. Là al singolare (a Pietro), qui al plurale (alla comunità). Nel secondo passaggio si trova la promessa di Gesù di essere in mezzo ai suoi, quando pregano in due o più. La proposta della correzione fraterna viene fatta da Gesù secondo lo stile letterario della legge casuistica, dove si pone il problema e, poi, si offre la soluzione. La soluzione è scandita a tappe. La cadenza della correzione fraterna si esprime in quattro momenti progressivi, qualora il destinatario non presti ascolto: «fra te e lui solo», «ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni», «dillo alla comunità», «sia per te come il pagano e il pubblicano». Le quattro tappe – viste dalla parte di chi corregge – sono importanti: prima la delicatezza della discrezione, poi l’intervento prudente con persone informate (e amiche), poi l’affido alla ricchezza educativa della comunità e, infine, l’assunzione dell’atteggiamento di Gesù che ha cercato i peccatori e ha chiamato i pubblicani. Nella correzione fraterna anche il ruolo della comunità è importante. Tre, infatti, sono gli interventi della comunità. Il primo riguarda la correzione («se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità»), quando il cristiano non riesce, come correttore, a ottenere nessun risultato: spesso la comunità può compiere ciò che il singolo non riesce a fare. Il secondo riguarda il potere che la comunità ha di perdonare: colui che sbaglia ne ha bisogno e, spesso, il perdono diventa esperienza per cambiare. Infine, la comunità ha il potere di pregare per colui che ha sbagliato. C’è un ultimo particolare da evidenziare. San Giacomo scrive che «chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati». Aiutare un fratello a migliorarsi equivale a salvare se stessi. (don Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- L’Altare (quarta parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Una terza modalità di venerazione dell’altare è l’incensazione che «esprime riverenza e preghiera, come è indicato nella sacra Scrittura [cf. Sal 140,2; Ap 8,3-4]» (OGMR 276). È proprio nelle Premesse del Rito della Dedicazione che viene richiamato il significato profondo del gesto compiuto dopo l’unzione dell’altare e che si ripete in ogni altra celebrazione liturgica: «Significa che il sacrificio di Cristo, perpetuato sull’altare nel mistero, sale a Dio in odore di soavità; significa inoltre che le preghiere dei fedeli s’innalzano accette e gradite fino al trono di Dio» (DCA 173). Secondo le disposizioni dei Praenotanda del Messale romano l’incensazione dell’altare è facoltativa, tuttavia può essere compiuta in tutte le forme dl celebrazione della Messa, non solo in quelle solenni, in due momenti: al principio della Messa e alla preparazione dei doni (cf. OGMR 49 e 75), senza precedere o seguire il gesto con l’inchino che viene invece fatto solo alla croce, «per significare che l’offerta della Chiesa e la sua preghiera si innalzano come incenso al cospetto di Dio» (lbidem, n. 75). Nella logica della «verità dei segni» si muove ancora l’Ordinamento Generale del Messale Romano nell’indicare tanto le suppellettili da porre sopra l’altare quanto il suo ornamento. Il principio tradizionale dell’unicità dell’altare che, insieme a quello della sua centralità, significa alla comunità dei fedeli l’unico Cristo e l’unica Eucaristia della Chiesa, chiede innanzitutto che l’attenzione sia riservata all’altare principale, qualora esista nel fondo dell’abside il vecchio altare oppure altri altari laterali: esso solo va «ornato con particolare cura» e dignità, perché centro della sinassi eucaristica e segno visibile e permanente del mistero di Cristo che si è offerto e si offre al Padre (cf. OGMR 303). [2 continua]