Programma dall’8 al 16 marzo 2025

Letture: Deuteronomio 26,4-10 / Salmo 90 / Romani 10,8-13

Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.

 

Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13)

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore.

 

VITA ECCLESIALE

Sabato 08 18.00
Domenica 09 10..3018.00 + Folli Dante (1° anniv.), Giuseppe, Zaffagnini Giovanna e Folli Enzo+ Resta Albertina e Gagliardi Bruno+ Francesco Berardi, Maria, Demo e Luigi

+ Matulli Sergio e Camilla

+ Aldo Stanghellini e Luisa Dosi

+ Mariangela, Nino e deff. fam. Fontana e Bighini

Lunedì 10 18.00 + Ricci Francesco, Antonio e Tabanelli Maria+ Pia Mazzetti (anniv.)
Martedì 11
Mercoledì 12
Giovedì 13 18.00 + Cg. Cerfogli Carlo ed Elisabetta
Venerdì 14
Sabato 15 18.00 +Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa, deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi e Capucci Armando
Domenica 16 10.3018.00 + Tomaso Sangiorgi+ Fausta, Rina, Magda, Giannina Bighi

Orario Confessioni Venerdì ore 10.0011.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Venerdì ore 20.30

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Domenica ore 17.30 Via Crucis

Anno : CMarzo 2025

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 09I di Quaresima Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis
Mercoledì 12 Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”
Giovedì 13 Ore 20.45 (oratorio) : Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio.Ore 21.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni.
Venerdì 14Astinenza Non c’è la S. Messa alle ore 8.00)Ore 17.00 (S. Paolo) : Via CrucisOre 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.30 (S. Paolo) : 2a Stazione Quaresimale

(Unica S. Messa in S. Paolo)

Domenica 16II di Quaresima Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

Visita alle famiglie con benedizione

10 – 14 Marzo

(dalle ore 15.00)

15 – marzo

(tutta il giorno)

Lunedì 10 : Via Gramsci (pari dal 2 al 10).

Martedì 11 : Via Gramsci (pari dal 12 alla fine), via Gramsci (dispari).

Mercoledì 12 : Viale del Risorgimento.

Giovedì 13 : Viale della Costituzione (dispari).

Venerdì 14 : Viale della Costituzione (pari dal 10 al 38).

Sabato 15 : Viale della Costituzione (pari dal 42 alla fine).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 25,31-46 Mt 6,7-158 Lc 11,29-32 Mt 7,7-12 Mt 5,20-26 Mt 5,43-48

Vivere il mistero – La prima domenica di Quaresima ci riporta sempre e giustamente alle tentazioni di Gesù nel deserto. Mettendoci di nuovo in cammino verso il giardino di Pasqua, attraversando il deserto quaresimale, siamo obbligati a porci alcune domande. La prima che sale al cuore, e forse ci prende alla gola, potrebbe essere articolata così: «Ma cosa significa lasciarsi sospingere nel deserto e là dimorare in attesa – dopo quaranta giorni di digiuno – che si scateni finalmente la tentazione?». Il deserto è lo stato normale della nostra vita. Sotto questo simbolo, cui ci rimanda ogni anno l’inizio della Quaresima, è significato lo spazio in cui sempre di più siamo messi a confronto con la nostra essenza di creature non solo viventi, ma anche consapevoli. Questo nostro carattere di umanità ci obbliga a misurarci con la nostra solitudine. La fame di cui maggiormente noi tutti soffriamo non è, di certo, quella che attanaglia il nostro stomaco, bensì quella che soffoca il nostro cuore affamato di amore, di condivisione, di presenza e, soprattutto, di senso. Nel deserto, il Signore Gesù non solo vince le tentazioni, ma ancor più profondamente, si mostra capace di attraversarle. Infatti, il «tempo» fissato è proprio quello della sua crocifissione quando, dall’alto della sua offerta pasquale, ritroverà la stessa tentazione in forma di insulto. Essa fiorirà amaramente sulla bocca di quanti passeranno sotto la croce del suo dolore e salirà persino alle labbra di uno dei due ladroni che condivideva con lui lo stesso dolore. Siamo alle solite: «Se è lui il Cristo di Dio…» (23,35), «Se tu sei il re dei Giudei» (23,37) e ancora «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi» (23,40). Nel deserto il Signore oppone, al diavolo che lo tenta, il ricorso alla Parola di Dio nella quale ha annegato le suggestioni di successo che gli vengono proposte. Sulla croce la reazione sarà di perfetto abbandono in una silenziosa consegna. Il perfetto abbandono della croce non si improvvisa neppure per Gesù, ma va preparato. Per questo nel deserto il Figlio, appena riconosciuto tale nel momento del suo battesimo, non accetta di dialogare con il male. Al contrario continua a coltivare la relazione intima con il Padre che «vede nel segreto» (Mt 6,6). Nella fatica della solitudine assunta e non subita né fuggita, il Signore assume le conseguenze del suo essere Figlio di quel «Padre» affidabile per il quale sarà il suo ultimo umano respiro: «Nelle tue mani consegno il mio spirito» (23,46). Il cammino di Gesù nel deserto prepara il suo mistero pasquale ed è per questo che la Chiesa, in questa prima domenica di Quaresima, ci fa seguire il Signore in questo luogo di prova e al contempo di rara intimità. A tal fine Luca annota che «era guidato dallo Spirito nel deserto» (4,1). Lo stesso percorso viene proposto a ciascuno di noi inoltrandoci ancora una volta in questo tempo che è l’appuntamento annuale del nostro rimetterci in marcia guidati, sospinti e animati dallo Spirito. Ci incamminiamo per dare un nome a quanto, nella nostra vita, è ancora segnato dall’egoismo e dalla falsa idolatria di noi stessi e aprirci, così, all’esperienza di una salvezza che viene proprio dalla relazione intima e forte con il Signore. L’apostolo Paolo ci incoraggia e, in un certo senso, ci dà una spinta perché non ci lasciamo sopraffare dal timore «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore» (Rm 10,8). ln questo senso il deserto della nostra vita si ritrova a essere un giardino perché non siamo soli e non abbiamo bisogno della compagnia delle illusioni messe in scena così potentemente dal nemico delle nostre anime, dal nemico di sempre. Sembra proprio che ogni volta che riprendiamo la strada del cuore il serpente antico non sia per nulla contento ed ecco che, approfittando della nostra fame e della nostra stanchezza, inocula il veleno del «se». Il suo linguaggio è tanto ipotetico quanto suggestivo «Se tu sei… se ti prostrerai… se tu sei…». E il Signore Gesù risponde al «se» con un netto «Sta scritto». Un modo per dire che là, nel suo inesorabile darsi, è l’unica via alla verità, la strada maestra per la santità. Sulla cesta del cuore non possiamo ricamare o dissimulare all’infinito, possiamo solo guardare e offrire. Nel gesto di questa offerta le stesse cose assumono un senso e una forza del tutto nuove e insperate. Se al Giordano Gesù è rivelato come Figlio, nel deserto sceglie di essere Figlio. (p. Michael Davide Semeraro)

Spazi per la liturgia- Uno spazio felice (terza parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

La preoccupazione principale di questo studio, pubblicato sulle pagine di questa Rivista in diverse puntate e raccolto anche in un libro edito dalla San Paolo (cf. p. 64), è stata quella di far emergere, attraverso una sintetica comprensione teologica e rituale del sacramento nella storia, le coordinate funzionali e simboliche dello spazio liturgico, preziose per leggere e ripensare, oggi, il luogo della sua celebrazione. A queste, è essenziale aggiungere e ricordare, in particolare ai ministri del sacramento, quanto scrive il Rituale riguardo agli adattamenti che spettano proprio ai sacerdoti, e specialmente ai parroci: ad essi è consentito «nella celebrazione della riconciliazione, sia per i singoli che per la comunità, adattare il rito alla situazione concreta dei penitenti, conservando la struttura essenziale e integralmente la formula dell’assoluzione; per motivi pastorali omettere o arricchire alcune parti scegliendo i testi sia delle letture che delle orazioni e scegliere il luogo più adatto per la celebrazione, secondo le norme stabilite dalle Conferenze Episcopali, in modo che tutta la celebrazione risulti ricca e fruttuosa» (RP 40a). Con queste parole il nuovo Rituale mostra una straordinaria fiducia nell’intelligenza liturgica dei ministri, l’ars celebrandi, e questa vale tanto per il rito quanto per l’area e la sede della celebrazione del sacramento. La scelta e la cura di uno «spazio felice» per il sacramento della riconciliazione, cioè adeguato all’azione liturgica e insieme icona eloquente della misericordia divina, dipenderà dunque molto da questa saggezza e intelligenza del buon celebrare. (2- continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

Lascia un commento