Vacanza sì…, ma non dello Spirito
di don Alberto Baraccani, parroco di Fruges
Dire “tempo ordinario” potrebbe far pensare a un tempo di secondo ordine, meno importante. Non è così. E’ vero, si tratta di un periodo, questo, in cui si è portati a vivere in clima di riposo, di vacanze, di ferie…quindi, di meno impegno.
Pensare così è rischioso, poiché si “manda in vacanza” anche l’anima, con i suoi vari momenti di preghiera, di meditazione e di caritativa.
Questo periodo (o tempo) ordinario, composto di 34 settimane è destinato a tenere viva (specialmente nelle domeniche) la contemplazione amorosa e fedele della Chiesa “sposa” di Cristo che dirige tutta la sua Fede e il suo Amore al Signore risorto e asceso in cielo.
Il ciclo ordinario rappresenta la più antica celebrazione della Pasqua del Signore ed è anteriore alla formazione dei cicli “Quaresima – Pasqua” e “Avvento – Natale”.
La Domenica è, e rimane sempre, giorno della Pasqua, giorno fatto dal Signore.
Giorno di festa, che celebra l’incontro con il Risorto presente e vivo tra coloro che sono “convocati” nel suo nome, giorno al quale deve essere riservato sempre un particolare clima di gioia.
Allora sia lontana da noi la tentazione di prendere periodi più o meno lunghi di “ferie dello Spirito”. Anzi facciamo il possibile perché, in questo tempo di ferie o di vacanza, sia offerta all’anima la possibilità di ascolto più attento e silenzioso della Parola.
Continuino i momenti di Adorazione eucaristica. Sia curata la recita del Santo Rosario, ecc.
E’ vero che viviamo in un mondo in cui si è portati a far tutto di corsa… Allora questo sia un tempo di quiete, di respiro, oltre che fisico, anche spirituale, magari contemplando le bellezze del creato, per dire con S. Francesco e il nostro caro Papa nella sua ultima enciclica “Laudato sì mi Signore!”.
Editoriale da “il Nostro S.Paolo” di giugno 2015