Programma 28 giugno – 5 luglio

Vivere il Mistero- Nella Chiesa nascente molto spesso i ministeri e le necessità creavano i generi letterari adatti per veicolare l’insegnamento e la memoria delle azioni di Gesù. La didaché cristiana era uno di queste forme letterarie tipiche della Chiesa nascente. Le caratteristiche di questa forma comunicativa sono semplificabili e riassumibili nel modo seguente. In un momento in cui la comunità era raccolta (forse vicino a una celebrazione liturgica) uno della comunità esprimeva i dubbi, le perplessità, le domande (personali o collettive) che potevano sorgere da una fede bisognosa ancora di crescere e, probabilmente, in difficoltà di fronte alle situazioni concrete della vita. L’Apostolo (o chi per lui), che aveva conosciuto Gesù fin dalla predicazione del Battista e che aveva vissuto con Lui fino all’Ascensione, proponeva alcune frasi o ricordava alcuni avvenimenti di Gesù (frasi dette o fatti compiuti in circostanze diverse e distanti tra loro), inerenti alla tematica toccata dai dubbi, dalle perplessità e dalle domande dei credenti. In Mt 10,37-42 abbiamo un «riassunto» di una didaché fatta nella comunità nascente. Le affermazioni, infatti, non hanno a livello letterario nessun legame logico, ma esprimono «risposte» ad altrettanti disagi vissuti dai credenti. Amare Gesù significa «saper» amare i propri cari e i propri amici, ma saper anche amare i propri nemici. L’amore di Cristo, infatti, offre al discepolo un’ottica nuova nel saper tessere i rapporti. Si tratta di un amore dove non abita solo l’affetto, ma anche la giustizia, la verità e la capacità di vedere il prossimo con lo stesso occhio di Dio. Essere discepoli di Cristo, poi, significa essere disposti a vivere la stessa situazione di Cristo quando ha preso su di sé la croce (solo, abbandonato da tutti, non capito, sofferente, ingiustamente accusato e condannato, ecc.). In altre parole, dev’essere capace di vivere la propria fede anche se chi lo circonda non lo comprende. Infine, accogliere Cristo equivale a diventare suoi discepoli. Il che significa aver accolto colui che ha mandato Gesù, cioè Dio, nella propria vita. E Dio vuole che Gesù non perda nessuno di questi (cf. Gv 6,39): il vero discepolo ha la consapevolezza di essere salvo. Il «premio» che deriva dall’accoglienza è stabilito da Gesù, non dall’uomo. Accogliere il profeta e il giusto (il massimo della santità) significava, al tempo di Gesù, essere meritevoli davanti a Dio. Basta ricordare Simone il fariseo che accoglie il «profeta» Gesù a pranzo nella propria casa (Lc 7,36-50). Al profeta e al giusto Gesù associa anche il proprio discepolo. Chi fa anche un minimo di bene (un bicchiere di acqua fresca) a un discepolo di Cristo si rende meritevole come colui che accoglie un profeta e un giusto. Il brano di Mt 10,37-42 costituisce la parte finale del discorso apostolico di Matteo. La liturgia introduce il Vangelo con un incipit che dice «In quel tempo disse Gesù ai suoi apostoli». Il testo biblico-liturgico si può suddividere in tre parti: i detti che vengono inclusi dall’espressione «Non è degno di me»; il detto sulla vita e i detti sull’accoglienza ricompensata. La prima parte presenta l’aspetto negativo (chi non è degno di Gesù, mentre la seconda, l’aspetto positivo (chi accoglie un profeta, un giusto, un discepolo, accoglie Dio). Al centro del testo c’è il detto sulla vita. Questo detto, in Matteo, è un po’ enigmatico. Meno in Marco, dove il lettore può leggere il testo in questo modo: chi avrà tenuto per sé la propria vita (secondo il pensiero degli uomini), la perderà. (secondo il pensiero di Dio), e chi avrà perduto la propria vita per causa mia (secondo il pensiero degli uomini), la troverà (secondo il pensiero di Dio). I detti «Non è degno di me» sono raggruppati in una sequenza adatta a tenerli a memoria. Vanno letti come un unico detto. Si tratta di espressioni originali di Gesù che rispondevano a una domanda precisa: qual è l’amore più grande, quello verso i propri cari o quello verso Cristo? E la risposta è semplice e precisa: se uno ama Cristo sa amare correttamente anche i propri cari. Amando, invece, i propri cari per primi c’è il grosso rischio che, in nome dell’amore, si scavalchi il valore della verità e il valore della giustizia. Il detto sulla vita va compreso collocandosi in un punto di vista preciso: è il punto di vista umano. Chi «umanamente» sembra aver trovato la sua vita (non interessa se con la menzogna e l’imbroglio), la perderà sotto il profilo spirituale. Chi sotto il profilo umano sembra aver buttato via la sua vita (perché umanamente non è «furbo» in quanto ha osservato la verità, la giustizia, l’amore, ecc.), sotto il profilo divino, invece, l’ha totalmente guadagnata. Infine il detto sull’accoglienza forse nasconde qualche cosa di «vissuto» dalla Chiesa nascente. Accogliere il vero discepolo di Cristo significa accogliere Dio stesso «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato». Matteo, probabilmente, si rifà al periodo di persecuzione nel quale anche il pagano che accoglie il discepolo avrà la stessa ricompensa del discepolo. Qualunque cosa di bene venga fatta, anche la realtà più piccola (un bicchiere d’acqua), avrà da Dio la ricompensa.

28 giugno

 

XIII del T. Ordinario

28 giugno 2020

n. XI / 31

Parrocchia della Conversione di S. Paolo Apostolo

48024 Massa Lombarda – RA

Via Roli, 2

Tel. e fax 0545 81339

E-mail parrocchiaconversione@virgilio.it

Sito Internet parrocchiesanpaoloesangiacomo.it

Letture: 2Re 4,8-11.14-16a / dal Salmo 88 / Romani 6,3-4.8-11

Canterò per sempre l’amore del Signore.

Dal Vangelo secondo Matteo (10,37-42)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.

Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, inverità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Parola del Signore

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE
Sabato 27 18.30 + Dovadola Ivano
Domenica 28 10.30 + Alfonso, Alma, Maria e don Orfeo
Lunedì 29 18.30 + Montesi Natale
Martedì 30
Mercoledì 01
Giovedì 02 18.30 + Paola

Per una coppia di sposi (viventi)

Venerdì 03
Sabato 04 18.30 + Ruffini Armanda
Domenica 05 10.30 + Gattucci Stefano

Orario

Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Tutte le celebrazioni si possono seguire anche nel sito Internet della parrocchia

Orario SS. Messe Feriale : Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..) che sono opportunamente poste in evidenza e portate a conoscenza di tutti.

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 16,13-19 Mt 8,23-27 Mt 8,28-34 Mt 9,1-8 Gv 20,24-29 Mt 9,14-17
Anno : AGiugno – Luglio 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 28

XIII del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)
Lunedì 29

Ss. Pietro e Paolo

S. Messa ad orario feriale
Martedì 30 Ore 20.45 (oratorio) : Consiglio parrocchiale A.C.
Venerdì 03

S. Tommaso Ap.

Primo venerdì del mese – Comunione ai malati

S. Messa ad orario feriale

Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Domenica 05

XIV del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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