Letture: Sapienza 6,12-16 / Salmo 62 / 1Tessalonicesi 4,13-18
Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 11 | ||
Domenica 12 | 10.30
18.00 |
+ Resta Maria, Luigi e Paolo
+ Carmen e deff. fam. Ghetti e Valenti + Angelo Tozzola (II anniv.) |
Lunedì 13 | 18.00 | + Santese Otello e Frascerra Anna |
Martedì 14 | ||
Mercoledì 15 | 18.00 | + Bernardo |
Giovedì 16 | 18.00 | + Celeste e Costanza, Aristodemo e Virginia |
Venerdì 17 | ||
Sabato 18 | ||
Domenica 19 | 18.00 | + Ranieri Giuseppe
+ Concetta, Maria, Antonio Fiore e fam- Montefusco |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : A
Novembre 2023 |
Domenica 12
XXXII del T. Ord. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (in S. Paolo) |
Lunedì 13 | Ore 20.45 (canonica) : Consiglio pastorale parrocchiale |
Mercoledì 15 | Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Giovedì 16 | Ore 20.00 (S. Maria in Fabriago) : S. Messa seguita alle ore 20.30 dal S. Rosario e alle ore 21.00 dall’Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni. |
Venerdì 17 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario
Ore 21.00 (S. Giacomo-Lugo) : Veglia di preghiera per le vittime di abusi |
Domenica 19
XXXIII del T.Ord. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (in S. Paolo) |
A – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 17,1-6 | Lc 17,7-10 | Lc 17,11-19a | Lc 17,20-25 | Lc 17,26-37 | Lc 18,1-8 |
Vivere il mistero– Non c’è differenza fra testo biblico e testo biblico-liturgico del Vangelo (Mt 25,1-15). Il testo liturgico è stato solo arricchito di una lunga introduzione: «In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola». Questa aggiunta è necessaria per comprendere chi siano il mittente e i destinatari di tale racconto. Il brano delle vergini stolte e delle vergini prudenti è stato collocato da Matteo nel discorso escatologico insieme ad altri racconti parabolici che invitano alla vigilanza operativa. La pericope, infatti, è preceduta dalla parabola del maggiordomo in attesa del ritorno del padrone (Mt 24,45-51) ed è seguita da quella dei talenti (Mt 25,14-30). Ci sono almeno tre punti che vanno approfonditi: il ritorno di Gesù, l’identità delle vergini e il valore simbolico delle lampade. La Parusia, il ritorno di Gesù, era molto attesa dalla prima generazione cristiana. Paolo, però, aveva avvertito la Chiesa che il ritorno non sarebbe stato immediato («Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente»; 2 Ts 2,1-2). L’attesa non è cosa facile. Pietro, a sua volta, aiuta i credenti ad accogliere il tempo dell’attesa come un tempo di misericordia: più il ritorno di Gesù tarda più tempo hanno i credenti per convertirsi e migliorare la propria vita («Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, cercate d’essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. La magnanimità del Signore nostro [= ritardo del ritorno di Gesù] giudicatela come salvezza» 2 Pt 3,14-15). Chi sono queste vergini? Certamente Gesù raccontava un caso vero o verosimile e, perciò, si trattava di singole persone invitate alle nozze. Quando, però, Matteo riporta questa parabola di Gesù, il termine «vergine» era stato caricato di significati simbolici più ampi. Paolo, infatti, chiama «vergine casta» la comunità di Corinto (2 Cor 11,2). Le vergini, dunque, non sarebbero le singole persone, ma piuttosto le comunità che formano la Grande Chiesa. Le lucerne, a loro volta, dovrebbero essere le opere che derivano dalla fede (cf. «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» Mt 5,76). Lo sposo è, ovviamente, Gesù (cf. Mc 2,19;2 Cor 11,2). Nell’attesa bisogna curare le lampade. (Don Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- Il Tabernacolo (prima parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Con la costruzione degli edifici per il culto pubblico e l’Eucaristia celebrata quotidianamente, la riserva eucaristica comincia a trovare nelle chiese stesse la sua principale collocazione, in un luogo adibito e adatto a tale scopo, mentre si fa sempre più raro, fino a scomparire, l’uso di conservare le ostie presso le case private. Troviamo testimonianze precise a questo riguardo nei libri rituali romani del VII secolo, ma che di fatto testimoniano la prassi liturgica romana del V e VI secolo (cf. Ordo Romanus I,48; II, 6). Stando a tali testimonianze, il luogo della custodia eucaristica in Occidente era il secretarium o sacrarium, le cui chiavi erano affidate ai diaconi. In questo locale (praticamente la sacrestia), che poteva essere collegato oppure nella chiesa stessa, si trovava il conditorium, cioè un armadio, nel quale veniva conservato il Pane eucaristico dentro un contenitore (arca, capsella), quale una teca o un cofanetto, di legno o di metallo, oppure in vere e proprie pissidi, cioè vasi di piccole dimensioni a forma cilindrica, senza piede, realizzate in vari materiali, anche preziosi e con un coperchio. In Oriente, le prime notizie del IV secolo indicano il pastoforio, letteralmente il «talamo» cioè – secondo la spiegazione del significato simbolico di questo luogo offerta da san Girolamo – la stanza nuziale preparata per lo Sposo, come luogo dove i diaconi dovevano riporre il Pane e il Vino consacrati e avanzati dalla celebrazione: esso si trovava situato di fianco all’altare, verso mezzogiorno. Dal secolo IX in avanti, per tutto l’Occidente, la consuetudine di conservare l’Eucaristia nelle chiese divenne comune, mentre non si hanno più testimonianze che il Pane eucaristico venisse ancora consegnato ai laici perché lo portassero e lo custodissero nelle proprie abitazioni. Tuttavia le modalità con le quali venivano conservate le specie eucaristiche potevano essere varie, come diversi potevano essere i luoghi dove venivano custodite. Innanzitutto rimane l’antica pratica di conservare l’Eucaristia in un luogo attiguo alla chiesa, generalmente nella sacrestia, dove si trovava un armadio riservato ad accogliere il contenitore per il Pane consacrato nella Messa. Nel 1311 il Sinodo di Ravenna lascia al sacerdote la facoltà di scegliere, tra la sacrestia e la chiesa, il luogo ritenuto più opportuno per conservare la riserva eucaristica. [5 continua]