Letture: Malachia 1,14b-2,2b.8-10 / Salmo 130 / 1Tessalonicesi 2,7b.9-13
Custodiscimi, Signore, nella pace.
Dal Vangelo secondo Matteo (23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 04 | 18.00 | + Vincenzo Guida e Rocco Maria Carmela, Giuseppe e Vincenzo |
Domenica 05 | 10.30
18.00 |
+ Erminia
+ Michelino, Gaetano, Vito e Antonio +Carmine, Ida, Vincenzo e Bice |
Lunedì 06 | 18.00 | + Stefano Gattucci (IV anniv.), Elmore e Rita
+ Delvis |
Martedì 07 | ||
Mercoledì 08 | 18.00 | Deff.ti Buldrini e Galanti |
Giovedì 09 | ||
Venerdì 10 | ||
Sabato 11 | ||
Domenica 12 | 10.30
18.00 |
+ Resta Maria, Luigi e Paolo
+ Angelo Tozzola (II anniv.) |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario
(anticipato alle 16.55 [prima della Via Crucis] )
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : A
Novembre 2023 |
Domenica 05
XXXI del T. Ord. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (in S. Paolo)
Ore 15.30 (oratorio) :Incontro sul tema “Quale oratorio vogliamo costruire?” Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti) |
Lunedì 06 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti) |
Martedì 07 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti) |
Mercoledì 08 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti)
Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Giovedì 09
Dedic. basilica lateranense |
S. Messa ad orario feriale
Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti) |
Venerdì 10
Dedicazione chiesa di S. Paolo |
446mo anniversario della Dedicazione della chiesa di S. Paolo
Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario |
Domenica 12
XXXII del T.Ord. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (in S. Paolo) |
A – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 14,12-14 | Lc 14,15-24 | Lc 14,25-33a | Gv 2,13-22 | Lc 16,1-8 | Lc 16,9-15 |
Vivere il mistero– Il brano evangelico si può dividere in quattro momenti. I primi due sono di tipo descrittivo. Il terzo ha, invece un carattere spiccatamente parenetico (è formulato alla seconda persona plurale). L’ultimo sembra un lògion a se stante, da comprendersi a livello di redazione, voluto dall’Evangelista. Il primo momento ruota attorno alla raccomandazione: «Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno». Nel secondo, Gesù descrive la sete degli scribi e dei farisei di apparire e primeggiare sugli altri: «Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini». Nel terzo momento, infine, Gesù pone al centro dell’attenzione di tutti solo Dio come unico vero Padre e se stesso come unico vero Maestro. Chiude il brano, Mt 23,11-12, un precetto e un detto sapienziale che richiamano al servizio e all’umiltà coloro che hanno l’autorità nella Chiesa. Al tempo di Gesù gli scribi e i farisei costituivano i rappresentanti di due grandi filoni di pensiero teologico che facevano da guida al popolo ebraico. La posizione di Gesù è molto dura. Da una parte ne ammira l’insegnamento («Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo»), ma dall’altra invita i suoi ascoltatori a non imitare le loro azioni. L’Evangelista ricorda le parole di Gesù probabilmente perché nella Chiesa nascente c’erano casi di responsabili di comunità che insegnavano bene e non si comportavano di conseguenza. Questo dato è testimoniato da un discepolo di Pietro, quando scrive: «Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce». Un giorno i discepoli discussero chi tra loro fosse il più grande. Gesù, nell’ultima cena, riprese il tema e lasciò ai suoi discepoli una risposta simile a un testamento: «Per voi però non sia così [= come i re delle nazioni]; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve». Si è primi quando si vive la dimensione del servizio, non quando si «allargano i filatteri», si «allungano le frange», si amano i posti d’onore nei banchetti o ci si fa chiamare «padre» o «maestro». (Don Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- Il Tabernacolo (prima parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Riconosciuta a sua volta la vera importanza del culto eucaristico al difuori della Messa nella vita spirituale dei fedeli, si è tentato di collocarlo in un contesto più appropriato e, come suggerisce SC7, in quello più ampio della presenza di Cristo nella liturgia, cioè nella stessa assemblea dei fedeli riunita nel suo nome, nell’ascolto della sua Parola, nella celebrazione dei sacramenti, nel sacrificio della Messa sia nella persona dei ministri sia, in modo speciale, sotto le specie eucaristiche con una presenza reale, non per esclusione, come se le altre non fossero tali, ma per antonomasia (cf. EM nn. 9 e 55; RCCE n. 6). In tale contesto, ha senso celebrare quella presenza assolutamente unica del Signore che inizia in modo sacramentale durante la Messa e che perdura nell’Eucaristia conservata per il Viatico, la comunione fuori della celebrazione e il culto di adorazione. La storia del tabernacolo e del luogo a esso riservato non sarà dunque semplicemente la storia di un’evoluzione artistica o architettonica di un oggetto e della sua collocazione nello spazio liturgico, in coincidenza con l’evolversi delle forme estetiche del tempo, ma piuttosto espressione della storia di un pensiero e di una riflessione teologica sul sacramento dell’Eucaristia, sempre più vivo e profondo nella vita della Chiesa. L’uso di conservare una parte delle specie eucaristiche dopo la celebrazione della Messa nacque da subito nelle prime comunità cristiane e, conseguentemente, pure la necessità di trovare per esse il luogo più adatto perché potessero essere custodite e venerate. Già dai primi secoli ci giungono testimonianze sicure della consuetudine, dopo la celebrazione domenicale in una casa, di conservare l’Eucaristia per gli assenti e in particolare per i malati, per il Viatico ai moribondi, ma anche per comunicarsi durante la settimana, abitualmente prima dei pasti. Le specie eucaristiche, dunque, venivano portate dopo la Messa nelle abitazioni private dei cristiani e lì custodite in piccole teche di stoffa o di legno. [4 continua]