Letture: Geremia 17,5-8 / Salmo 1 / 1Corinzi 15,12.16-10
Beato l’uomo che confida nel Signore.
Dal Vangelo secondo Luca (6,17.20-26)
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 12 | 18.00 | Deff. fam. Guadagnini Vincenzo |
Domenica 13 | 10.30
18.00 |
+ Lorenzo e Antonietta Ravaglia e Torquato e Luciana Sisti
+ Settembre Anna + Poggiali Dante + Adriana, Adolfo e genitori |
Lunedì 14 | ||
Martedì 15 | 8.00 | + Servidori Marianna |
Mercoledì 16 | ||
Giovedì 17 | 18.00 | + Brandolini Irene e Amadei Carlo
+ Bassi Giovanni e Resta Maria |
Venerdì 18 | 8.00 | + Aristide |
Sabato 19 | 18.00 |
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Domenica 20 | 10.30 | + Marconi Francesco |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.
Anno : C
Febbraio 2022 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 13
VI del T. Ordinario |
Giornata per la vita
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 |
Lunedì 14
Ss. Cirillo e Metodio |
S. Messa ad orario feriale |
Mercoledì 16 | Ore 18.00 (S. Paolo) : S. Messa presieduta dal nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti con la partecipazione del Movimento Lavoratori A.C. (MLAC)
Ore 20.45 (S. Paolo): Prove del coro S. Paolo |
Giovedì 17 | Ore 20.45 (canonica) : 2° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio |
Venerdì 18 | Ore 17.30 (S. Paolo): Adorazione eucaristica e S. Rosario |
Domenica 20
VII del T. O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 |
1 – E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2022 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 10,1-9 | Mc 8,14-21 | Mc 8,22-26 | Mc 8,27-33 | Mc 8,34-9,1 | Mc 9,2-13 |
Vivere il Mistero- L’ultima delle domeniche epifaniche introduce un elemento ulteriore «Abbiamo contemplato il manifestarsi del Figlio di Dio, abbiamo identificato gli inviati a manifestarne il Vangelo, ora guardiamo il messaggio e Gesù stesso a partire da chi lo riceve. Insomma al centro della nostra attenzione in questa 6a domenica del tempo ordinario sono proprio coloro a cui Gesù indirizza la sua parola di vita. Nella prima lettura (Ger 17,5-8) il profeta propone una sorta di dittico in cui accosta insieme maledizione e benedizione. Oggetto della prima è chi confida nell’uomo; della seconda chi confida nel Signore. La povertà insanabile della prima condizione è paragonata alla pianta di tamarisco, arbusto gramo che germina nella steppa, privo di frutti, destinato a stentare in un terreno arido e salmastro. Gli interlocutori del profeta lo conoscono bene e dunque l’immagine coglie nel segno. Chi, invece, confida nel Signore è paragonato a un albero piantato lungo il fiume, sempre irrorato dall’acqua, riparato perciò dal caldo e dall’eventuale siccità, ricco sempre di frutti. Ed ecco che di impegno ci parla, sia pure in modo indiretto, il Vangelo, tratto da Lc 6,17.20-26. Ascoltiamo oggi la redazione lucana della proclamazione delle beatitudini. Pure fuori dalla grande architettura di Matteo, dalla proposizione di Gesù come nuovo Mosè legislatore, il discorso conserva intatta la sua efficacia. Nel circolo dell’odierna proclamazione, le parole di Luca sono rette dalla contrapposizione tra il portare frutto e l’essere sterile, tra il produttivo e l’improduttivo, tra la benedizione e la maledizione. Diventano così manifesto dell’epifania di Cristo, e perciò benedetti, i poveri, gli affamati, quelli che piangono, quelli che sono o saranno perseguitati a ragione di lui. Negano Cristo, ne sono anti-manifestazione, oscuramento, i ricchi, i gaudenti, i sazi, coloro che vengono adulati. Notiamo ancora come Gesù agli uni e agli altri, ma con accento diverso, richiami l’agire dei padri con i profeti. Questi ultimi sono stati perseguitati; al contrario esaltati e adulati sono stati i falsi profeti. Possiamo aggiungere che quanto in Geremia è annuncio, nelle parole di Gesù è manifesto in atto. E, in effetti, malgrado il modo «mite» con cui in Luca sono pronunciate le beatitudini o viene opposto a esse il «guai» del confidare unicamente su se stessi chiudendosi all’altro e ai suoi bisogni, le parole di Gesù esprimono il manifesto della rivoluzione più grande, quella che riconosce come destinatario del messaggio chi è in condizione di indigenza, di povertà, di limite, di emarginazione e ne fa il perno che ribalta la sterile, cieca e pasciuta indifferenza. La rivoluzione di cui parliamo non consiste, dunque, nell’esortare i poveri, gli affamati, i perseguitati ad accettare la loro condizione in nome di una ricompensa a venire. Consiste piuttosto nel dover assumere, come norma della sequela, il riconoscere i poveri, i diseredati, gli affamati, gli afflitti come epifania di Dio. La sequela di Cristo non può che assumerne il punto di vista, impegnandosi a restituire ciascun povero, ciascun perseguitato, ciascun dolente alla dignità di creatura fatta a immagine di Dio. La comunità ecclesiale, e in essa il singolo cristiano, non possono costruirsi alibi al riguardo. La tentazione, invece, è quella di stare dalla parte dei potenti, dei vincenti, dei gaudenti e magari di essere noi stessi potenti, vincenti, gaudenti… Non «Chiesa dei poveri», ma Chiesa dei ricchi, dei prepotenti! Come sempre è l’orazione colletta (torniamo a suggerire quella proposta in alternativa nell’edizione italiana del Messale) ad avviarci su questa linea interpretativa: «O Dio, Signore del mondo, che prometti il tuo regno ai poveri e agli oppressi e resisti ai potenti e ai superbi, concedi alla tua Chiesa di vivere secondo lo spirito delle beatitudini proclamate da Gesù Cristo, tuo Figlio…». (Sr Cettina Militello)