Programma dal 14 al 22 dicembre 2024

Letture: Sofonia 3,14-17 / Salmo da Isaia 12,2-6 / Filippesi 4,4-7

Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo di Israele.

Dal Vangelo secondo Luca (3,10-18)

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore.

 

VITA ECCLESIALE

Sabato 14

18.00

 

Domenica 15

10.30

+ Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa e deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi e Capucci Armando

+ Mondini Alfredo, Luigi e Giulia

Lunedì 16

18.00

+ Brini Gigliola

Martedì 17

   

Mercoledì 18

   

Giovedì 19

18.00

S. Messa con la partecipazione delle scuole

Venerdì 20

8.00

+ Dovadola Dario

Sabato 21

18.00

+ Antonio

Deff. fam. Preti

Domenica 22

   

Venerdì20Ore 10.00 – 12.00 16.00 – 17.20

Sabato21Ore 10.00 – 12.00 16.00 – 17.20

20.30 – 22.00

Domenica22Ore 9.30 – 10.15 16.00 – 17.20

Lunedì23Ore 15.00 – 17.20

Martedì24Ore 10.00 – 12.00 15.30 – 19.00

21.00 – 22.00

Mercoledì25Ore 16.00 – 17.20

Le Confessioni

in prossimità del

Natale

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (16.55 nei giorni della Novena)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e Novena

 

Anno : C

Dicembre 2024

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 15

III di Avvento

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. I bambini del catechismo accendono la Terza candela di avvento.

Lunedì 16

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.45 (canonica) : Consiglio pastorale parrocchiale

Martedì 17

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Mercoledì 18

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.30 (S. Paolo) : Prove del “Coro San Paolo”

Giovedì 19

Ore 9.30 (cattedrale) : S. Messa nell’anniversario della morte di Mons. Carrara (50 anni) e Mons. Dardani (25 anni) e, al termine, sepoltura dei resti mortali di Mons. Tribbioli e Mons. Carrara nella tomba dei vescovi nella cripta della cattedrale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Venerdì 20

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e Novena di Natale

Ore 20.00 (oratorio) : Recita di Natale (a cura di Catechisti ed Educatori e ragazzi).

Sabato 21

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Domenica 22

IV di Avvento

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. I bambini del catechismo accendono la Quarta candela di avvento.

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

Alla scuola di Gesù :

 

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

 

Mt 21,23-27

Mt 1,1-17

Mt 1,18-24

Lc 1,5-25

Lc 1,26-38

Lc 1,39-45

Vivere il mistero – Le ultime parole del Vangelo di questa terza domenica di Avvento aprono davanti a noi un vasto orizzonte: «Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo» (Lc 3,18). In questo verbo è racchiuso tutto il mistero dell’incarnazione che, nella notte di Natale, sarà annunciato ai pastori come una «grande gioia che sarà di tutto il popolo» (Lc 2,10). Un sentimento che farà trasalire il cuore dei Magi dopo il loro lungo cammino il cui ultimo tratto – quello che va da Gerusalemme a Betlemme – sarà il più costoso. Nonostante tutta la fatica del cammino alla fine persino il cuore dei Magi si aprirà a una «gioia grandissima» (Mt 2,10). In una sua meditazione, Giovanni Paolo II così commentava il mistero di questa domenica Gaudete: «Sapere che Dio non è lontano, ma vicino, non indifferente, ma compassionevole, non estraneo, ma Padre misericordioso che ci segue amorevolmente nel rispetto della nostra libertà: tutto questo è motivo di una gioia profonda che le alterne vicende quotidiane non possono scalfire.  Caratteristica inconfondibile della gioia cristiana è che essa può convivere con la sofferenza, perché è tutta basata sull’amore. In effetti, il Signore che ci è vicino al punto da farsi uomo, viene ad infonderci la sua gioia, la gioia di amarsi». In questo contesto di esultanza, le risposte che Giovanni Battista dà ai suoi interlocutori che gli chiedono indicazioni per la salvezza, sono in realtà un’esortazione a vivere la propria condizione con fiducia, con pace e in una reciproca attenzione di amore. Questo modo di portare e sentire la vita genera la gioia vera e fa spazio a Colui che viene per «pulire» l’aia del nostro cuore da tutto ciò che rende meno facile l’armonia e la pace. In una parola siamo chiamati ad essere partecipi della stessa gioia di Dio che si rivela in Cristo Gesù come «qualcosa di primordiale, di fondamentale e di immutabile: la gioia è il riposo e la piena realizzazione della nostra umanità nella verità, l’amore e l’armonia». La gioia è sempre espressione di una grande fiducia e questo ci permette di accedere alla condivisione come respiro abituale della vita senza più la paura di perdere, ma nella letizia di dare e di essere con gli altri fino a essere per gli altri. Il Battista non richiede ai suoi ascoltatori niente di straordinario ma esorta semplicemente: «Chi ha due tuniche,ne dia una a chi non ne ha». Il Precursore esorta perfino i pubblicani con parole misurate: «Non esigete nulla di più». Ai soldati dice «accontentatevi». Dopo aver ascoltato queste risposte del Battista potremmo cercare di aprire interiormente l’orecchio del nostro cuore per intuire – a partire dalla nostra situazione personale – quale tipo di segno può esprimere nella nostra vita la vicinanza del Regno di Dio. Possiamo chiederci quale tipo di nota particolare può assumere l’«amabilità» di cui parla l’apostolo nel tessuto concreto della nostra vita. Dalla dinamica che ritroviamo nel testo evangelico sembra risultare chiaro che l’amabilità può essere solo il frutto della serena accoglienza di una parola minima di conversione. Così minima da essere realmente possibile e veramente praticabile da ciascuno a partire dalla propria struttura e situazione concreta di vita. Eppure, questo minimo si inserisce nell’orizzonte più ampio e – indubbiamente più esigente – della manifestazione del Messia. Proprio il Messia come assicura Giovanni: «vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Tutto questo fuoco ci può spaventare solo se arrivassimo impreparati e – per certi aspetti – se non fossimo passati da questa prima fase che potremmo definire la preparazione dell’amabilità. Questo sentimento squisitamente umano ci permette di aprirci a esigenze sempre più forti che, inevitabilmente, l’incontro con il Signore e Cristo porta con sé. In ogni modo si comincia sempre con il poco! Le grandi cose devono sempre prendere avvio con il minimo che permette una fiducia e un’apertura crescenti e capaci di condurre, gradualmente, ben oltre il semplice «accontentatevi». Per esporsi al giudizio, al discernimento che esige ogni incontro autentico con il Signore Gesù e le esigenze del suo Vangelo è necessario sentire, prima di tutto e fondamentalmente, l’annuncio del profeta: «Il Signore ha revocato la tua condanna» e ancora «non lasciarti cadere le braccia» e tutto questo perché egli «ti rinnoverà con il suo amore». Solo un simile fuoco d’amore può permettere di passare attraverso il crogiuolo del battesimo di fuoco che è la conversione della vita. (don MichaelDavide Semeraro)

Spazi per la liturgia- Uno spazio felice (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

La celebrazione sacramentale della Penitenza, con la quale «il cristiano muore e risorge con Cristo e viene così rinnovato nel mistero pasquale» (RP 44), ci permette di recuperare lo stato iniziale e ci riporta alla grazia battesimale: è ritornare alla casa del Padre e rigodere di nuovo della sua condizione divina. Proprio per questo «il nostro Salvatore Gesù Cristo […] istituì nella sua Chiesa il sacramento della Penitenza, perché i fedeli caduti in peccato dopo il battesimo riavessero la grazia e si riconciliassero con Dio. “Acqua e lacrime non mancano alla Chiesa: l’acqua del Battesimo, le lacrime della Penitenza” [S. Ambrogio]» (RP, Premesse n. 2). Sempre nelle Premesse al Rito, viene proposta la validità e l’utilità del ricorso «assiduo e frequente» al sacramento anche per i peccati veniali come «un costante e rinnovato impegno di affinare la grazia del Battesimo» e «occasione e stimolo a conformarsi più intimamente a Cristo, e a rendersi sempre più docili alla voce dello Spirito» (Ibidem n. 7). Un terzo luogo liturgico, fortemente simbolico, quello della porta mette in evidenza un aspetto importante, seppure disatteso, nella prassi sacramentale della riconciliazione: il sacramento «come» e «in» un cammino di rinnovamento, e non semplicemente come un atto devozionale e a sé stante. (11– continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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