Programma dal 14 novembre al 22 novembre 2020

Letture: Proverbi 31,10-13.19-20.30.31 / dal Salmo 127 / 1Tessalonicesi 5,1-6

Beato chi teme il Signore

Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30)

15 novembre In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.

Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 14 18.00 + Santese Otello
Domenica 15 10.30

18.00

+ Resta Maria e Paolo

+ Stefano e Maria Baldini

+ Marconi Edamara e deff. Fam. Ghetti e Valenti

+ Cappadonia Giuseppe

+ Malavolti Clara e Benini Sante

Lunedì 16 18.00 + Brandolini Irene, Fabbri Adamo e Amadei Carlo
Martedì 17 8.00 Deff. fam. Franchini
Mercoledì 18
Giovedì 19 18.00 + Ranieri Giuseppe
Venerdì 20
Sabato 21 18.00 + Antonio
Domenica 22 10.30

18.00

+ Castelli Adriano

+ Deremo e Luciana

Per i parenti vivi e defunti delle fam. Dovadola-Ruffini e vivi e defunti di Dovadola Ivano

Deff. fam. Galanti

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia riparte a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : A

Novembre 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 15

XXXIII del T.O

Giornata Mondiale dei Poveri

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Venerdì 20 Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica
Sabato 21 Presentazione della B.V.Maria Giornata di preghiera per le claustrali

S. Messa ad orario feriale

Ore 14.30 (S.Paolo) : Catechismo per la III elementare

Domenica 22

Cristo Re

Giornata diocesana per il Seminario

Festa parrocchiale del Ringraziamento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata dai lavoratori

dei campi

Ore 16.30 (S.Paolo) : Catechismo i ragazzi di II media che si preparano a ricevere il Sacramento della Cresima

1 – La Giornata nazionale della Colletta Alimentare avrà luogo :

da sabato 21 novembre a martedì 8 dicembre

con modalità del tutto particolari (causa la attuale situazione) illustrate a parte.

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 18,35-43 Lc 19,1-10 Lc 19,11-28 Lc 19,41-44 Lc 19,45-48 Lc 20,27-40

Vivere il Mistero- In questa penultima domenica dell’Anno liturgico la parola di I Dio porta la nostra attenzione sulla venuta finale del Signore. Poniamo quindi l’attenzione sulla parabola evangelica; evidenziando, però, non tanto il comportamento dei servi quanto l’agire gratuito del padrone, di Dio, il quale si presenta a noi come colui che dona e dà fiducia. Al riguardo, una delle più belle definizioni di Dio ce l’ha offerta san Giacomo quando scrive che Dio «dona a tutti con semplicità e senza condizioni» (Gc 1,5). Nella Bibbia greca dei LXX il verbo «donare» ricorre circa 1500 volte. Quando questo verbo ha come soggetto Dio, l’autore biblico vuole significare che tutto è dono suo. Ma c’è un altro aspetto da considerare; l’idea di donazione divina è legata al concetto di alleanza, stipulata da Dio con i Padri. Nota al riguardo A. Jaubert: «Tutta intera la vita religiosa della comunità israelitica era fondata sull’alleanza con Dio, Tutto ciò che stava a cuore ad un israelita: possesso della terra, grandezza della nazione, speranza di un re figlio di Davide e capo del popolo d’Israele; tutto era oggetto delle promesse dell’alleanza». Nel Nuovo Testamento Dio è il donatore supremo. Il dono che supera ogni dono è il Figlio, il quale apre i tesori del Regno a tutti quelli che credono in lui. Sulla croce, Gesù porta poi a compimento il dono di sé stesso, lui che «non è venuto per farsi servire, ma per servire e donare la propria vita in riscatto per molti» (Mt 28,28). Questo dono è posto dalla Chiesa al centro della sua liturgia, divenendo memoriale perenne dell’amore del suo Signore: «Questo è il mio corpo che è donato per voi» (Lc 22,19). Siamo nella nuova ed eterna alleanza. Ma cosa comporta per Dio, stando alla parabola di Mt 25,14-30, «donare»? Anzitutto dobbiamo fare un chiarimento tra «donare» e «dare». Nel dare c’è scambio e vendita (primato della cosa); nel donare, invece, c’è un soggetto, che nella libertà e per amore, fa un dono ad un altro soggetto (primato della persona). Donare è perciò un movimento asimmetrico, che instaura una relazione. Ancora: donare è assumere un rischio. Il padrone, infatti, affida ai suoi servi i suoi beni. Cosa ne faranno? Neppure lui lo sa. Questo ci fa comprendere un’altra cosa importante, che l’atto del dono, per Dio, nasce dalla sua fiducia per l’uomo, dalla fede nella sua creatura. Ma c’è un terzo aspetto: nel dono, Dio non aspetta il contraccambio. Certo, si rallegra quando il dono è moltiplicato, ma non esige la risposta riconoscente. Qui emerge uno dei tratti, se vogliamo, più sconvolgenti di Dio: la gratuità. Sì, il dono non può essere che gratuito e la gratuità deve investire anche chi è beneficato in modo che doni a sua volta gratuitamente. Questo dato della fede cristiana è espresso in modo emblematico nel comandamento nuovo (cf Gv 13,34-35). Gesù, che ha anticipato il suo dono nella lavanda, non chiede ai suoi discepoli che lo amino, ma che si amino tra loro. Qui abbiamo il culmine della gratuità. Tra i servi del padrone ne emerge uno che per non aver fatto fruttificare il talento viene così apostrofato: «servo malvagio e pigro». Dove ha sbagliato questo servo? Stando al racconto, il servo non ha duplicato il talento ricevuto. Cerchiamo di capire: cosa sono i talenti? Sono le doti o i beni che Dio ci ha affidati? Anche, ma non solo. Se teniamo presente il contesto della parabola, possiamo cogliere nei talenti non tanto le doti o i beni di cui una persona dispone, come dicevamo, quanto l’olio dell’amore, che mai deve mancare nella nostra lampada (cf Mt 25,1-13), e che sempre dev’essere «versato» sui poveri, nei quali Cristo si è identificato (cf Mt 25,31-46).

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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