Programma dal 7 novembre al 15 novembre 2020

Letture: Sapienza 6,12-16 / dal Salmo 62 / 1Tessalonicesi 4,13-18

Ha sete di te, Signore, l’anima mia

Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)

08 novembre In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 07

18.00

+ Gattucci Stefano (1° Anniv.)

Domenica 08

10.30

18.00

+ Elisa, Vincenzo e deff. Biancoli e Penazzi

Deff. fam. Buldrini Natalino, Silla e Maurizio

Lunedì 09

18.00

Deff. cg. Mussino, Giacometti e De Giovanni

+ Martoni Francesco e Maria, Ravaglia Eugenio e Maria

Martedì 10

20.30

+ Alfonso, Alma, Maria e Peppino

Mercoledì 11

18.00

+ Piccolo Biagio e i suoi genitori, Costanzo Antonio e deff. fam. Minardi Pasquale

Giovedì 12

   

Venerdì 13

8.00

+ Tina e Nino Savorani

Sabato 14

18.00

+ Santese Otello

Domenica 15

10.30

18.00

+ Resta Maria e Paolo

+ Stefano e Maria Baldini

+ Marconi Edamara e deff. Fam. Ghetti e Valenti

+ Cappadonia Giuseppe

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

(anticipato alle 16.55 prima della Via Crucis)

Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia riparte a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : A

Novembre 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 08

XXXII del T.O

Giornata nazionale del Ringraziamento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti)

Lunedì 09

Ded.ne Basilica Lateranense

S. Messa ad orario feriale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis (ottavario dei defunti)

Ore 20.30 (canonica) : Consiglio Pastorale Parrocchiale (puntuali)

Martedì 10

Dedicazione della Chiesa di S. Paolo

Ss. Messe ore 8.00 e 20.30

Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Messa della Dedicazione

Giovedì 12

Ore 20.30 (Ascensione) : Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni

Venerdì 13

Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Domenica 15

XXXIII del T.O.

Giornata Mondiale dei Poveri

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

La nostra chiesa dedicata alla Conversione di S. Paolo Apostolo

celebra il 443° anniversario della Dedicazione

Martedì 10 novembre S. Messa alle ore 20.30

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Gv 2,13-22

Lc 17,7-10

Lc 17,11-19

Lc 17,20-25

Lc 17,26-37

Lc 18,1-8

Vivere il Mistero- La Liturgia sommessamente ci avverte che l’Anno liturgico sta per finire. L’ultima frase del Vangelo odierno ci pone di fronte al mistero dell’incontro con il Signore. Non si tratta dell’incontro fra due sconosciuti, ma fra persone che si conoscono. Nel pensiero di Gesù, infatti, esiste un messaggio forte: l’incontro ultimo tra l’uomo e Dio è paragonabile all’incontro tra lo sposo e la sposa. Gesù non ha posto a caso questo paragone. Certamente il giudizio ultimo non è cosa da poco, ma non va immaginato con l’incubo della «camera di consiglio», dove nel silenzio misterioso della riservatezza vengono valutate le prove a carico e a discolpa. Il giudizio divino è paragonabile all’incontro tra due persone che si amano: non c’è niente di nascosto o di arbitrario. Tutto è palese e se anche ci fosse qualche cosa che non va tra gli sposi, ci si accoglie per quello che si è. L’importante è amarsi reciprocamente. Ciò che non è ammissibile tra due sposi è che uno ami e l’altro no. In quel caso non c’è più l’incontro tra due persone che si amano. Il credente si apre all’incontro con Gesù che ritorna attraverso un atteggiamento di vigilanza («Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora»). Anche quando i discepoli chiederanno a Gesù «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo», il Maestro si rifiuterà di rispondere a questa richiesta («Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno Io sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre»), ma inviterà i discepoli a vigilare, cioè ad agire correttamente sorretti dalla preghiera. Per ogni persona esiste quella situazione ultima che viene vissuta una volta sola. Per il cristiano non esiste «l’esame di riparazione», che può essere rappresentato dalla reincarnazione. C’è, dunque, bisogno della sapienza che viene dall’alto per saper comprendere la preziosità dell’esistenza e attivare una saggia vigilanza, perché non si conosce né il giorno né l’ora in cui il Signore ritornerà. Con la parabola (paragone/similitudine) delle vergini stolte e delle vergini sagge Gesù illustra il delicato tema di tale incontro ultimo fra il credente e Dio. L’invitato non solo è chiamato ad accogliere l’invito, ma anche a prepararvisi. La colletta propria, infatti, riprendendo sia il tema della sapienza sia il tema dell’ultimo incontro, chiede a Dio che i credenti alimentino, attraverso la partecipazione all’Eucaristia, l’olio delle lampade «perché non si estinguano». Il brano delle vergini stolte e delle vergini prudenti è stato collocato da Matteo nel discorso escatologico insieme ad altri racconti parabolici che invitano alla vigilanza operativa. La pericope, infatti, è preceduta dalla parabola del maggiordomo in attesa del ritorno del padrone ed è seguita da quella dei talenti. Ci sono almeno tre punti che vanno approfonditi: il ritorno di Gesù, l’identità delle vergini e il valore simbolico delle lampade. Il ritorno di Gesù, era molto atteso dalla prima generazione cristiana. L’attesa non è cosa facile. Pietro aiuta i credenti ad accogliere il tempo dell’attesa come un tempo di misericordia: più il ritorno di Gesù tarda più tempo hanno i credenti per convertirsi e migliorare la propria vita. Chi sono le vergini della parabola? Certamente Gesù raccontava un caso vero o verosimile e, perciò, si trattava di singole persone invitate alle nozze. Quando, però, Matteo riporta questa parabola di Gesù, il termine «vergine» era stato caricato di significati simbolici più ampi. Paolo, infatti, chiama «vergine casta» la comunità di Corinto. Le vergini, dunque, non sarebbero le singole persone, ma piuttosto le comunità che formano la Grande Chiesa. Le lucerne, a loro volta, dovrebbero essere le opere che derivano dalla fede: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». Lo sposo è, ovviamente, Gesù. Nell’attesa bisogna curare le lampade.

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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