Programma dal 15 all’23 maggio 2021

Letture: Atti 1,1-11 / Salmo 46 / Efesini 4,1-13

Ascende il Signore tra canti di gioia.

Dal Vangelo secondo Marco (16,15-20)

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 15 18.30 + Adolfo Tabanelli e deff. della famiglia
Domenica 16 10.30

18.30

+ Alma, Alfonso, Maria e Peppino

+ Cotroneo Giorgio (20° anniv.)

Lunedì 17 18.30 Per Maria Teresa e Monica (viventi)
Martedì 18
Mercoledì 19 18.30 + Sangiorgi Gian Battista
Giovedì 20 18.30 + Ines
Venerdì 21 8.00 + Senzani Pellegrina

+ Antonio

Sabato 22 18.30 + Castelli Adriano

+ Zanoni Alfa

Domenica 23 10.30

18.30

+ Franco, Maria, Demo e Luigi

Vivi e defunti famiglie Dovadola Ivano e Ruffini e parenti

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze (muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Maggio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 16

Ascensione del Signore

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Cassiano) : Solenne pontificale presieduto da Mons. Mosciatti e Benedizione alla città e diocesi.

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Lunedì 17 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Martedì 18 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Mercoledì 19 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Giovedì 20 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio
Venerdì 21 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Sabato 22

S. Rita da Cascia

S. Messa alle ore 18.30

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Domenica 23

Pentecoste

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa di Prima Comunione per un primo gruppo di bambini di IV elementare

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio

Nota. Ss. Messe feriale e festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Rispettare tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

1. Sono aperte le pre-iscrizioni all’«Estate ragazzi» che avrà luogo all’oratorio nel periodo 7 – 25 giugno. La scheda con le indicazioni di massima sono disponibili presso l’entrata della chiesa.

Visita alle famiglie con Benedizione.

E’ stato recapitato ad ogni famiglia un volantino contenente le informazioni su come comportarsi per chi desidera avere la Benedizione “Pasquale” a casa, in famiglia.

Occorre compilare il volantino e riconsegnarlo in parrocchia mettendolo nell’apposita urna posta all’ingresso della chiesa entro il 31 maggio.

E’ importante indicare il proprio recapito, soprattutto un numero di telefono, mediante il quale il parroco provvederà a contattare la famiglia per concordare tempi e modi per la visita.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 16,29-33 Gv 17,1-11a Gv 17,11b-19 Gv 17,20-26 Gv 21,15-19 Gv 21,20-25

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Vivere il Mistero- L’evangelista Marco ci fa comprendere il mistero dell’Ascensione attraverso un’apparente contraddizione: «Il Signore Gesù fu elevato in cielo» e «agiva insieme con loro». Alla fine del suo Vangelo – il primo redatto e consegnato alla Tradizione – Marco ribadisce il nesso tra la parola di grazia e i «segni» di guarigione. In tal modo il mistero di Cristo – nato, morto, risorto e asceso al cielo – fa tutt’uno con il mistero della Chiesa, suo corpo, che lo rende presente nella storia come energia di bene e di pace per tutti. Dalla risurrezione e dall’ascensione del Signore scaturiscono gioia profonda, pienezza assoluta, comunione ampia. Cielo e terra si fondono in un abbraccio, che ci redime e ci salva a partire da ogni nostro limite che, oggi, è ampiamente redento e benedetto. L’evangelista Luca dice che i discepoli sono totalmente rapiti da Gesù che ri-sale alle sorgenti della sua intimissima e unica comunione con il Padre: «Mentre lo guardavano fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi». Con questo versetto si conclude il tempo in cui il Signore Gesù «si mostrò a essi vivo… durante quaranta giorni» e si apre un’altra tappa della storia della salvezza che è segnata dall’attesa di un ritorno. Non è la stessa cosa attendere qualcosa o qualcuno che venga per la prima volta, oppure attendere il ritorno di qualcuno o di qualcosa: «Verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». Come ci ricorda l’apostolo Paolo, vi è una domanda importante che dobbiamo saperci porre al cuore di questa festa: «Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra». Non certo per una passeggiata di piacere, come capitava di fare agli dei che popolano le mitologie, ma esattamente per trasmetterci il «modo» di abitare la terra tanto da renderla una pregustazione del cielo. Per la Chiesa e per tutti noi oggi è un giorno di grande gioia: il Signore Gesù risorto dai morti, dopo avere aperto per ciascuno di noi una via per vivere in modo pieno la nostra esistenza, ci apre pure le porte del cielo. La Chiesa prega con sentimenti colmi di commozione mista a una comprensibile fierezza «e noi membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria» (Colletta). La Chiesa non solo ci fa pregare, ma pure ci fa sperare serenamente e quasi allegramente. Infatti, l’Ascensione porta a compimento il mistero dell’Incarnazione così come si è attuata nell’esperienza di Gesù di Nazareth, riconosciuto come Signore. Il Verbo del Padre, generato prima di ogni creatura, rappresenta per ciascuno di noi e per ogni uomo e donna in questo mondo il punto di riferimento, l’asse attorno a cui organizzare tutta la nostra esperienza di vita per «arrivare tutti allo stato di uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Il mistero dell’Ascensione ci invita ad affrettare il passo verso il cielo, ossia verso la pienezza, la totalità, la ricapitolazione di tutto ciò che fa parte della nostra vita e della nostra storia perché la forza che proviene dal mistero pasquale possa essere «pienezza di tutte le cose» (Ef 4,10). La nostra umanità è ormai l’unica via per essere divinizzati, senza essere in nulla de-umanizzati. Il Vangelo della risurrezione secondo Marco si conclude con una nota particolare «non dissero niente a nessuno perché avevano paura». Il racconto dell’Ascensione secondo Marco è un solenne invito al coraggio che arriva perfino a prendere «in mano i serpenti», ossia a non temere nulla neppure il male da cui siamo attorniati. Questo perché il mistero pasquale di Cristo, se riempie ormai «tutte le cose» (Ef 4,10), non può che colmare in pienezza il nostro cuore.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

Lascia un commento