Letture: Deuteronomio 12,1-3 / Salmo 15 / Ebrei 10,11-14.18
Proteggimi, o Dio, in te mi rifugio.
Dal Vangelo secondo Marco (13,24-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 16 | 18.00 | + Dovadola Franco
+ Rossella + Mariangela Fontana |
Domenica 17 | 10.30
18.00 |
+ Resta Maria e Antonio
+ Tozzola Angelo |
Lunedì 18 | 18.00 | + Renato Silvio |
Martedì 19 | ||
Mercoledì 20 | 18.00 | + Anna, Fausto e Achille |
Giovedì 21 | 18.00 | Vivi e defunti delle famiglie Dovadola e Ruffini e secondo le intenzioni di Maria Teresa
+ Antonio e Alide + Ranieri Giuseppe |
Venerdì 22 | 8.00 | + Parrottino Filomena, Maccaruso Vincenzo e defunti della famiglia |
Sabato 23 | 18.00 | + Emma e Dante |
Domenica 24 | 10.30
18.00 |
+ Malucelli Deremo e Luciana
+ Dovadola Monica, Ivano, Silverio, Franco e Ruffini Armanda + Liverani Paolo |
Orario Confessioni Venerdì ore 10.00 – 11.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 17
XXXIII del T.O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) |
Lunedì 18 | Ore 20.45 (canonica) : Caritas parrocchiale
Ore 20.45 (Salone della Collegiata) : Veglia di preghiera col nostro vescovo Mons. Giovanni Mosciatti nella giornata in ricordo delle vittime di abusi |
Mercoledì 20 | Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro San Paolo”
Ore 20.45 (S. Cassiano) : Incontro con il Card. Giuseppe Betori arcivescovo emerito di Firenze sul tema del Giubileo 2025 |
Giovedì 21
Presentazione della B. V. Maria |
S. Messa ad orario feriale
Ore 20.00 (S. Maria in Fabriago) : S. Messa seguita alle ore 20.30 dal S. Rosario e alle ore 21.00 dall’Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni. Ore 20.30 (canonica) : Incontro catechisti |
Venerdì 22 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario |
Sabato 23 | Ore 17.00 (S. Cassiano) : Ordinazione diaconale (permanente) di Giovanni Grassi, Vainer Gheduzzi e Andrea Turrini |
Domenica 24
N. S. Gesù Cristo Re dell’universo |
Festa parrocchiale del Ringraziamento
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata dai lavoratori dei campi |
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.
2- Sono in vendita, con incarico alla Caritas, i biglietti della lotteria preparata dal “Banco alimentare” finalizzata a recuperare risorse per i poveri.
Alla scuola di Gesù : | |||||||||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato | ||||||
Lc 18,35-43 | Lc 19,1-10 | Lc 19,11-28 | Lc 19,41-44 | Lc 19,45-48 | Lc 20,27-40 |
Vivere il mistero – La conclusione dell’anno liturgico è prossima: questa è la I penultima domenica. Il Lezionario presenta la tematica classica, ormai cara alla tradizione cristiana, della parusia (= ritorno finale) di Gesù e della fine del mondo. Si tratta di un tema che fa da ponte tra la conclusione dell’anno liturgico e l’inizio di quello successivo. All’inizio dell’Avvento, infatti, ritroveremo lo stesso tema. Come la sua prima venuta (incarnazione) è stata per la salvezza, così la sua venuta ultima (parusia) sarà salvezza per i suoi discepoli (Mc13,24-32). Nella parusia Gesù comparirà come «Figlio dell’uomo». Questo titolo cristologico manifesta il ruolo di Gesù alla fine del mondo. Egli sarà il giudice dell’umanità. Allora i buoni risorgeranno per «la vita eterna» e gli altri per «la vergogna e per l’infamia eterna», (cf. prima lettura: Dn.12,1-3). Gli eletti saranno insieme con Cristo («Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo»). Quando accadrà questo? È la domanda dei discepoli di ogni luogo e tempo («Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?» Mc 13,4). Dimenticando le parole di Gesù («Quanto pero a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre»),molti hanno tentato di stabilire il tempo. Già lo avevano fatto i millenaristi nel medioevo come lo hanno fatto alcune sette contemporanee oppure qualche preteso veggente moderno. Gesù aveva avvertito i suoi discepoli che ci sarebbe stata l’insipienza di voler a tutti i costi stabilire il tempo della fine: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e:”Il tempo è prossimo”; non seguiteli» (Lc 21,7-8). L’insegnamento di Gesù dice che i cristiani non devono preoccuparsi della «data». Devono, piuttosto preoccuparsi, di essere pronti all’incontro con Colui che si annuncia come giudice. Il titolo cristologico «Figlio dell’uomo» («Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza»), infatti, sottolinea questa dimensione della figura del Signore. Ciò non deve impaurire i credenti perché il «giudice» compirà nei confronti dei suoi un gesto salvifico-redentivo. Nel mondo biblico, infatti, l’espressione «radunare gli eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo» indica un gesto divino atteso per secoli dal popolo ebraico. Si tratta della raccolta dei fedeli dispersi fuori dalla terra promessa a causa di invasioni e deportazioni (= castighi per i peccati del popolo). La raccolta dei fedeli indica il perdono divino, il ripristino dei rapporti tra il popolo di Dio e il suo Signore. Equivale a ritornare alle origini dell’alleanza, quando il popolo non era ancora diventato traditore del proprio Dio. Il giudizio di Dio – per i credenti – sarà un giudizio di salvezza. In altre parole, sarà l’incontro con un Dio che ha fatto di tutto perché l’uomo si salvi. Solo davanti all’ostinazione dell’uomo nel male, Dio – che non vuol violare la libertà umana – si ferma e si arrende. (don Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- Uno spazio felice (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Solo dopo una doverosa panoramica storico-liturgica sia sul rito sia sul luogo della celebrazione e, soprattutto, alla luce del nuovo Rituale riformato, è ora possibile provare a descrivere lo spazio liturgico per il sacramento della Penitenza o della Riconciliazione. A questo scopo, è infatti importante che non venga meno un principio fondamentale: il luogo e la sede della celebrazione devono essere adeguate al rito, e più precisamente alla pluralità di forme celebrative di un sacramento che nei secoli ha conosciuto un’indubbia e notevole evoluzione e che ha condizionato fortemente anche la sua ambientazione spaziale. Cercheremo così di non limitarci a una lettura dello spazio liturgico di tipo «statica», segnata da una preoccupazione primariamente giuridica di determinare con precisione «il» luogo, per privilegiarne invece una «dinamica», cioè una lettura che tenga in considerazione tutti «i» luoghi liturgici coinvolti nel percorso rituale del sacramento secondo la varietà delle sue tre forme celebrative. Inoltre, come per tutti i principali poli liturgici dell’aula, occorre considerarlo come uno spazio felice che si mostri, da una parte, ben «funzionale» alle dinamiche celebrative e, dall’altra, una bella icona del mistero celebrato, diventando un significativo luogo «simbolico». Infine, coordinate imprescindibili di riferimento per tali considerazioni rimangono sempre i documenti magisteriali: il nuovo Rito della Penitenza del Rituale Romano, il Pontificale Romano della Benedizione degli oli e Dedicazione della chiesa e dell’altare (del 1977 l’edizione tipica latina e del 1980 quella italiana), il Codice di Diritto Canonico del 1983 (=CDC) e, soprattutto, le due note pastorali della Conferenza Episcopale Italiana, firmate dalla Commissione Episcopale per la Liturgia e attualmente in vigore: una per La Progettazione di nuove chiese del 1993 (=PNC), l’altra per L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica del 1996 (=AC). Sia il Rituale sia il Pontificale non affrontano direttamente il tema del luogo della celebrazione: il secondo rimanda semplicemente al primo, il quale nelle Premesse indica, sotto il titoletto Luogo della celebrazione, che «il sacramento della Penitenza si celebra nel luogo e nella sede stabiliti dal diritto» (RP 12). È dunque il Codice a offrire inaspettatamente l’indicazione fondamentale più importante: «Il luogo proprio per ricevere le confessioni sacramentali è la chiesa o l’oratorio» (CDC can. 964 §1). Benché il testo risenta eccessivamente di una terminologia preconciliare («ricevere le confessioni sacramentali») e concretamente faccia riferimento solo alla prima delle tre forme del nuovo rituale, il suo merito è quello di affermare il dato tradizionalmente più rilevante: il luogo proprio della celebrazione è l’aula dell’assemblea liturgica e pertanto non può essere isolato da essa (cf. AC 31). (7 – continua)