Letture: Genesi 9,8-15 / Salmo 24 / 1Pietro 3,18-22
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.
Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»..
Parola del Signore.
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VITA ECCLESIALE
Sabato 17 | 18.00 | + Bassi Giovanni e Resta Maria
deff. fam. Negroni Eugenio e Mazzanti Silvia |
Domenica 18 | 10.30
18.00 |
+ Francesco Marconi
+ Aristide + Amadei Carlo, Brandolini Irene, Fabbri Adamo + Poggiali Dante + Foletti Arcangelo (detto Lino) |
Lunedì 19 | ||
Martedì 20 | ||
Mercoledì 21 | 18.00 | + Antonio |
Giovedì 22 | ||
Venerdì 23 | ||
Sabato 24 | 18.00 | + Dovadola Monica, Ivano, Silverio e Ruffini Armanda
+ Venturi Francesco e famiglia Per una famiglia (viventi) |
Domenica 25 | 10.30 | + Stefano e Maria Baldini |
Orario Confessioni Venerdì ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00 Venerdì ore 2030
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì e domenica)
Venerdì ore 17.00 Via Crucis
ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
Domenica ore 16.55 S. Rosario
ore 17.30 Via Crucis
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : B
Febbraio 2024 |
Domenica 18
I di Quaresima. |
Giornata della colletta diocesana Caritas Pro Terra Santa
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa e consegna dei libro dei Vangeli ai fanciulli del 3° anno di catechismo. Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis |
Lunedì 19 | Ore 20.45 (canonica) : Caritas parrocchiale |
Martedì 20 | Ore 21.15 (oratorio) : Incontro giovani di A.C. |
Mercoledì 21 | Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Giovedì 22
Cattedra di S. Pietro |
S. Messa ad orario feriale. |
Venerdì 23
Astinenza |
Non c’è la S. Messa alle ore 8.00)
Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario Ore 20.30 (S. Paolo) : 2a Stazione Quaresimale (Unica S. Messa in S. Paolo) |
Domenica 25
II di Quaresima |
Giornata AGESCI in diocesi del “Thinking day”
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis |
A – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Visita alle famiglie con benedizione
19 feb. – 23 feb.
(dalle ore 15.00)
24 febbraio
(mattino e pomeriggio)
Lunedì 19 : Via don Minzoni (pari)
Martedì 20 : Viale Alighieri (pari)
Mercoledì 21 : Via don Orfeo, dell’Unione Europea)
Giovedì 22 : Viale Alighieri (dispari), Grieco
Venerdì 23 : Viale Carducci (pari)
Sabato 24 : Viale Carducci (dispari)
Alla scuola di Gesù : | ||||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato | |
Mt 25,31-46 | Mt 6,7-15 | Lc 11,29-32 | Mt 16,13-19 | Mt 5,20-26 | Mt 5,43-48 |
Vivere il mistero – Il cammino quaresimale comincia rammentandoci che la misericordia e la pazienza di Dio sono capaci di brillare in cielo come l’arcobaleno, tanto da illuminare graziosamente le nostre più segrete e recondite tenebre interiori. Agli estremi del cielo e della terra, la liturgia accompagna il contrasto stridente di quelle «bestie selvatiche e gli angeli» (Mc 1,12) con cui Gesù sembra serenamente e utilmente accompagnarsi «nel deserto». La concisione di Marco non lascia spazio a fantasie alla tentazione di Satana su cui non si fa tanto rumore né si danno troppi particolari. Alle lusinghe del Maligno si contrappone, in modo veloce e chiaro e per due volte, «il Vangelo di Dio» (1,13) al quale siamo chiamati a convertire la nostra vita per poter credere «nel Vangelo» (1,14). Possiamo dire che la Quaresima è un tempo per ritrovare le vie del Vangelo come la forma in cui sentiamo che il Signore Dio, ancora una volta, vuole riprendere a camminare con noi per ritrovare in noi la sua immagine, la sua somiglianza, la sua gioia, la sua stessa identità attraverso una ritrovata armonia. L’esperienza di Gesù nel deserto, cui ci ispiriamo in questo sacro tempo della Quaresima, non fu altro, secondo il Vangelo di Marco, se non un tempo capace di mettere insieme gli opposti e di fare del cuore e della vita di Gesù una buona notizia: è sempre possibile ritrovare le vie dell’amicizia con Dio e di ristabilire l’alleanza persino quando è stata miseramente calpestata. Forse, senza troppe parole, Marco ci suggerisce il contenuto della tentazione proveniente da Satana per Gesù e per noi: dubitare che questa amicizia e questa armonia siano possibili. Il nostro cammino quaresimale è abitato dal profondo desiderio di aprirci alla contemplazione del vero arcobaleno che non tramonta mai: Gesù crocifisso «messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito». Pur essendo solo agli inizi del nostro cammino, la liturgia – attraverso i testi scelti – ci porta al cuore del mistero che siamo chiamati a celebrare per farcene interiormente trasformare. Questa trasformazione interiore è la conditio sine qua non per un’autentica conversione esistenziale. Ecco allora che l’evangelista Marco – con una stupenda brevità – ci mostra il Signore Gesù appena risalito dalle acque battesimali del Giordano completamente sprofondato nel combattimento, tipico della nostra vita di uomini e donne, ciascuno alle prese con il proprio deserto e con le proprie bestie interiori da addomesticare. ln questo tempo di maggiore attenzione a noi stessi in una vigilanza più pronta, siamo invitati a vivere dentro di noi la stessa morte, per sperimentare la stessa traboccante vita secondo la promessa: «non sarà più distrutta alcuna carne». Ma sembra che la condizione sia che ciascuno venga trovato in verità «vivente». Di questo uomo completamente vivo è archetipo il Signore Gesù che nel «deserto» (Mc 1,12) riesce a vivere ogni aspetto della vita: è infatti «tentato da satana» ma pure vive sotto la mozione potente dello «Spirito». Nessun combattimento drammatico nella versione di Marco per parlare dei «quaranta giorni» di Gesù nel deserto, ma una semplice tensione inevitabile per essere e rimanere vivi. Entriamo dunque fiduciosamente e serenamente in questo tempo favorevole cercando di dare spazio a tutto ciò che ci abita, senza fuggire da nulla, per fare ancora una volta l’esperienza di come l’«invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza» può trasformare il deserto in un giardino di delizie dove l’uomo – di nuovo solo come «all’inizio della creazione» non ha più paura della paura, ma riprende il suo sereno cammino accanto a quel Dio che «passeggiava» (Gen 3,8) e desidera incontrarci sulla sua strada come figli e amici. Il Signore Gesù combatte per primo al fine di redimere nella sua vittoria ogni nostra sconfitta nella lotta contro le forze oscure che adombrano la luce che ci abita ben oltre ogni tenebra. Abbiamo davanti a noi un lungo tempo per accogliere l’invito del Signore che si rivolge pure alte nostre «anime prigioniere» (1 Pt 3,19) con queste parole accolte qualche giorno fa assieme alla cenere sparsa sul nostro capo: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (d. Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- Il Tabernacolo (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Perciò il tabernacolo dev’essere situato in un luogo particolarmente degno dell’edificio ecclesiale e dev’essere realizzalo in modo da manifestare la verità della presenza reale di Cristo nel santissimo Sacramento e, nel medesimo tempo, da rendere pure evidente lo stretto legame, di origine e contenuto, tra il culto eucaristico fuori della Messa e la celebrazione eucaristica stessa: «l fedeli, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale» (RCCE 88). Il luogo della custodia del Pane eucaristico e il tabernacolo non possono pertanto togliere all’altare la sua centralità nella chiesa: l’adorazione eucaristica nasce dalla celebrazione della Messa e alla Messa deve riportare. Una celebrazione eucaristica autentica, con la partecipazione piena, attiva e consapevole di tutta l’assemblea, saprà dare il giusto alimento al culto; un culto autentico di Cristo presente nell’Eucaristia, spingerà alla celebrazione. Sempre il Rituale rammenta che «la pietà, dunque, che spinge i fedeli a prostrarsi in adorazione dinanzi alla santa Eucaristia, li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo Corpo. Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per se stessi e per tutti i loro cari e pregano per la pace e la salvezza del mondo. Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da questo mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità. Essi intensificano cosi le disposizioni necessarie per celebrare con la debita devozione il memoriale del Signore e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal Padre». Per tutto questo, viene ricordato ai pastori di provvedere «che le chiese e gli oratori pubblici nei quali, secondo le norme del diritto, si conserva la santissima Eucaristia, restino aperti ogni giorno e nell’orario più indicato, almeno per qualche ora, in modo che i fedeli possano agevolmente trattenersi in preghiera dinanzi al Santissimo Sacramento» (RCCE 9). A ogni credente, poi, «è vivamente raccomandata la devozione verso la santissima Eucaristia, anche fuori della Messa […]; il sacrificio eucaristico è infatti sorgente e culmine di tutta la vita cristiana» (RCCE 87). Il tabernacolo nella chiesa deve condurci alla viva consapevolezza della presenza reale di Cristo, perché «la presenza di Gesù nel tabernacolo- come ha scritto Giovanni Paolo II – deve costituire come un polo di attrazione per un numero sempre più grande di anime innamorate di Lui, capaci di stare a lungo ad ascoltarne la voce e quasi a sentirne i palpiti del cuore. “Gustate e vedete quanto è buono il Signore!” (Sal 33 [34],9)». (7 fine)