Programma dal 21 al 29 gennaio 2023

bLetture: Isaia 8,23b-9,3 / Salmo 26 / 1Corinzi 1,10-13.17

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Dal Vangelo secondo Matteo (4,12-23)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta».

Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 21 18.00 + Antonio
Domenica 22 10.30

18.00

+ Adriano Castelli

+ Buscaroli Dante e cg. Venieri

Lunedì 23
Martedì 24 8.00 + Dovadola Monica (2° anniv.)

+ Montanari Rita

+ Piccolo Biagio e fam.

Mercoledì 25 10.30

18.00

+ Angelo ed Elena Padovani, Paolo e Nina Montanari

+ Fernando ed Evarista

+ Pasquina ed Aldo

Per i parenti vivi e defunti fam. Dovadola Ivano e secondo l’intenzione di Maria Teresa

Giovedì 26
Venerdì 27
Sabato 28
Domenica 29 18.00 + Montesi Natale

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : A

Gennaio 2023

Domenica 22

III del T. Ord.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)
Martedì 24

S. Francesco di Sales

S. Messa ad orario feriale
Mercoledì 25

Conversione di S. Paolo Ap.

Festa del Patrono

Termina la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Ss. Messe alle ore 10.30 – 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne presieduta dal nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti

Ore 11.45 (S. Paolo) : Inaugurazione della mostra “Santi della porta accanto” alla presenza del nostro vescovo

Venerdì 27 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario
Domenica 29

IV del T. Ord.

Festa diocesana A.C. per la Pace

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 3,22-30 Mc 3,31-35 Mc 16,.15-18 Lc 10,1-9 Mc 4,26-34 Mc 4,35-41

Vivere il Mistero- Il testo evangelico di Mt 4,12-17 narra la scelta di Gesù di lasciare Nazareth per andare ad abitare a Cafarnao. Il testo successivo, Mt 4,18-22, racconta la chiamata dei primi quattro discepoli (Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni). Il testo di Mt 4,23-25, infine, presenta una specie di ampio sommario sull’attività di Gesù (predicazione e guarigioni) e la sequela delle folle. Per gli esegeti, dunque, le tre pericopi costituirebbero una panoramica armonica e completa degli inizi dell’apostolato di Gesù. La liturgia sceglie la pericope di Mt 4,12-23, interrompendo il sommario (vengono tolti i versetti 24-25 dove viene toccato il tema della fama e della sequela delle folle). Ciò che la liturgia vuole evidenziare non è la fama o la sequela delle folle, ma il fatto che la predicazione di Gesù in Galilea è l’adempimento della profezia di Isaia. L’aggiunta della chiamata dei discepoli corrisponde alla preoccupazione della liturgia: i discepoli continuano a far risplendere quella luce che Gesù ha acceso. Il testo biblico-liturgico di Mt 4,12-23 si suddivide facilmente in tre momenti: gli inizi (Mt 4,12-17), le vocazioni (Mt 4,18-22), il sommario (Mt 4,23). L’inizio dell’apostolato di Gesù coincide con la l’uscita di scena di Giovanni Battista. Lo scenario è la Galilea i cui abitanti erano ritenuti dei paganeggianti. Dio aveva annunciato che proprio da lì il Messia avrebbe cominciato la sua missione. Gesù, già chiamato dal vecchio Simeone «luce per rischiarare le genti» (Lc 2,32), inizia la sua predicazione con il richiamo alla conversione. La vocazione dei primi quattro discepoli ha un valore sia storico sia simbolico. Storicamente, Gesù ha voluto subito associare a sé coloro che avrebbero imparato, stando con Lui, chi sarebbe stato il Messia, quale la sua opera e il suo messaggio. In questo modo avrebbero saputo continuare ciò che il Messia aveva iniziato. Il primo obiettivo della chiamata, però, non è la missione («Vi farò pescatori di uomini»), ma la sequela («Venite dietro a me»). Solo nella sequela il discepolo può diventare il continuatore dell’opera salvifica del Messia. Il sommario finale (Mt 4,23) presenta Gesù che «guarisce» l’umanità bisognosa. Il Maestro si presenta ai suoi discepoli come il modello da imitare. Ogni «ferita» dell’umanità (corporale, psicologica, spirituale, sociale, politica, culturale, ecc.) va guarita. Gesù ha iniziato questa missione. La salvezza radicale dell’uomo è in Gesù. Il cristiano è colui che è chiamato a seminarla, ovunque, sempre. (don R. De Zan)

Spazi per la liturgia- L’Altare (di don D. Ravelli)

Se volessimo ridurre a un titolo la ricca simbologia cristiana dello spazio liturgico potremmo così sintetizzare: «La Chiesa è l’assemblea e l’altare è Cristo». Nel nostro percorso attraverso i luoghi del culto cristiano, l’altare occupa il posto centrale e privilegiato perché nella chiesa è, tanto per la liturgia quanto per l’architettura, ciò che il cuore è per il corpo. La comunità dei credenti trova in questo «luogo» il centro della sua liturgia, il «culmine», e la «fonte» di tutta la sua preghiera: «L’altare – precisano le Premesse al Rito della Dedicazione di un altare – è pertanto, in tutte le chiese, il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia: a questo centro sono in qualche modo ordinati tutti gli altri riti della Chiesa» (n. 155). La molteplice presenza di Cristo nelle azioni liturgiche (cf. SC 7) raggiunge il suo culmine proprio nella celebrazione eucaristica (cf. SC 10), soprattutto nel giorno del Signore. Tutti i sacramenti trovano il loro fine e la loro motivazione nella centralità del «mistero dell’altare»: il mirabile Sacramento dell’amore – specifica Benedetto XVI nel titolo dell’esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis – è «fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa». Poiché nell’Eucaristia si concentra l’intero mistero pasquale di morte e risurrezione del Signore Gesù, è ovvio che l’aula ecclesiale è stata sempre edificata principalmente per questa funzione, affinché la comunità radunata possa parteciparvi «in modo consapevole, attivo e fruttuoso» (SC 11) e possa attingere da essa quell’energia necessaria, la grazia, per esprimere nella vita quanto ricevuto nella fede e progredire continuamente nella santità e nella carità di Cristo (cf. SC 10 e 0GMR 5). Giovanni Paolo II comincia la sua lettera enciclica sull’Eucaristia nel suo rapporto con la Chiesa con queste parole: «La Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa» (Ecclesia de Eucharistia, n. 1). [1-continua]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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