Programma dal 9 al 17 ottobre 2021

Letture: Sapienza 7,7-11 / Salmo 89 / Ebrei 4,12-13

Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.

Dal Vangelo secondo Marco (10,17-30)

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».

Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 09 18.30 + Penazzi Elettra e Biancoli Angelo

Per la guarigione di Anna Gioia

Domenica 10 10.30

18.30

+ Lanzoni Ugo e Lino e Galanti Pia

Per la guarigione di Anna Gioia

Lunedì 11 18.30 + Pietro e Cesarina Montanari e figli, Sr. Maria Luisa, don Pier Giorgio e Anna Maria
Martedì 12 8.00 + Avveduti Giovanna
Mercoledì 13 18.30 + Luisi Giovanni, Orlacchio Angelina, Faccani Alessandro e Stefano
Giovedì 14 18.30 Deff. fam. Giacometti, Mussino e De Giovanni
Venerdì 15
Sabato 16 18.30 + Angelo, Maria Luisa e deff. delle fam. Mazzotti-Sangiorgi, Capucci Armando
Domenica 17 10.30

18.30

+ Gagliardi Bruno e Resta Albertina

+ Ada, Silvana, Aldo e Domenico

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia riprende nel mese di ottobre

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : B

Ottobre 2021

Domenica 10

XXVIII del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 14.30 (S. Paolo) : S. Messa con conferimento del Sacramento della Cresima ad un primo gruppo di ragazzi per ministero del nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti.

Ore 16.30 (S. Paolo) : S. Messa con conferimento del Sacramento della Cresima ad un secondo gruppo di ragazzi. Per ministero del vescovo mons. G. Mosciatti

Giovedì 14 Ore 21.00 (Spazzate Sassatelli) : Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni
Venerdì 15

S. Teresa di Gesù

S. Messa ad orario feriale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Domenica 17

XXIX del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Da Sabato 2 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo

ore 17.50 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 11, 29-32 Lc 11,37-41 Lc 11,42-46 Lc 11,47-54 Lc 12,1-7 Lc 12,8-12

Vivere il Mistero- Mentre Gesù sta per riprendere il cammino, un tale gli corre incontro e gli chiede cosa deve fare per ereditare la vita eterna. Con l’espressione «vita eterna» non dobbiamo intendere la vita futura, il paradiso. Il senso della richiesta, tenendo conto della cultura del tempo, può essere interpretato in questo modo’. «Maestro buono, che cosa devo fare per avere una qualità di vita?». È interessante notare che questa richiesta venga posta da una persona ricca. La ricchezza non risponde ai bisogni profondi dell’uomo. La ricchezza è necessaria, ma non può essere il fine di un’esistenza. Questo tale l’aveva capito, ecco perché interroga Gesù, rabbi riconosciuto per la sua saggezza. Gesù rimanda questo tale al Decalogo. Come dire: «Cerchi una qualità di vita? Segui gli insegnamenti di Dio». Gesù, in sostanza, fa una proposta sapienziale. AI che il tate risponde che ha osservato la Legge fin dalla sua giovinezza. Come mai, viene allora da chiedersi, non ha trovato quella pienezza che cercava? Ma una qualità di vita non deriva né dalla ricchezza né dall’etica religiosa. Da dove, allora? Quando l’uomo afferma di aver sempre vissuto secondo la Legge, Gesù gli dice: «Una cosa sola ti manca. Ma «cosa» gli manca? L’orientamento a Dio. La ricchezza è importante, l’etica che scaturisce dalla Legge è fondamentale, ma ciò che sostanzia il vivere e l’operare è solo Dio. Solo andando verso di Lui l’uomo trova la sua pienezza. Solo in Lui la ricchezza trova il suo fine (la condivisione) e la morale trova la sua anima profonda. Ma non è tutto. Marco nota che Gesù, a un certo punto, fissa quel tale, lo guarda dentro, in profondità, scorgendone la bellezza interiore e l’onestà e «lo amò». Una tradizione manoscritta latina esplicita il verbo «amare» usato da Marco aggiungendovi, con un po’di audacia: «Osculatus est eum», ovvero: «Lo baciò». Gesù non nasconde un profondo amore per questo tale; Gesù lo ama non solo per quello che ha fatto fino ad allora, ma perché scorge una disponibilità a un di più. Questo di più consiste nella rinuncia a sé stesso (ricchezze) per seguirlo: «Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!”». La qualità di vita è conferita dall’adesione alla persona di Gesù, la cui chiamata determina il senso di una storia. Ma questo tale, sentendosi toccato nelle sue sicurezze (materiali e spirituali) si rattrista. Marco lo evidenzia descrivendoci anche la sua reazione somatica: «Si fece scuro in volto». Dall’attrattiva passa quindi alla delusione. Possiamo dire anche che in quest’uomo la paura ha avuto la meglio: i beni danno una sicurezza immediata mentre Gesù apre a un futuro incerto, rischioso. La tristezza nasce in questo tale da due spinte che in lui vanno in conflitto. Si sente attratto da Gesù, ma avverte anche l’attrattiva dei beni. Ma non è an cora il centro del dramma. Questo tale non sa cogliere la forza dello sguardo di Gesù uno sguardo che vorrebbe farlo passare dal semplice avere e possedere («Vendi ciò che hai») a quello della persona e dell’essere («Seguimi»). Il problema, quindi, non sta tanto nelle ricchezze, ma nel non aver colto il rischio che ogni amore implica. Ecco cosa mancava alla sua generosità, pur elevata. Senza il rischio di un grande amore si implode in se stessi e si cerca la propria consistenza e sicurezza nelle cose o anche in un certo vissuto etico-religioso. Ma questo non porterà mai ad avere una qualità di vita. La radicalità di Gesù sconcerta anche i discepoli, i quali, per bocca di Pietro, si chiedono quale vantaggio avranno nell’abbracciare la sua proposta. La risposta del Maestro è pronta, netta e suona quasi una sfida: il centuplo quaggiù, assieme a persecuzioni, e la vita eterna nel futuro. Ergo? Lasciare tutto per Cristo in realtà è un guadagno, il più grande guadagno. E questo, se ci pensiamo, è vero anche su un piano umano. Chi vive sobriamente secondo l’ottica evangelica scopre valori essenziali e irrinunciabili, quali la liberazione dall’ansia del possesso, la libertà dalle cose e l’arte di ben usarle tutte, la gioia della condivisione fraterna, e l’armonia con il creato. (P. Sandro Carotta)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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