IL MIRABILE SEGNO DEL PRESEPE

Editoriale da Il Nostro S.Paolo

di don Pietro Marchetti

Fu il 25 dicembre del 1223 che Francesco d’Assisi realizzò per la prima volta una rappresentazione vivente del Presepe. Papa Francesco nella sua lettera apostolica del dicembre 2019, ne racconta la genesi: dopo il ritorno di Francesco dal suo viaggio in Terra Santa, “quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo veder con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie e un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Appena l’ebbe ascoltato, il fedele amico andò subito ad approntare sul luogo designato tutto il necessario, secondo il desiderio del Santo. Il 25 dicembre giunsero a Greccio molti frati da varie parti e arrivarono anche uomini e donne dai casolari della zona, portando fiori e fiaccole per illuminare quella santa notte. Arrivato Francesco, trovò la greppia con il fieno, il bue e l’asinello. La gente accorsa manifestò una gioia indicibile, mai assaporata prima, davanti alla scena del Natale. Poi il sacerdote, sulla mangiatoria, celebrò solennemente l’Eucarestia mostrando il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucarestia. In quella circostanza, a Greccio, non c’erano statuine: il presepe fu realizzato e vissuto da quanti erano presenti. (n. 2). Così nasce la tradizione del presepe.

Ci domandiamo: perché il presepe suscita tanto stupore e commuove ? Il presepe è uno dei più forti segni della qualità fondamentale del cristianesimo. Il presepe è un segno umano, grazie al quale si possa “ammirare Te  o Signore”. L’essere umano cerca parole e immagini che lo avvicinino al senso della esistenza, al mistero ultimo del vivere. Il presepe propone, “un Dio che ride come un bimbo”. Il presepe lo possiamo comprendere solo se lo guardiamo con occhi affamati e semplici, perché il cristianesimo non è né una filosofia, né una morale, né una religione, bensì un evento eccezionale , e il presepe ci ricorda tutto questo. Chiediamo al Signore che ci renda veramente persone “curiose”, curiose di incontrare Dio per entrare pienamente nel mistero della vita. Nelle nostre case allestiamo un presepe, anche piccolo, anche molto semplice, senza effetti speciali, ma che ci richiami a ciò che è veramente speciale: Dio che nella sua umiltà entra in dialogo e in relazione con te.

Buon Natale e buon anno nuovo.

Lascia un commento