Programma dal 27 marzo al 4 aprile 2021

Letture: Isaia 50,4-7 / dal Salmo 21 / Filippesi 2,6-11

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Dal Vangelo secondo Marco (15,1-39) [forma breve]

Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Costrinsero a portare la croce di lui un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!

Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 27

18.00

+ Dovadola Ivano e Ruffini Armanda

Deff. fam. Asioli-Buttelli

+ Buscaroli Dante e cg. Venieri

Domenica 28

10.30

18.30

+ Rossella

50° di Matrimonio di : Gurioli Ferdinando

e Deserri Patrizia

Lunedì 29

18.30

+ Montesi Natale

Martedì 30

Mercoledì 31

18.30

+ Elena

Giovedì 01

20.15

+ Preda Maria Teresa

Per le Anime del purgatorio

Venerdì 02

Sabato 03

19.30

+ Angela ed Ettore Mongardi, figli e nipoti

Domenica 04

10.30

+ Domenico e Nerina Potenza

+ Sangiorgi Tomaso e deff. della famiglia

+ Moroni Lorenzo

+ Francesco, Angelo e Giuseppina

+ Bufano Margherita

18.30

+ Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

Le Confessioni della Settimana Santa

Lunedì 29 : Ore 20.30 – 21.30

Martedì 30 : Ore 10.30-12.00 20.30 – 21.30

Mercoledì 31 : Ore 10.30-12.00 20.30 – 21.30

Giovedì 01 : Ore 16.00-19.00

Venerdì 02 : Ore 10.00-12.00 16.00-17.00

Sabato 03: Ore 9.30-12.00 15.30-18.00

 

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.55 S. Rosario (17.25 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Anno : B

Marzo – Aprile 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 28

Le Palme

Giornata a favore dell’opera S. Teresa di Ravenna.

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 18.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Giovedì 01

Santo

Ore 20.15 (S. Paolo) : S. Messa Solenne “In Coena Domini”
Venerdì 02

Santo

Astinenza e Digiuno

Ore 15.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 20.15 (S. Paolo) : Celebrazione della “Passione del

Signore”

Sabato 03

Santo

Ore 9.30–12 e 15.30–18.00 (S. Paolo):Benedizione delle uova

Ore 19.30 (S. Paolo) : Veglia Pasquale

Domenica 04

Pasqua di Risurrezione

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.

2 – Domenica 28 torna l’ora legale ed anche l’orario delle celebrazioni pomeridiane viene posticipato di mezz’ora.

3 – Nelle domeniche 28 marzo e 4 aprile verrà celebrata una S. Messa anche alle ore 8.00

3 –Ad ogni S. Messa saranno consegnati e benedetti i rami di ulivo a chi lo desidera.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 12,1-11 Gv 13,21-33. 36-38 Mt 26314-25 Gv 13,1-15 Gv 18,1-19,42 Mc 16,1-7

Vivere il Mistero- Con la domenica delle Palme inizia la Settimana santa. Vi entriamo, con i rami di ulivo tra le mani, acclamando al Re della gloria che ha vinto il peccato e la morte. Oltre questo portico trionfate ci attende l’aspro cammino detta croce che attraversa il cenacolo, dove Gesù istituisce l’Eucaristia, il giardino del Getsemani, dove egli agonizza invocando il Padre, per giungere infine al Golgota, dove muore sulla croce come malfattore. Ma la Passione di Cristo si è compiuta il mattino di Pasqua, quando il seme caduto nella terra è germinato nella carne rifiorita del Signore risorto. Questo evento non è certo concluso, ma è vivo e vivificante. Cuore della liturgia della Parola di questa domenica è il racconto della Passione secondo Marco. Ma cosa intendiamo per «passione»? Com’è noto, «passione» deriva dal verbo «patior» che significa soffrire, patire, sopportare. Quando partiamo della Passione di Gesù generalmente intendiamo la sua sofferenza culminata nella morte. Ma il termine «passione» non si esaurisce qui, «Passions» può indicare anche un’emozione, un forte sentimento, persino un impegno (pensiamo al «fare con passione», che caratterizza talora il nostro vivere e operare). Nei Vangeli entrano entrambe le due sfumature. Gesù è morto vittima di una sentenza ingiusta tra sofferenze fisiche e morali indicibili. Ma i Vangeli ci dicono anche che la sua Passione non è stata una sorpresa, ma che è scaturita anche dal suo impegno, dalla sua «passione», appunto, per il Regno di Dio e per la sua giustizia. Quali sono le caratteristiche principali della Passione secondo Marco? 1 – Un racconto drammatico e incalzante. La narrazione di Marco è breve, essenziale, drammatica, senza pathos. Solo in due scene emergono r sentimenti di Gesù: nel Getsemani e sulla croce. Ma è sufficiente. 2 – I riferimenti alle Scritture. Marco rilegge la Passione alla luce della rivelazione biblica; non solo, se Marco non vuol far commuovere (non è la sua intenzione principale), vuole però far riflettere i suoi lettori. Come leggere e interpretare l’evento del Messia crocifisso? Come comprendere lo scandalo della croce dentro il piano della salvezza? Non c’è altra fonte se non quella della rivelazione. Questo ci fa capire un’altra cosa importante: i racconti della Passione non sono una narrazione cronachistica, ma teologica. 3 – La consapevolezza di Gesù. Gesù, protagonista principale, non è dominato dagli eventi ma è lui che li domina. Di più, egli sa cosa c’è alla fine: la risurrezione. ln questa fede beve l’amaro calice del tradimento, del rinnegamento, dell’incomprensione e della condanna infamante della croce. 4 – Lettori e partecipi. Infine, non si può leggere la Passione senza un coinvolgimento personale. Nota al riguardo E. Bianchi: «La Passione è davvero un testo che contiene innumerevoli energie di vita o di morte e il lettore deve essere avvertito che leggendola fa qualcosa di terribilmente grave e serio perché, lo si voglia o non lo si voglia, si espone al giudizio che lo fa o discepolo che aderisce al Signore o suo omicida. Non si può contemplare la Passione senza esserne coinvolti. Più che mai le parole dell’evangelista sono urgenti: “Il Lettore capisca!” (cf Mc 13,14)».

Programma dal 20 al 28 marzo 2021

Letture: Geremia 31,31-34 / dal Salmo 50 / Ebrei 5,7-9

Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Parola del Signore

 

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE

Sabato 20

18.00

+ Sangiorgi Tomaso

+ Faccani Alessandro e Stefano, Luisi Giovanni e Orlacchio Angelina

+ Ivo, Anna e Pietro Marri

Domenica 21

10.30

18.00

+ De Filippi Franco, Elide, Lucia e Gemma

Per la salute di Marianna (vivente)

Lunedì 22

18.00

+ Castelli Adriano

Martedì 23

8.00

+ Domenico, Giovanni e Bruno Rotta

Mercoledì 24

18.00

+ Dovadola Monica

Giovedì 25

18.00

Vivi e defunti delle famiglie Dovadola Ivano-Ruffini

Venerdì 26

20.15

+ Savorani Maria Annunziata

Sabato 27

18.00

+ Dovadola Ivano e Ruffini Armanda

Deff. fam. Asioli-Buttelli

+ Buscaroli Dante e cg. Venieri

Domenica 28

   

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Anno : B

Marzo 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 21

V di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 24

Ore 20.45 (in Rete) : 6° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio

Giovedì 25

Annunciazione del Signore

S. Messa ad orario feriale

Venerdì 26

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 6a Stazione Quaresimale

Domenica 28

Le Palme.

Giornata a favore dell’opera S. Teresa di Ravenna.

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 18.00 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.

2 – Domenica 28 torna l’ora legale ed anche l’orario delle celebrazioni pomeridiane viene posticipato di mezz’ora. Inoltre essendo la domenica delle Palme, verrà celebrata una S. Messa anche alle ore 8.00

3 –Ad ogni S. Messa saranno consegnati e benedetti i rami di ulivo a chi lo desidera.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Gv 8,1-11

Gv 8,21-30

Gv 8,31-42

Lc 1,26-38

Gv 10,31-42

Gv 11,45-56

Vivere il Mistero- Gesù sa che la sua ora è giunta; l’ora in cui darà la sua vita. Dobbiamo riconoscere che per ogni uomo, anche per Gesù, non è facile né immediato progettare la conclusione di un progetto e realizzarlo. Gesù, si trova tra l’obiettivo fissato e l’obiettivo ormai imminente da raggiungere. Tra questi due obiettivi c’è tutta la vasta gamma dei suoi sentimenti, delle sue emozioni e delle sue tentazioni. Umanamente sarebbe tentato di fuggire, come bene ci illustrano in particolare i Sinottici nei racconti della Passione. Per Giovanni, invece, Gesù liberamente dona se stesso, consapevole che la sua ora è giunta proprio per questo: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora». Il nostro brano è introdotto da un gruppo di greci (proseliti e timorati di Dio) che chiedono a Filippo di poter vedere Gesù. La loro presenza non è casuale. Bisogna ricordare che l’episodio precedente, quello della rianimazione di Lazzaro, aveva sconvolto tutti, in particolare le guide, e quanti ormai vedevano che tutti cominciano a seguire Gesù. I greci sono una parte di costoro. La reazione delle autorità è paradossale, perché di fronte all’ultimo grande segno di Gesù, la risurrezione di Lazzaro, vogliono ucciderlo. ln realtà, Giovanni ci avverte che la lotta, che attraversa tutto il IV Vangelo, tra colui che dà la vita e coloro che vogliono dare la morte (a chi sta dando la vita) sta ormai arrivando al culmine. La gerarchia religiosa, che detiene il potere, decide di sopprimere Gesù per mantenere il dominio totale acquisito attraverso la strumentalizzazione della Torah e del tempio, come pure attraverso lo sfruttamento della religiosità e della devozione della gente. Ma questo dominio sta lentamente cedendo sotto l’urto della novità di Gesù. I greci, comunque, vogliono vedere Gesù, ovvero desiderano conoscerne l’identità. Come risponde Gesù? Con una piccola parabola, quella del seme che cade nella terra e muore per poter dare frutto. Siamo giunti al termine del cammino quaresimale. Ora ci attendono i giorni oscuri e luminosi della Settimana santa, dove rivivremo la morte e la risurrezione di Gesù, la cui primizia ci è stata donata nel battesimo.

Nuovo Messale: Custode della fede della Chiesa di don Silvano Sirboni

[continuazione]

I contenuti della fede passano, prima di tutto, attraverso l’esperienza dei riti. Soltanto dopo vengono anche le affermazioni teologiche. Questo era lo stile patristico della mistagogia: la spiegazione aveva luogo dopo l’esperienza. «Secondo il metodo esemplare dei Padri della Chiesa l’esperienza del mistero passa attraverso il rito: per questo è necessario che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma comprendendolo bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente» (Messale 1983). Dalla consapevolezza che il deposito della fede passa attraverso il rito, la riforma liturgica del Vaticano II è stata molto attenta a distinguere ciò che è immutabile, perché di istituzione divina, da ciò che è suscettibile di cambiamento. S’è preoccupata che i riti nella loro chiarezza e semplicità possano manifestare e comunicare correttamente ed efficacemente il deposito della fede.

Semplificazione che non ha offuscato la dimensione sacrificale della messa. Anzi, la dimensione conviviale della messa riconduce più chiaramente a quell’ultima cena che il Signore ha comandato di fare come memoriale del suo sacrificio. Il mistero della reale presenza nei segni del pane e del vino non è oscurato, ma evidenziato quale vertice sostanziale e permanente, di una presenza che pervade tutta la celebrazione conviviale. [fine]

Programma dal 13 al 21 marzo 2021

Letture: 2 Cronache 36,14-16.19-23 / dal Salmo 136 / Efesini 2,4-10

Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»..
Parola del Signore

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE

Sabato 13 18.00 + Mazzotti Angelo e Sangiorgi Maria Luisa e deff. della famiglia, Capucci Armando
Domenica 14 10.30

18.00

+ Resta Albertina e Gagliardi Bruno

+ Ademara e deff. fam. Ghetti e Valenti

+ Adele Garelli, Tonina e Cilio

Lunedì 15 18.00 + Paolo e Sofia e Marangoni Maria
Martedì 16
Mercoledì 17
Giovedì 18 18.00 + Giorgio, Paolo e Antonia Cotroneo
Venerdì 19 20.15 + Alfonso, Alma, Maria e Peppino
Sabato 20 18.00 + Sangiorgi Tomaso

+ Faccani Alessandro e Stefano, Luisi Giovanni e Orlacchio Angelina

Domenica 21 10.30 + De Filippi Franco, Elide, Lucia e Gemma

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 14

IV di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 17 Ore 20.45 (in Rete) : 5° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Venerdì 19

S. Giuseppe

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 5a Stazione Quaresimale

Domenica 21

V di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.

2 – Da ricordare la Novena di S. Giuseppe, tutti i giorni fino a Giovedì prima della celebrazione del S. Rosario pomeridiano.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 4,43-54 Gv 5,1-16 Gv 5,17-30 Gv 5,31-47 Lc 2,41-51a Gv 7,40-53

Vivere il Mistero- La quarta domenica di Quaresima ha una connotazione gioiosa; infatti, è denominata la domenica della gioia, «Laetare»: l’amore fedele e gratuito di Dio. Sulla fede insiste Giovanni. Per tre volte egli esorta a credere nel Figlio dell’uomo, legando la fede professata al dono della vita eterna e della salvezza. In sintesi possiamo dire che il Figlio dell’uomo è il Messia atteso, ma con una nota particolare: questo Messia sarà innalzato sulla croce, come il serpente di bronzo nel deserto fu innalzato sull’asta a guarigione del popolo. Giovanni raccoglie tre predizioni dell’innalzamento del Figlio dell’uomo. La fede in Cristo porta: 1- alla pienezza dì vita (vita eterna); 2- alla conoscenza della sua identità divina (Io sono); 3- ad essere potentemente attirati a Lui. Ma c’è un secondo invito, oltre che alla fede, ed è quello di «fare la verità». Giovanni intende che bisogna fare propria la rivelazione su Gesù, sottolineandone l’urgenza della fede in Lui, perché in lui il Padre ha manifestato il suo amore per tutta l’umanità. La fede altro non è che l’accoglienza di questo amore inaudito. Per alcuni esegeti, il dono per eccellenza di Dio fatto al mondo è l’incarnazione del Figlio. Donare, in questo orizzonte, significa perciò inviare. Per altri, donare ha come riferimento la croce. Ecco allora [‘immagine del serpente di bronzo, che indica l’elevazione di Cristo sulla croce. Altri ancora vedono nel dono di Dio l’intera esistenza storica di Gesù, che va dall’incarnazione all’esaltazione. Gesù, comunque, non è solo il dono che Dio ha fatto all’umanità, ma anche la pienezza dei suoi doni. La gioia nasce dall’esperienza viva e vivificante dell’amore di Dio, un amore che si è fatto storia (cf prima lettura); un amore che si è fatto grazia, ovvero puro dono gratuito (cf seconda lettura); un amore, infine, che ha avuto il suo vertice nell’innalzamento sulla croce del Figlio di Dio (cf Vangelo). «Credere nel Figlio crocifisso – scriveva Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia – significa credere che l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l’uomo, l’umanità e il mondo sono coinvolti». Ricordiamo che venerdì l9 marzo la Chiesa celebra la solennità di San Giuseppe sposo di Maria, la Madre di Gesù e patrono della Chiesa universale. Tutti siamo invitati ad unirci nell’onorare questo uomo giusto, generoso e fedele, partecipando alle assemblee liturgiche e in famiglia. Alla sua protezione affidiamo i papà in particolare con le loro famiglie.

Nuovo Messale: Custode della fede della Chiesa di don Silvano Sirboni

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La celebrazione dell’eucaristia, con la partecipazione al corpo e sangue di Cristo è il culmine dell’iniziazione cristiana, cioè si pone come conclusione dei tre sacramenti che fanno il cristiano. Non solo, ma essa, in quanto sacrificio di Cristo, è anche la fonte di tutti gli altri sacramenti; anzi è “il sacramento dei sacramenti”. Pertanto in essa non solo è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, ma essa è anche la sintesi di tutta la fede cattolica. L’eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede.

A causa di una certa deriva nozionistica della fede e della catechesi, in un recente passato, la nostra attenzione si è rivolta principalmente alle definizioni astratte, sottovalutando il fatto che la liturgia comunica quelle stesse verità non con definizioni verbali, ma attraverso il linguaggio incisivo dei riti e delle orazioni. Non si tratta di una novità; già nel secolo V Prospero d’Aquitania scriveva: «La Chiesa crede come prega». La liturgia è un elemento costitutivo della santa e vivente Tradizione.

È sintomatico che il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) per spiegare l’eucaristia, dopo aver fatto riferimento all’ultima cena, non prende l’avvio dalle definizioni dottrinali, ma dalla descrizione della celebrazione. La dottrina è contenuta nei riti; sempre che siano corretti. [continua]

Programma dal 6 al 14 marzo 2021

Letture: Esodo 20,1-17 / dal Salmo 18 / 1 Corinzi 1,22-25

Signore, tu hai parole di vita eterna.

Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-25)

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Parola del Signore

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE

Sabato 06
Domenica 07 10.30 + Franco, Maria, Demo e Luigi

+ Amatulli Felice

+ Michele Gariglio

+ Maria e Giuseppe Cecchini

+ Enzo ed Edgardo Dalle Vacche e Martini Elisa

Lunedì 08 18.00 + Calandrino Giovanni Battista
Martedì 09 8.00 + Valli Maria
Mercoledì 10 18.00 + Pia Mazzetti (anniv.)
Giovedì 11 18.00 + Boni Giorgio
Venerdì 12
Sabato 13 18.00 + Mazzotti Angelo e Sangiorgi Maria Luisa e deff. della famiglia, Capucci Armando
Domenica 14 10.30 + Resta Albertina e Gagliardi Bruno

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Anno : B

Marzo 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 07

III di Quaresima

Raccolta Offerte secondo le intenzioni del vescovo.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 10 Ore 20.45 (in Rete) : 4° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Giovedì 11 Ore 20.30 (S.M. in Fabriago) : Adorazione Eucaristica di vicariato per le vocazioni
Venerdì 12

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 4a Stazione Quaresimale

Domenica 14

IV di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

2 – Le offerte raccolte in questa domenica III di Quaresima sono destinate secondo l’intenzione del Vescovo tramite la Caritas diocesana.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 4,24-30 Mt 18,21-35 Mt 5,17-19 Lc 11,14-23 Mc 12,28b-34 Lc 18,9-14

Vivere il Mistero- Il IV Vangelo nel brano proposto per la liturgia odierna ci parla di conversione. Gesù si presenta al tempio con in mano il flagello, non per scudisciare i peccatori ma coloro che ne detenevano la gestione, i cambiamonete e i venditori degli animali per i sacrifici. L’azione di Gesù è profetica e condanna senza appello il sistema economico del tempio, considerato a quei tempi la più grande banca del Medio Oriente. Ci soffermiamo sulla portata dell’affermazione di Gesù là dove dice: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Anzitutto notiamo che Giovanni colloca questo episodio (assieme a quello delle nozze di Cana) prima dell’inizio dell’attività pubblica di Gesù. I Sinottici, invece, lo collocano poco prima della Passione. Certamente Giovanni vuole darci una chiave di lettura per aiutarci a capire ciò che seguirà. Se le nozze di Cana sono un’immagine dell’incarnazione (l’unione delle due nature come unione sponsale, cara nella lettura patristica), la cacciata dei mercanti dal tempio evidenzia, invece, il mistero pasquale. Ne fa fede già la prima parola del racconto, che ci parla della Pasqua. Ma il culmine del racconto è nell’espressione sopra citata di Gesù. C’è da precisare, però, che Gesù non parla di tempio ma di santuario: “Distruggete questo santuario,.,”. Il tempio è tutto l’edificio, il santuario, invece, è la parte più interna, il Santo dei Santi dove si teneva l’arca dell’alleanza. Gesù si auto-identifica con il cuore stesso del tempio. Ciò significa che, nella nuova economia cultuale, non occorre più immolare animali per propiziarsi la benevolenza divina, ma l’umanità stessa di Gesù è il luogo ove incontrare Dio. Lo ribadisce Giovanni stesso quando, commentando la frase del Maestro, afferma: «Egli parlava del tempio del suo corpo». Il corpo di Gesù (la sua umanità) è la tenda che Dio ha posto tra di noi, la dimora dello Spirito, la gloria dell’invisibile Dio. Gesù è il cielo aperto sul mondo. Solo in lui si compie ogni propiziazione, ogni purificazione ed espiazione. Solo in Lui siamo in comunione con il Dio vivo e vero.

Nuovo Messale: L’Efficacia Pastorale di don Silvano Sirboni

[continuazione]

L’assemblea è la “materia prima” di ogni autentica celebrazione liturgica. Essa è più importante di tanti altri arredi che sono oggetto di esagerata attenzione. Non senza una profonda ragione è scritto che lo scopo dei riti di introduzione alla messa «è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’eucaristia».

Il rito sacramentale non è un semplice contenitore di una realtà altra. Il rito è il sacramento simile al corpo di Cristo. Se è vero che la salvezza del singolo non è legata ai sacramenti, è altrettanto vero che senza l’azione rituale non esiste il sacramento, ma soltanto la sua definizione astratta.

Il Messale romano si preoccupa che la celebrazione eucaristica costituisca un autentico incontro con il Cristo realmente presente nei segni sacramentali dell’assemblea, di chi la presiede, della parola proclamata e, in modo del tutto speciale, nei segni del pane e del vino. Le premesse del Messale romano affermano che «l’efficacia pastorale della celebrazione aumenta se i testi delle letture, delle orazioni e dei canti corrispondono il meglio possibile alle necessità, alla preparazione spirituale e alle capacità dei partecipanti».

Cristo si è veramente consegnato nelle nostre mani e ci domanderà conto di questa responsabilità, ciascuno secondo il proprio ruolo. [fine]

Programma dal 27 febbraio al 7 marzo 2021

Letture: Genesi 22,1-2.9a.10-13.15 / dal Salmo 115 / Romani 8,31b-34

Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore

Vivere il Mistero- II brano della trasfigurazione è noto. Noi vorremmo soffermarci solo su un dato cristologico centrale: la morte e la risurrezione di Gesù. Questi due aspetti vanno colti unitariamente, pena la riduzione di Gesù alla sola umanità sia pure eroica (la morte) o alla sola divinità lontana però dall’esperienza umana (la risurrezione). Non a caso, Marco anticipa la gloria del Tabor con il primo annuncio della Passione (cf Mc 8,31). È solo attraverso la via della croce quindi che si giunge alta fede pasquale. La proclamazione del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato” (Mc 9,7) ha così il suo parallelo significativo nella confessione del centurione ai piedi della croce: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». (Mc 15,39). Ma questo non è né semplice né immediato. Lo dimostra Pietro, che davanti alla luce del Cristo propone al Maestro di fare lì tre capanne, Nota Marco che «non sapeva infatti cosa dire» (Mc 9,6). È interessante rilevare che la medesima constatazione ritornerà tale e quale in Mc 14,40, quando Gesù è in agonia. Pietro non comprende la trasfigurazione di Gesù nella stessa misura in cui non comprenderà (assieme agli altri discepoli) la sua umiliazione al Getzemani. E allora, quale atteggiamento deve avere il discepolo davanti al Maestro? Come porsi di fronte alla sua morte e risurrezione? Ce lo indica la voce del Padre, il quale chiude la visione taborica con un forte invito: «ascoltatelo!». Perché proprio l’ascolto? Ma perché solo dall’ascolto nasce la fede; quella fede che permette di discernere il Cristo in Gesù, iI Figlio di Dio nel Crocifisso, il Giusto nell’annoverato tra i malfattori.

VITA ECCLESIALE

Sabato 27 18.00 + Dovadola Ivano (VI anniv.) e Ruffini Armanda

+ Pirazzini Giuliana e Baldassari Angelina

+ Lea e Anselmo

Domenica 28 10.30

18.00

+ Moroni Marcello

+ Montesi Natale

Lunedì 01
Martedì 02 8.00 + Montanari Dircea

+ Preda Maria Teresa

Mercoledì 03
Giovedì 04 18.00 + Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

+ Mario ed Enrica

+ Firmino e Adalgisa

Venerdì 05
Sabato 06
Domenica 07 10.30 + Franco, Maria, Demo e Luigi

+ Amatulli Felice

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Febbraio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 28

II di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Lunedì 01 Ore 20.00 (S. Paolo): Consiglio Pastorale Parrocchiale
Mercoledì 03 Ore 20.45 (in Rete) : 3° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Venerdì 05

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 8.30 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 3a Stazione Quaresimale

Domenica 07

III di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 6,36-38 Mt 23,1-12 Mt 20,17-28 Lc 16,19-31 Mt 21,33-43.45-46 Lc 15,1-3.11-32

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Nuovo Messale: L’Efficacia Pastorale di don Silvano Sirboni

Nessun dubbio sul valore in sé di ogni azione liturgica in quanto azione di Cristo per mezzo della sua Chiesa. Valore che, talvolta, è stato esasperato e inteso dalla catechesi spicciola come se la sola e precisa esecuzione materiale del rito fosse sufficiente a ottenere, con piena efficacia, i frutti che il sacramento promette.

Non è sufficiente avere il proprio nome nel registro dei battesimi né osservare materialmente il precetto domenicale e festivo per essere veramente cristiani. I sacramenti non agiscono automaticamente e non sono solo in vista di una salvezza individuale, ma mirano a esprimere e a fare la Chiesa impegnando i fedeli a dar vita a una comunità. Pertanto, la riforma del Vaticano II ha introdotto nei libri liturgici il concetto di “efficacia pastorale”. Scopo della liturgia, infatti, è che «i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e l’autentica natura della Chiesa» (SC 2).

E soprattutto l’assemblea eucaristica che è chiamata a dare sacramentale visibilità a questo progetto: «La Chiesa riunita per la celebrazione dell’eucaristia […] è la Chiesa che ricapitola tutti gli altri elementi, tutte le altre finalità, tutte le altre sue funzioni e attività in quell’atto, e da quell’atto trae il suo essere più profondo e anche il modello più tipico e più caratterizzante della sua struttura» (G. Dossetti, Per, una Chiesa eucaristica).

L’assemblea è, quindi, sacramento della Chiesa in quanto la rende visibile come corpo di Cristo. Poiché i sacramenti sono chiamati a realizzare ciò che significano, non solo razionalmente, ma anche attraverso la loro concretezza rituale, siamo subito sollecitati a chiederci quale Chiesa esprimono e possono generare certe assemblee eucaristiche, soprattutto domenicali. Infatti, la costituzione conciliare giustifica la riforma dell’ ordo missae «affinché il sacrificio della messa raggiunga la piena efficacia pastorale anche attraverso la sua forma rituale» (SC 49). [continua]

Programma dal 20 al 28 febbraio 2021

Letture: Genesi 9,8-15 / dal Salmo 24 / 1 Pietro 3,18-22

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15)

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Parola del Signore

Vivere il Mistero- Il brano di Marco è una sorta di dittico dove si evidenzia da una parte la prova di Gesù nel deserto e dall’altra gli inizi della sua predicazione in Galilea. 1. «E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto». Così Marco introduce l’episodio. Più letteralmente dovremmo tradurre: «E subito lo Spirito lo caccia nel deserto». Qui abbiamo il verbo ekballeincacciare»), usato da Gesù stesso nella sua azione contro i demoni. Con molta probabilità, l’evangelista usa questo verbo per alludere alla cacciata di Adamo dal Paradiso dopo il peccato. Forse qualcuno può obiettare che Gesù è cacciato prima ancora di essere tentato… è vero, ma non dobbiamo dimenticare che in qualche modo egli è già venuto a contatto del peccato nel battesimo al Giordano. Gesù quindi è il nuovo Adamo, che dalla prova uscirà vincitore. Oltre che Adamo, fu cacciato anche Caino per aver ucciso Abele, le popolazioni di Canaan per la loro idolatria e persino il popolo eletto a causa della sua persistente infedeltà. Con il verbo «cacciare» Marco ha voluto così collegare i primordi della storia della salvezza a Gesù. Marco nota, inoltre, che Gesù «stava con le bestie selvatiche». Questa osservazione attesta un modo di essere di Gesù. Con Gesù, infatti, entra nel mondo la «simpatia» di Dio. Il deserto aveva già conosciuto l’azione salvifica di Dio; pensiamo all’Esodo, dove per quarant’anni Dio ha accompagnato il suo popolo. Ma non era ancora la sua «simpatia», il patire assieme, l’affrontare la lotta dal di dentro e per l’umanità. Ora in Gesù, Dio vive una solidarietà senza precedenti. Il fatto, poi, che Marco evidenzi che Gesù stava con le fiere non è da intendere che Gesù vivesse la condizione paradisiaca, dove gli animali vivevano pacificamente con l’uomo. Le fiere rappresentano l’umanità; un’umanità non astratta, ma lacerata dal peccato, strattonata dal maligno. Anche gli angeli rappresentano l’umanità, ma quella parte che ha voluto seguire Gesù fino in fondo facendo del servizio un segno della sua adesione al Maestro. 2. Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù percorre la Galilea annunciando il Vangelo di Dio, che è lui stesso. La sua prima parola riguarda il presente: «il tempo è compiuto». È terminata la profezia ed ora, con Gesù, siamo nei tempi del compimento. Il presente raccoglie in sé il passato e il futuro, ciò che è stato e ciò che sarà. Questa adesione al presente è molto importante per tutti noi. Spesso si vive l’illusione del futuro o la nostalgia del passato, trascorrendo la vita nella preoccupazione e nel rimpianto. Bisogna, invece, vivere bene il tempo presente nel quale Dio opera la salvezza. Di qui l’urgenza della conversione. Se la presenza di Gesù ha già inaugurato il Regno di Dio, il suo ingresso dipende dalla nostra libertà. La conversione è un volgersi a lui, compiendo con lui l’esodo dalla tenebra alla luce, dalla morte alla vita.

VITA ECCLESIALE

Sabato 20 18.00 + Arcangelo (Lino) Foletti
Domenica 21 10.30

18.00

Per le spose e le madri dei Caduti in guerra

+ Francesco

Secondo l’intenzione di una persona

Lunedì 22 18.00 + Castelli Adriano

+ Zavalloni Elda

Martedì 23
Mercoledì 24 18.00 + Dovadola Monica

+ Venturi Francesco e deff. della famiglia

+ Folli Corrado

Giovedì 25
Venerdì 26
Sabato 27 18.00 + Dovadola Ivano (VI anniv.) e Ruffini Armanda

+ Pirazzini Giuliana e Baldassari Angelina

+ Lea e Anselmo

Domenica 28 10.30

18.00

+ Moroni Marcello

+ Montesi Natale

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Febbraio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 21

I di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Lunedì 22

Cattedra di S. Pietro

S. Messa ad orario feriale
Mercoledì 24 Ore 20.45 (in Rete) : 2° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Giovedì 25 Ore 20.45 (in Rete) : Incontro Adulti A.C.
Venerdì 26

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 2a Stazione Quaresimale

Domenica 28

II di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

Nota. La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 16,13-19 Mt 6,7-15 Lc 11,29-32 Mt 7,7-12 Mt 5,20-26 Mt 5,43-48

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Nuovo Messale: Dall’Assistere al Partecipare di don Silvano Sirboni

Che altro potevano fare i fedeli durante la messa prima della riforma liturgica del Vaticano II se non assistere come estranei o muti spettatori, sebbene con tanta fede e autentica devozione? La lingua e la struttura rituale non permettevano ai fedeli alcuna vera partecipazione all’azione stessa del sacerdote se non interiormente, assistendo. È sintomatico che nel vecchio Catechismo, il primo dei cinque precetti della Chiesa sia espresso così: «Udir la messa la domenica e le altre feste comandate». E anche il vecchio Codice di diritto canonico si esprimeva con lo stesso verbo: «Missa audienda est» (can. 1248). Se è vero che la grazia di Dio è in grado di superare tutti gli ostacoli per raggiungere e cambiare il cuore dell’uomo, è altrettanto vero che la liturgia non è per Dio: egli non ha bisogno delle nostre lodi. Il 22 ottobre 1962, appena undici giorni dopo l’apertura del Concilio, il cardinale Montini, futuro Paolo VI, intervenne nell’aula conciliare con queste parole: «La liturgia è stata istituita per gli uomini e non gli uomini per la liturgia». L’antico assioma teologico “i sacramenti sono per gli uomini” non significa soltanto a favore degli uomini, ma anche nel rispetto della loro natura, del loro modo di esprimersi e di apprendere. Devono parlare all’essere umano con un linguaggio comprensibile per instaurare un autentico dialogo fra Dio e il suo popolo. Non dimentichiamo che immagine e fondamento di tutta la sacramentalità della Chiesa è il modo di agire di Gesù. Pertanto la partecipazione attiva è il filo conduttore di tutta la riforma liturgica, come pure di tutti i successivi adattamenti del Messale e degli altri riti. Ancor prima di pubblicare i nuovi libri liturgici, nel 1964 l’allora Congregazione dei riti, a scanso di equivoci, affermava che «scopo della Costituzione liturgica non è tanto di cambiare i riti e i testi liturgici, quanto piuttosto di suscitare quella formazione dei fedeli, e promuovere quella azione pastorale che abbia come suo culmine e sua sorgente la sacra liturgia». In altre parole, è la stessa celebrazione liturgica in atto il primo e più efficace strumento per far conoscere il mistero di Dio. Gesù ha fatto conoscere il Padre attraverso la sua umanità. I riti liturgici comunicano il mistero con la stessa dinamica, cioè coinvolgendo l’essere umano con tutte le sue facoltà, intellettuali ed emotive, interiori ed esteriori. La salvezza riguarda tutto l’uomo. La partecipazione attiva non deve, però, essere confusa con quella deriva attivistica che rende un cattivo servizio alla riforma conciliare, moltiplicando i “simboli” e introducendo elementi estranei al culto cristiano. Né si tratta di trasformare la ministerialità in spettacolo mondano…

Si partecipa attivamente alternando le parole al silenzio, la preghiera all’ascolto, uniformando, per quanto possibile, i gesti e gli atteggiamenti assembleari. La liturgia prima di essere spiegazione è esperienza, partecipazione attiva. Come l’amore.

Programma dal 13 al 21 febbraio 2021

Letture: Levitico 13,1-2.45-46 / dal Salmo 31 / 1 Corinzi 10,31-11,1

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.

Dal Vangelo secondo Marco (1,40-45)

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore

Vivere il Mistero- In questa 6a domenica per annum, ancora un a volta, Gesù è posto di fronte all’uomo malato nel corpo e nello spirito. È il caso del lebbroso. Mentre Gesù sta annunciando il Vangelo per le strade della Galilea, ecco un lebbroso venire a lui. Quest’uomo malato, ma anche emarginato e condannato, ha fiducia in lui e lo prega di essere sanato per poter ritornare in vita: «Se vuoi, puoi purificarmi!»(Mc 1,40). Con questa domanda riconosce che Gesù ha un potere che spetta solo a Dio. Per quest’uomo vivere significa poter riprendere i contatti con Dio attraverso il culto, ed essere riammesso nei rapporti sociali. Come reagisce Gesù? .•- La compassione. Gesù prova anzitutto compassione per quest’uomo doppiamente oppresso. Entra, allora, in empatia con lui e si fa carico della sua situazione ad un tempo fisica, psicologica e morale. •- Un’azione pasquale. Marco afferma che Gesù stende la mano verso il lebbroso. Questo gesto è un gesto pasquale (cf Es 3,20). Cosa significa? Che Dio, in Gesù, entra con potenza nella vita di quest’uomo. •- Il contatto fisico. Gesù, poi, tocca il lebbroso. Toccando l’impuro assume su di sé l’impurità ma, allo stesso istante, ne annulla il carattere teologico. Se è vero che Gesù in quel momento «trasgredisce» la legge (cf Lv 5,3), allo stesso istante rivela però il volto misericordioso e compassionevole di Dio. •- Una parola efficace. Infine Gesù pronuncia la sua parola efficace. Gesù non esegue solamente la richiesta del lebbroso, ma lui stesso vuole che quest’uomo viva, sia cioè mondato dal suo stato. •- Il ritiro nel silenzio. Se il lebbroso ritrova la guarigione, Gesù entra nella solitudine, come si fosse fatto carico della situazione precedente del lebbroso (cf Mc 1,45). Gesù ha preso su di sé la condizione di colui che ha guarito, come il Servo di YHWH ha preso su di sé le nostre infermità e le nostre

malattie (cf Is 53,4).

VITA ECCLESIALE

Sabato 13 18.00 + Giuseppe Guida e Vincenzo e Leonina

+ Giuseppina Montanari e Genitori

Domenica 14 10.30 25° di Matrimonio di : Massimiliano Guardigli

e Bettina Alberti

Lunedì 15 18.00 + Servidori Marianna
Martedì 16
Mercoledì 17 20.15 + Brandolini Irene (1° anniv) e Amadei Carlo

+ Giovanni e Maria

Giovedì 18 18.00
Venerdì 19 20.15 + Alfonso, Alma, Maria e don Orfeo
Sabato 20 18.00 + Arcangelo (Lino) Foletti
Domenica 21 10.30 Per le spose e le madri dei Caduti in guerra

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Febbraio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 14

VI del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Mercoledì 17

Le Ceneri

Astinenza e digiuno

Ore 20.15 (S. Paolo) : S. Messa delle Ceneri

(Unica S. Messa)

Venerdì 19

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 1a Stazione Quaresimale

Domenica 21

I di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 8,11-13 Mc 8,14-21 Mt 6,1-6.16-18 Lc 9,22-25 Mt 9,14-15 Lc 5,27-32

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Nuovo Messale: Dal “Dire la messa” al Presiedere di don Silvano Sirboni

Dobbiamo ritornare a quasi 56 anni fa per renderci conto come un semplice atteggiamento del sacerdote durante la messa sia stato più efficace dei tanti documenti scritti per portare il Concilio tra la gente. Si tratta della domenica 7 marzo 1965, quando insieme alla lingua parlata fu ripristinata anche l’originaria possibilità per il sacerdote di presiedere rivolto verso il popolo. Alcuni sacerdoti percepirono questa possibilità come una “distrazione”. Un disagio che derivava non tanto dall’abitudine di celebrare con la schiena rivolta al popolo, quanto piuttosto da quella formazione teologico-spirituale che considerava la celebrazione dell’eucaristia come una delega totale al sacerdote. E, di conseguenza, come un’azione a favore dei fedeli, ma a prescindere dall’assemblea, che veniva percepita come un ostacolo alla concentrazione del ministro. È opportuno ricordare che, insieme ad altre ragioni, la collocazione del sacerdote con le spalle rivolte al popolo è dovuta a una ragione pratica. Infatti, attorno al IX secolo si instaurò la prassi di porre le vistose e ricche casse con le reliquie dei santi sul lato dell’altare opposto a quello dei fedeli. Il Messale Romano conciliare (1970) giustifica il recupero dell’antica tradizione non solo in funzione dell’attiva partecipazione dei fedeli, ma anche nel rispetto dell’originario significato dell’altare quale mensa per tutti i fedeli. Non il solo sacerdote, ma tutta l’assemblea dei battezzati è il primo interlocutore nel dialogo nuziale con Dio. All’origine rituale della messa c’è la cena del Signore. La forma dell’eucaristia è quella di un convito. Il ministro ordinato è colui che all’altare è chiamato a rendere visibile, in persona Christi, la presenza del Signore con i suoi discepoli.

Il sacerdote non è il solo “celebrante”, come sembrano far supporre certi avvisi sacri. Egli celebra con tutta l’assemblea, sebbene con un ruolo unico e insostituibile, quale icona di Cristo capo. Il “noi” di tutte le orazioni presidenziali, compresa la grande preghiera eucaristica, è espressione di quell’unico corpo sacerdotale che è l’assemblea liturgica nella varietà dei ministeri. E che, tutta, partecipa attivamente. Le norme impegnano il sacerdote a tenere sempre conto dell’assemblea. Essa non è una distrazione, ma lo scopo del suo ministero liturgico.

Non è superfluo ricordare che il termine “presidente” dato al sacerdote all’altare risale al II secolo (cf Giustino, Apologia I, 67, 4). Pertanto, «le preghiere dette dal sacerdote nella sua qualità di presidente dell’assemblea nella persona di Cristo sono rivolte a Dio a nome dell’intero popolo santo e di tutti i presenti…». La natura delle parti presidenziali esige che esse siano proferite a voce alta e chiara e che siano ascoltate da tutti con attenzione». Il sacerdote non viene ordinato per sé, ma per servire il popolo di Dio. Questo deve apparire chiaramente, attraverso tutte le parole, i gesti e gli atteggiamenti della presidenza liturgica.

Programma dal 6 al 14 febbraio 2021

Letture: Giobbe 7,1-4.6-7 / dal Salmo 146 / 1 Corinzi 9,16-19.22-23

Risanaci, Signore, Dio della vita.

Dal Vangelo secondo Marco (1,29-39)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore

Vivere il Mistero- Gesù si presenta, nei Vangeli, come medico delle anime e dei corpi; egli guarisce l’uomo dalle malattie fisiche e psicofisiche e soprattutto distrugge il potere del male che annienta la sua anima. Dopo la sinagoga, Gesù varca la soglia della casa di Simone e Andrea, accompagnato da Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni. Sono i discepoli che seguiranno sempre Gesù nel suo ministero e nell’annuncio del Regno. Una donna a letto con la febbre non è un fatto grave, rispetto a quanti erano posseduti da spiriti immondi o erano affetti dalla lebbra. Ma a ben guardare il fatto non è così banale. Bisogna sapere che la febbre era vista come un castigo di Dio a chi era stato infedele all’alleanza. Questa donna, allora, vive in uno stato di infedeltà a Dio; infedeltà che degenera in paralisi (era a letto). Al di fuori del rapporto con Dio c’è paralisi e questo per il semplice fatto che un’altra forza, nemica, inchioda alla propria impotenza. ln questa donna la piccola comunità che segue Gesù è probabilmente invitata a riconoscere se stessa, la propria infermità. Ma Gesù si avvicina e guarisce. La giornata di Cafarnao è stata densa di avvenimenti, una sorta di primavera dove è apparso a tutti, tangibilmente, che qualcosa di nuovo era iniziato. Ma, al mattino presto, Gesù si ritira in un luogo deserto per pregare.

Marco, per tre volte, nel suo Vangelo, scrive che Gesù si è ritirato in preghiera. Non è specificato il contenuto della sua preghiera solitaria. Nel nostro caso abbiamo visto che Gesù ha operato segni e prodigi e la folla è accorsa numerosa. Il successo ottenuto costituisce probabilmente per Gesù una prova; egli si sente tentato da un messianismo spettacolare, di facili e prevedibili consensi. Ecco, allora, il silenzio del deserto dove, nella preghiera, attinge forza per stare nella volontà del Padre, in quella forma messianica secondo Dio e non secondo gli uomini (cf Mc 8,33).

VITA ECCLESIALE

Sabato 06 18.00 + Barbato Rita

Deff. fam.Gherardi e Cremon

+ Poggiali Dante

+ Preti Giovannino e Costa Marisa

Domenica 07 10.30 + Luciana e Deremo

+ Franco Balestri e Mario Puliti

Lunedì 08 18.00 + Dovadola Monica
Martedì 09
Mercoledì 10
Giovedì 11 18.00 Vivi e defunti delle famiglie Dovadola Ivano e Ruffini

+ Foschini Iref e Capucci Giuseppa

Deff. fam. Guadagnini Vincenzo

Venerdì 12
Sabato 13 18.00 + Giuseppe Guida e Vincenzo e Leonina

+ Giuseppina Montanari e Genitori

Domenica 14 10.30 25° di Matrimonio di : Massimiliano Guardigli

e Bettina Alberti

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Febbraio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 07

V del T.O.

Festa parrocchiale della Pace

Giornata per la Vita

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata da A.C.R.

Giovedì 11

B.V. di Lourdes

Giornata mondiale del malato

Ore 17.00 (S. Paolo): S. Rosario e celebrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi

Ore 18.00 (S. Paolo) : S. Messa

Ore 20.30 (S. Paolo): Adorazione Eucaristica di vicariato per le vocazioni

Venerdì 12 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica
Domenica 14

VI del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

Nota. La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 6,53-56 Mc 7,1-13 Mc 7,14-23 Mc 7,24-30 Mc 7,31-37 Mc 8,1-10

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Nuovo Messale: Un Libro del popolo de Dio di don Silvano Sirboni

Il Messale tridentino (1570) diede puntuali e coerenti risposte alle esigenze ecclesiali di un particolare momento storico, ponendo fine all’inquinamento della messa causato dall’inserimento di testi e gesti estranei al culto cristiano e talvolta persino superstiziosi. Tale intento portò a concentrare tutta l’attenzione sul rito in sé e sui gesti del sacerdote. Infatti, l’ordo missae tridentino inizia con queste parole: «Il sacerdote rivestito di tutti i paramenti prende il calice con la mano sinistra […] si reca all’altare […] procede con gli occhi bassi e con un’andatura dignitosa…» (II, 1). Il sacerdote resta così il soggetto quasi unico di tutte le altre norme e rubriche. I fedeli non sono mai presi in considerazione se non indirettamente, come nel caso in cui ci fosse da distribuire loro la comunione. Circostanza paradossalmente solo ipotetica poiché la prassi diffusa fino alle soglie del Vaticano II era quella di comunicare i fedeli al di fuori della messa. Fu Pio XII che nell’enciclica Mediator Dei (1947) iniziò a esortare affinché i fedeli ricevessero la comunione a messa subito dopo il sacerdote. Assai diversamente inizia l’ordo missae voluto dal Vaticano II e promulgato da Paolo VI (1970): «Quando il popolo è radunato il sacerdote e i ministri, rivestiti delle vesti sacre…». Infatti, «la celebrazione eucaristica è azione di Cristo e della Chiesa, cioè del popolo santo riunito e ordinato sotto la guida del vescovo». Il messale, pertanto, non si preoccupa solo del sacerdote, ma del soggetto integrale della celebrazione, cioè di tutta l’assemblea. Pertanto il messale non contiene più le letture, che sono ritornate ai lezionari e all’evangeliario. Inoltre, è chiamato a ispirare «la preghiera personale e comunitaria del popolo di Dio, e quindi anche i pii esercizi e le varie forme di pietà popolare». Attenzione: non si tratta più di usare il messale da parte dei fedeli secondo la prassi preconciliare, quando i “messalini” costituivano un provvidenziale, indispensabile strumento per poter “seguire” ciò che il sacerdote compiva da solo all’altare e nell’antica lingua latina. Strumento relativamente recente, poiché ancora nel 1857 Pio IX ribadì la proibizione di tradurre l’ordinario della messa per i fedeli. Traduzione che solo nel 1898 fu tolta dall’elenco dei libri proibiti! Prima di allora la messa poteva essere “seguita” con altre preghiere devozionali ispirate alla passione e morte di Cristo. Il primo messalino per i fedeli apparve in Germania soltanto nel 1900, evitando però di riportare la traduzione delle parole dell’istituzione. Oggi i messalini per i fedeli sono utili per usarne i testi sia nella preghiera individuale che in quella comunitaria e per prepararsi alla celebrazione eucaristica. Durante la celebrazione è prevista la partecipazione attiva non con una lettura individuale, più o meno simultanea, ma attraverso l’ascolto comunitario e la comunione dei gesti e degli atteggiamenti. La partecipazione attiva e la ministerialità non sono semplici strumenti pedagogici e tanto meno elementi estetici, ma espressioni visibili del sacerdozio comune di tutta la Chiesa. Anzi, lo strumento fondamentale e più efficace per fare l’esperienza del mistero. L’assemblea non partecipa attivamente per graziosa concessione, ma perché ne ha diritto e dovere, in quanto soggetto integrale della celebrazione liturgica.