Letture: 2 Cronache 36,14-16.19-23 / dal Salmo 136 / Efesini 2,4-10
Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (3,14-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»..
Parola del Signore
Preghiera di Papa Francesco
O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,
che presso la croce
sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione. Amen.
VITA ECCLESIALE
Sabato 13 | 18.00 | + Mazzotti Angelo e Sangiorgi Maria Luisa e deff. della famiglia, Capucci Armando |
Domenica 14 | 10.30
18.00 |
+ Resta Albertina e Gagliardi Bruno
+ Ademara e deff. fam. Ghetti e Valenti + Adele Garelli, Tonina e Cilio |
Lunedì 15 | 18.00 | + Paolo e Sofia e Marangoni Maria |
Martedì 16 | ||
Mercoledì 17 | ||
Giovedì 18 | 18.00 | + Giorgio, Paolo e Antonia Cotroneo |
Venerdì 19 | 20.15 | + Alfonso, Alma, Maria e Peppino |
Sabato 20 | 18.00 | + Sangiorgi Tomaso
+ Faccani Alessandro e Stefano, Luisi Giovanni e Orlacchio Angelina |
Domenica 21 | 10.30 | + De Filippi Franco, Elide, Lucia e Gemma |
Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze
(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)
Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00
Venerdì ore 20.15
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)
Venerdì ore 17.00 Via Crucis
ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 14
IV di Quaresima |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis |
Mercoledì 17 | Ore 20.45 (in Rete) : 5° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio |
Venerdì 19
S. Giuseppe Astinenza |
Non c’è la S. Messa alle 8.00)
Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario Ore 20.15 (S. Paolo) : 5a Stazione Quaresimale |
Domenica 21
V di Quaresima. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis |
1 – E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.
Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.
2 – Da ricordare la Novena di S. Giuseppe, tutti i giorni fino a Giovedì prima della celebrazione del S. Rosario pomeridiano.
Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Gv 4,43-54 | Gv 5,1-16 | Gv 5,17-30 | Gv 5,31-47 | Lc 2,41-51a | Gv 7,40-53 |
Vivere il Mistero- La quarta domenica di Quaresima ha una connotazione gioiosa; infatti, è denominata la domenica della gioia, «Laetare»: l’amore fedele e gratuito di Dio. Sulla fede insiste Giovanni. Per tre volte egli esorta a credere nel Figlio dell’uomo, legando la fede professata al dono della vita eterna e della salvezza. In sintesi possiamo dire che il Figlio dell’uomo è il Messia atteso, ma con una nota particolare: questo Messia sarà innalzato sulla croce, come il serpente di bronzo nel deserto fu innalzato sull’asta a guarigione del popolo. Giovanni raccoglie tre predizioni dell’innalzamento del Figlio dell’uomo. La fede in Cristo porta: 1- alla pienezza dì vita (vita eterna); 2- alla conoscenza della sua identità divina (Io sono); 3- ad essere potentemente attirati a Lui. Ma c’è un secondo invito, oltre che alla fede, ed è quello di «fare la verità». Giovanni intende che bisogna fare propria la rivelazione su Gesù, sottolineandone l’urgenza della fede in Lui, perché in lui il Padre ha manifestato il suo amore per tutta l’umanità. La fede altro non è che l’accoglienza di questo amore inaudito. Per alcuni esegeti, il dono per eccellenza di Dio fatto al mondo è l’incarnazione del Figlio. Donare, in questo orizzonte, significa perciò inviare. Per altri, donare ha come riferimento la croce. Ecco allora [‘immagine del serpente di bronzo, che indica l’elevazione di Cristo sulla croce. Altri ancora vedono nel dono di Dio l’intera esistenza storica di Gesù, che va dall’incarnazione all’esaltazione. Gesù, comunque, non è solo il dono che Dio ha fatto all’umanità, ma anche la pienezza dei suoi doni. La gioia nasce dall’esperienza viva e vivificante dell’amore di Dio, un amore che si è fatto storia (cf prima lettura); un amore che si è fatto grazia, ovvero puro dono gratuito (cf seconda lettura); un amore, infine, che ha avuto il suo vertice nell’innalzamento sulla croce del Figlio di Dio (cf Vangelo). «Credere nel Figlio crocifisso – scriveva Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia – significa credere che l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l’uomo, l’umanità e il mondo sono coinvolti». Ricordiamo che venerdì l9 marzo la Chiesa celebra la solennità di San Giuseppe sposo di Maria, la Madre di Gesù e patrono della Chiesa universale. Tutti siamo invitati ad unirci nell’onorare questo uomo giusto, generoso e fedele, partecipando alle assemblee liturgiche e in famiglia. Alla sua protezione affidiamo i papà in particolare con le loro famiglie.
Nuovo Messale: Custode della fede della Chiesa di don Silvano Sirboni
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La celebrazione dell’eucaristia, con la partecipazione al corpo e sangue di Cristo è il culmine dell’iniziazione cristiana, cioè si pone come conclusione dei tre sacramenti che fanno il cristiano. Non solo, ma essa, in quanto sacrificio di Cristo, è anche la fonte di tutti gli altri sacramenti; anzi è “il sacramento dei sacramenti”. Pertanto in essa non solo è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, ma essa è anche la sintesi di tutta la fede cattolica. L’eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede.
A causa di una certa deriva nozionistica della fede e della catechesi, in un recente passato, la nostra attenzione si è rivolta principalmente alle definizioni astratte, sottovalutando il fatto che la liturgia comunica quelle stesse verità non con definizioni verbali, ma attraverso il linguaggio incisivo dei riti e delle orazioni. Non si tratta di una novità; già nel secolo V Prospero d’Aquitania scriveva: «La Chiesa crede come prega». La liturgia è un elemento costitutivo della santa e vivente Tradizione.
È sintomatico che il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) per spiegare l’eucaristia, dopo aver fatto riferimento all’ultima cena, non prende l’avvio dalle definizioni dottrinali, ma dalla descrizione della celebrazione. La dottrina è contenuta nei riti; sempre che siano corretti. [continua]