Programma dal 10 all’18 aprile 2021

Letture: Atti 4,32.35 / Salmo 117 / 1 Giovanni 5,1-6

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 10 18.30 + Iannozzi Gerardina
Domenica 11 10.30 Vivi e defunti fam. Dovadola e Ruffini e gli amici

+ Gagliardi Bruno e Resta Albertina

+ Marangoni Cesare, Ugolini Marisa e Brusa Maria

+ Balestri Franco

Per la salute di una persona vivente

Lunedì 12 18.30 Per la salute di una persona vivente
Martedì 13 8.00 + Adriana, Adolfo e genitori
Mercoledì 14
Giovedì 15 18.30 Deff. fam. Giacometti, Mussino e De Giovanni
Venerdì 16 8.00 + Margotti Teresa
Sabato 17
Domenica 18 10.30 + Lorenzo e Antonietta Ravaglia – Torquato e Luciana Sisti

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Aprile 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 11

II dopo Pasqua

Della Divina Misericordia

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 15.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e

Coroncina della Divina Misericordia

Mercoledì 14 Ore 20.45 (in Rete) : 7° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Venerdì 16 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica
Domenica 18

III dopo Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa di Prima Comunione per un primo gruppo di bambini

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 3,1-8 Gv 3,7-15 Gv 3,16-21 Gv 3,31-36 Gv 6,1-15 Gv 6,16-21

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Vivere il Mistero- Il brano evangelico di questa domenica è estremamente suggestivo e ricco. In evidenza anzitutto la duplice venuta di Gesù e la reazione dei discepoli, tra cui emerge quella di Tommaso. Uno degli aspetti cristologici più evidenti del IV Vangelo è la presentazione di Gesù come il Veniente. Il nostro brano presenta ben due «venute» del Risorto: una fondazionale (v 19) e una abituale (v 26). Giovanni nota che «la sera di quello stesso giorno, il primo della settimana… venne Gesù». Questa è la prima manifestazione del Risorto ai discepoli ed è una venuta che pone i fondamenti della comunità cristiana: la pace, l’amore, la gioia, lo Spirito e il perdono. Il perdono è anticipazione dell’eschaton (di ciò che sta alla fine, ovvero dei cieli nuovi e della terra nuova) e la prima manifestazione dell’archè (principio) della nuova creazione inaugurata dalla morte e risurrezione di Gesù. Sempre in Gv 20, al v 26 leggiamo: «Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo a casa e c’era con loro anche Tommaso. Viene (presente storico) Gesù». Il verbo venire, in questo caso, è al tempo presente. Questo espediente letterario è usato per descrivere la venuta abituale di Gesù tra i suoi. Abitualmente egli viene, abitualmente visita la comunità. La reazione dei discepoli è duplice: passiamo dalla gioia (v 20) allo scetticismo di Tommaso. Su Tommaso l’evangelista si sofferma in modo particolare. Tommaso è stato l’unico tra i discepoli a non aver paura di morire con Gesù (cf Gv 11,16). Per questo, forse, è stato chiamato Didimo- Gemello e, dopo Simon Pietro, per il IV Vangelo è il più importante (nominato sette volte). Egli certamente è abitato dall’incredulità, ma passa anche alla più alta professione di fede: «Mio Signore e mio Dio»(Gv 20,28). Tommaso riconosce che Gesù è Dio. Questo è iI telos del IV Vangelo, giungere a professare che Gesù è il Figlio di Dio, Dio stesso. Questo cammino, come sappiamo, era iniziato nel Prologo ove si affermava solennemente che il Logos era Dio. Abbiamo evidenziato vari aspetti dei Vangeli della risurrezione che ci hanno accompagnato lungo tutto questo «giorno» che Gesù ha inaugurato trionfando sulla morte. Abbiamo notato che gli evangelisti non hanno voluto tanto redigere la cronaca di quel primo mattino di Pasqua, quanto illustrare alcune delle innumerevoli iridescenze di quel messaggio che riflette la sua luce sull’intera parabola esistenziale di Gesù di Nazareth. La Pasqua, quindi, è il criterio per leggere tutta la vicenda storica di Gesù e in lui dell’esistenza cristiana in genere. Attorno alla tomba vuota si sono registrati i più contrastanti atteggiamenti che vanno dalla cura affettuosa, alla paura, dalla fuga all’incredulità e alla fede. Ma Gesù, stando a At 3,15, è il capofila della vita (arkegòs tes zoés) e tutti accompagna a quella pienezza di vita che è il Padre: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro» (Gv 20,17). Facciamo nostro l’anelito della poetessa Margherita Guidacci che in una lirica suggestiva canta la risurrezione futura: «Alla fine dei secoli, quando mi chiamerà un’altra voce e proverò per la seconda volta l’impeto di risurrezione, prego che come questa volta, quando sei stato tu a chiamarmi alzandomi stupita dalla fossa con le ossa che sentono la carne stendersi nuovamente su di loro, con la carne che sente in sé di nuovo penetrare l’anima, io possa, in quel tremendo campo dove avrà inizio l’eterno, fissare il primo sguardo su di te, ritrovarti al mio fianco».

Programma dal 3 all’11 aprile 2021

Letture: Atti 10,34°.37-43 / Salmo 117 / Colossesi 3,1-4

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Parola del Signore

Cristo, nostra speranza

è risorto

VITA ECCLESIALE

Sabato 03 18.30 + Angela ed Ettore Mongardi, figli e nipoti
Domenica 04 10.30

18.30

+ Domenico e Nerina Potenza

+ Sangiorgi Tomaso e deff. della famiglia

+ Moroni Lorenzo

+ Francesco, Angelo e Giuseppina

+ Bufano Margherita

+ Felice, Gerardina e Alfonso

Gerardo, Caterina, Michele e Vito (viventi)

+ Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

Lunedì 05
Martedì 06 8.00 + Martini Emma
Mercoledì 07
Giovedì 08 18.30 Deff. fam. Amadei, Fabbri, Brandolini

+ Wanda

Venerdì 09
Sabato 10 18.30 + Iannozzi Gerardina
Domenica 11 10.30 Vivi e defunti fam. Dovadola e Ruffini e gli amici

+ Gagliardi Bruno e Resta Albertina

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Aprile 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 04

Pasqua di Risurrezione

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne

Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Lunedì 05 Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30

Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Martedì 06 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia
Mercoledì 07 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia
Giovedì 08 Ore 20.30 (S. Maria in Fabriago) : Adorazione Eucaristica di vicariato per le vocazioni

Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Venerdì 09 Ore 17.15 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Sabato 10 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia
Domenica 11

II dopo Pasqua

Della Divina Misericordia

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 15.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e

Coroncina della Divina Misericordia

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 28,8-15 Gv 20,11-18 Lc 24,13-35 Lc 24,35-48 Gv 21,1-14 Mc 16,9-15

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Vivere il Mistero- Questo gioioso annuncio risuona oggi nei nostri cuori e nelle nostre assemblee liturgiche. Davvero, la morte è stata vinta e la luce del Risorto ha inaugurato il giorno senza tramonto. Netta tasca di un giovane soldato, morto durante la seconda guerra mondiale, fu trovata una preghiera nella quale possiamo comprendere cosa significhi credere nella risurrezione pur dentro l’oscurità del male e della violenza: «Mi senti, mio Dio? Mai, durante la mia vita, io ti ho parlato, ma oggi voglio salutarti. Tu sai che dalla più tenera infanzia mi è stato detto che tu non esistevi… Oggi, improvvisamente, vedendo le profondità dell’immenso cielo, questo cielo stellato sopra di me, i miei occhi si sono aperti. Pieno di meraviglia, ho compreso la tua luce,.. ln fondo a questo terribile inferno, la luce è scaturita in me e ti ho visto. Non ti dirò niente di più, solo la gioia di conoscerti… non ho più paura della morte». Il racconto evangelico odierno si apre con l’immagine di Maria che si reca al sepolcro quando ancora è buio. Per Giovanni la tenebra ha un valore simbolico ed indica che Maria non crede che Gesù è risorto. Per lei è solamente morto. Difatti va al sepolcro senza aromi e profumi (cf Gv 12,7). Non ha fede nella vita, di cui il profumo è simbolo, come lo era a Betania, dopo che Lazzaro era stato riportato in vita. Ella visita il sepolcro, il luogo della morte, e vede che la pietra è stata rimossa. Da questo deduce che hanno portato via il Signore. Maria non solo piange la morte di Gesù ma anche la sua perdita definitiva: persino il corpo è stato sottratto. Ecco perciò giustificata la corsa dei due discepoli, Simon Pietro e ,«quello che Gesù amava». Giunge per primo il discepolo amato e nota i teli posati. È il primo particolare che lo colpisce. Aspetta Pietro ed entra dopo di lui nel sepolcro, dove intanto viene notato pure il sudario avvolto in un luogo a parte. Lini stesi e sudario a parte indicano chiaramente che Gesù non può essere stato trafugato. Il discepolo amato intuisce qualcosa: anche se assente e non si vede, il Signore è vivo. Questo discepolo è il prototipo di coloro che crederanno senza aver visto. L’evangelista chiude l’episodio notando che non avevano ancora compreso la Scrittura, non avevano cioè ancora compreso l’evento della risurrezione a partire dalla Parola di Dio. Comunque, [‘esperienza non è stata vana; abbiamo qui un passo importante verso la fede pasquale. Dal buio e dal pianto di una perdita totale (morte e trafugamento corpo), dopo la visita al sepolcro e dopo aver scorto alcuni segni (le bende giacenti e il sudario) abbiamo un primo albeggiare della fede. Non per nulla, Giovanni conclude dicendo che il discepolo amato ,«vide e credette», oppure, «vide e inizio a credere». Un passo ulteriore sarà compiuto da Maria. Dal Risorto sarà infatti chiamata per nome. È la voce del Signore che segna l’incontro e introduce nel mistero. Maria risponderà con l’appellativo «Rabbunì». Per Maria Gesù è vivo; è il maestro di prima, il nuovo Lazzaro tornato in vita. La morte certamente è stata superata, ma questo non significa ancora credere nella risurrezione. E se, a differenza del discepolo amato, vuole trattenere Gesù, da questi è fermata. Gesù fa capire a lei (e a noi) una cosa importante: la risurrezione è il ritorno al Padre; un ritorno alla vita nella sua pienezza definitiva. Colpisce, ma la pericope evangelica di questo giorno non presenta il Signore risorto. Ci si aspetterebbe magari una sua descrizione particolareggiata, un suo apparire sfolgorante e glorioso e invece di lui neppure l’ombra.

Programma dal 27 marzo al 4 aprile 2021

Letture: Isaia 50,4-7 / dal Salmo 21 / Filippesi 2,6-11

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Dal Vangelo secondo Marco (15,1-39) [forma breve]

Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Costrinsero a portare la croce di lui un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!

Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 27

18.00

+ Dovadola Ivano e Ruffini Armanda

Deff. fam. Asioli-Buttelli

+ Buscaroli Dante e cg. Venieri

Domenica 28

10.30

18.30

+ Rossella

50° di Matrimonio di : Gurioli Ferdinando

e Deserri Patrizia

Lunedì 29

18.30

+ Montesi Natale

Martedì 30

Mercoledì 31

18.30

+ Elena

Giovedì 01

20.15

+ Preda Maria Teresa

Per le Anime del purgatorio

Venerdì 02

Sabato 03

19.30

+ Angela ed Ettore Mongardi, figli e nipoti

Domenica 04

10.30

+ Domenico e Nerina Potenza

+ Sangiorgi Tomaso e deff. della famiglia

+ Moroni Lorenzo

+ Francesco, Angelo e Giuseppina

+ Bufano Margherita

18.30

+ Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

Le Confessioni della Settimana Santa

Lunedì 29 : Ore 20.30 – 21.30

Martedì 30 : Ore 10.30-12.00 20.30 – 21.30

Mercoledì 31 : Ore 10.30-12.00 20.30 – 21.30

Giovedì 01 : Ore 16.00-19.00

Venerdì 02 : Ore 10.00-12.00 16.00-17.00

Sabato 03: Ore 9.30-12.00 15.30-18.00

 

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.55 S. Rosario (17.25 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Anno : B

Marzo – Aprile 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 28

Le Palme

Giornata a favore dell’opera S. Teresa di Ravenna.

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 18.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Giovedì 01

Santo

Ore 20.15 (S. Paolo) : S. Messa Solenne “In Coena Domini”
Venerdì 02

Santo

Astinenza e Digiuno

Ore 15.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 20.15 (S. Paolo) : Celebrazione della “Passione del

Signore”

Sabato 03

Santo

Ore 9.30–12 e 15.30–18.00 (S. Paolo):Benedizione delle uova

Ore 19.30 (S. Paolo) : Veglia Pasquale

Domenica 04

Pasqua di Risurrezione

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.

2 – Domenica 28 torna l’ora legale ed anche l’orario delle celebrazioni pomeridiane viene posticipato di mezz’ora.

3 – Nelle domeniche 28 marzo e 4 aprile verrà celebrata una S. Messa anche alle ore 8.00

3 –Ad ogni S. Messa saranno consegnati e benedetti i rami di ulivo a chi lo desidera.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 12,1-11 Gv 13,21-33. 36-38 Mt 26314-25 Gv 13,1-15 Gv 18,1-19,42 Mc 16,1-7

Vivere il Mistero- Con la domenica delle Palme inizia la Settimana santa. Vi entriamo, con i rami di ulivo tra le mani, acclamando al Re della gloria che ha vinto il peccato e la morte. Oltre questo portico trionfate ci attende l’aspro cammino detta croce che attraversa il cenacolo, dove Gesù istituisce l’Eucaristia, il giardino del Getsemani, dove egli agonizza invocando il Padre, per giungere infine al Golgota, dove muore sulla croce come malfattore. Ma la Passione di Cristo si è compiuta il mattino di Pasqua, quando il seme caduto nella terra è germinato nella carne rifiorita del Signore risorto. Questo evento non è certo concluso, ma è vivo e vivificante. Cuore della liturgia della Parola di questa domenica è il racconto della Passione secondo Marco. Ma cosa intendiamo per «passione»? Com’è noto, «passione» deriva dal verbo «patior» che significa soffrire, patire, sopportare. Quando partiamo della Passione di Gesù generalmente intendiamo la sua sofferenza culminata nella morte. Ma il termine «passione» non si esaurisce qui, «Passions» può indicare anche un’emozione, un forte sentimento, persino un impegno (pensiamo al «fare con passione», che caratterizza talora il nostro vivere e operare). Nei Vangeli entrano entrambe le due sfumature. Gesù è morto vittima di una sentenza ingiusta tra sofferenze fisiche e morali indicibili. Ma i Vangeli ci dicono anche che la sua Passione non è stata una sorpresa, ma che è scaturita anche dal suo impegno, dalla sua «passione», appunto, per il Regno di Dio e per la sua giustizia. Quali sono le caratteristiche principali della Passione secondo Marco? 1 – Un racconto drammatico e incalzante. La narrazione di Marco è breve, essenziale, drammatica, senza pathos. Solo in due scene emergono r sentimenti di Gesù: nel Getsemani e sulla croce. Ma è sufficiente. 2 – I riferimenti alle Scritture. Marco rilegge la Passione alla luce della rivelazione biblica; non solo, se Marco non vuol far commuovere (non è la sua intenzione principale), vuole però far riflettere i suoi lettori. Come leggere e interpretare l’evento del Messia crocifisso? Come comprendere lo scandalo della croce dentro il piano della salvezza? Non c’è altra fonte se non quella della rivelazione. Questo ci fa capire un’altra cosa importante: i racconti della Passione non sono una narrazione cronachistica, ma teologica. 3 – La consapevolezza di Gesù. Gesù, protagonista principale, non è dominato dagli eventi ma è lui che li domina. Di più, egli sa cosa c’è alla fine: la risurrezione. ln questa fede beve l’amaro calice del tradimento, del rinnegamento, dell’incomprensione e della condanna infamante della croce. 4 – Lettori e partecipi. Infine, non si può leggere la Passione senza un coinvolgimento personale. Nota al riguardo E. Bianchi: «La Passione è davvero un testo che contiene innumerevoli energie di vita o di morte e il lettore deve essere avvertito che leggendola fa qualcosa di terribilmente grave e serio perché, lo si voglia o non lo si voglia, si espone al giudizio che lo fa o discepolo che aderisce al Signore o suo omicida. Non si può contemplare la Passione senza esserne coinvolti. Più che mai le parole dell’evangelista sono urgenti: “Il Lettore capisca!” (cf Mc 13,14)».

Programma dal 20 al 28 marzo 2021

Letture: Geremia 31,31-34 / dal Salmo 50 / Ebrei 5,7-9

Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Parola del Signore

 

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE

Sabato 20

18.00

+ Sangiorgi Tomaso

+ Faccani Alessandro e Stefano, Luisi Giovanni e Orlacchio Angelina

+ Ivo, Anna e Pietro Marri

Domenica 21

10.30

18.00

+ De Filippi Franco, Elide, Lucia e Gemma

Per la salute di Marianna (vivente)

Lunedì 22

18.00

+ Castelli Adriano

Martedì 23

8.00

+ Domenico, Giovanni e Bruno Rotta

Mercoledì 24

18.00

+ Dovadola Monica

Giovedì 25

18.00

Vivi e defunti delle famiglie Dovadola Ivano-Ruffini

Venerdì 26

20.15

+ Savorani Maria Annunziata

Sabato 27

18.00

+ Dovadola Ivano e Ruffini Armanda

Deff. fam. Asioli-Buttelli

+ Buscaroli Dante e cg. Venieri

Domenica 28

   

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Anno : B

Marzo 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 21

V di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 24

Ore 20.45 (in Rete) : 6° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio

Giovedì 25

Annunciazione del Signore

S. Messa ad orario feriale

Venerdì 26

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 6a Stazione Quaresimale

Domenica 28

Le Palme.

Giornata a favore dell’opera S. Teresa di Ravenna.

Ss. Messe alle ore 8.00 , 10.30 e 18.30

Ore 18.00 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.

2 – Domenica 28 torna l’ora legale ed anche l’orario delle celebrazioni pomeridiane viene posticipato di mezz’ora. Inoltre essendo la domenica delle Palme, verrà celebrata una S. Messa anche alle ore 8.00

3 –Ad ogni S. Messa saranno consegnati e benedetti i rami di ulivo a chi lo desidera.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Gv 8,1-11

Gv 8,21-30

Gv 8,31-42

Lc 1,26-38

Gv 10,31-42

Gv 11,45-56

Vivere il Mistero- Gesù sa che la sua ora è giunta; l’ora in cui darà la sua vita. Dobbiamo riconoscere che per ogni uomo, anche per Gesù, non è facile né immediato progettare la conclusione di un progetto e realizzarlo. Gesù, si trova tra l’obiettivo fissato e l’obiettivo ormai imminente da raggiungere. Tra questi due obiettivi c’è tutta la vasta gamma dei suoi sentimenti, delle sue emozioni e delle sue tentazioni. Umanamente sarebbe tentato di fuggire, come bene ci illustrano in particolare i Sinottici nei racconti della Passione. Per Giovanni, invece, Gesù liberamente dona se stesso, consapevole che la sua ora è giunta proprio per questo: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora». Il nostro brano è introdotto da un gruppo di greci (proseliti e timorati di Dio) che chiedono a Filippo di poter vedere Gesù. La loro presenza non è casuale. Bisogna ricordare che l’episodio precedente, quello della rianimazione di Lazzaro, aveva sconvolto tutti, in particolare le guide, e quanti ormai vedevano che tutti cominciano a seguire Gesù. I greci sono una parte di costoro. La reazione delle autorità è paradossale, perché di fronte all’ultimo grande segno di Gesù, la risurrezione di Lazzaro, vogliono ucciderlo. ln realtà, Giovanni ci avverte che la lotta, che attraversa tutto il IV Vangelo, tra colui che dà la vita e coloro che vogliono dare la morte (a chi sta dando la vita) sta ormai arrivando al culmine. La gerarchia religiosa, che detiene il potere, decide di sopprimere Gesù per mantenere il dominio totale acquisito attraverso la strumentalizzazione della Torah e del tempio, come pure attraverso lo sfruttamento della religiosità e della devozione della gente. Ma questo dominio sta lentamente cedendo sotto l’urto della novità di Gesù. I greci, comunque, vogliono vedere Gesù, ovvero desiderano conoscerne l’identità. Come risponde Gesù? Con una piccola parabola, quella del seme che cade nella terra e muore per poter dare frutto. Siamo giunti al termine del cammino quaresimale. Ora ci attendono i giorni oscuri e luminosi della Settimana santa, dove rivivremo la morte e la risurrezione di Gesù, la cui primizia ci è stata donata nel battesimo.

Nuovo Messale: Custode della fede della Chiesa di don Silvano Sirboni

[continuazione]

I contenuti della fede passano, prima di tutto, attraverso l’esperienza dei riti. Soltanto dopo vengono anche le affermazioni teologiche. Questo era lo stile patristico della mistagogia: la spiegazione aveva luogo dopo l’esperienza. «Secondo il metodo esemplare dei Padri della Chiesa l’esperienza del mistero passa attraverso il rito: per questo è necessario che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma comprendendolo bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente» (Messale 1983). Dalla consapevolezza che il deposito della fede passa attraverso il rito, la riforma liturgica del Vaticano II è stata molto attenta a distinguere ciò che è immutabile, perché di istituzione divina, da ciò che è suscettibile di cambiamento. S’è preoccupata che i riti nella loro chiarezza e semplicità possano manifestare e comunicare correttamente ed efficacemente il deposito della fede.

Semplificazione che non ha offuscato la dimensione sacrificale della messa. Anzi, la dimensione conviviale della messa riconduce più chiaramente a quell’ultima cena che il Signore ha comandato di fare come memoriale del suo sacrificio. Il mistero della reale presenza nei segni del pane e del vino non è oscurato, ma evidenziato quale vertice sostanziale e permanente, di una presenza che pervade tutta la celebrazione conviviale. [fine]

Programma dal 13 al 21 marzo 2021

Letture: 2 Cronache 36,14-16.19-23 / dal Salmo 136 / Efesini 2,4-10

Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»..
Parola del Signore

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE

Sabato 13 18.00 + Mazzotti Angelo e Sangiorgi Maria Luisa e deff. della famiglia, Capucci Armando
Domenica 14 10.30

18.00

+ Resta Albertina e Gagliardi Bruno

+ Ademara e deff. fam. Ghetti e Valenti

+ Adele Garelli, Tonina e Cilio

Lunedì 15 18.00 + Paolo e Sofia e Marangoni Maria
Martedì 16
Mercoledì 17
Giovedì 18 18.00 + Giorgio, Paolo e Antonia Cotroneo
Venerdì 19 20.15 + Alfonso, Alma, Maria e Peppino
Sabato 20 18.00 + Sangiorgi Tomaso

+ Faccani Alessandro e Stefano, Luisi Giovanni e Orlacchio Angelina

Domenica 21 10.30 + De Filippi Franco, Elide, Lucia e Gemma

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 14

IV di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 17 Ore 20.45 (in Rete) : 5° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Venerdì 19

S. Giuseppe

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 5a Stazione Quaresimale

Domenica 21

V di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia.

2 – Da ricordare la Novena di S. Giuseppe, tutti i giorni fino a Giovedì prima della celebrazione del S. Rosario pomeridiano.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 4,43-54 Gv 5,1-16 Gv 5,17-30 Gv 5,31-47 Lc 2,41-51a Gv 7,40-53

Vivere il Mistero- La quarta domenica di Quaresima ha una connotazione gioiosa; infatti, è denominata la domenica della gioia, «Laetare»: l’amore fedele e gratuito di Dio. Sulla fede insiste Giovanni. Per tre volte egli esorta a credere nel Figlio dell’uomo, legando la fede professata al dono della vita eterna e della salvezza. In sintesi possiamo dire che il Figlio dell’uomo è il Messia atteso, ma con una nota particolare: questo Messia sarà innalzato sulla croce, come il serpente di bronzo nel deserto fu innalzato sull’asta a guarigione del popolo. Giovanni raccoglie tre predizioni dell’innalzamento del Figlio dell’uomo. La fede in Cristo porta: 1- alla pienezza dì vita (vita eterna); 2- alla conoscenza della sua identità divina (Io sono); 3- ad essere potentemente attirati a Lui. Ma c’è un secondo invito, oltre che alla fede, ed è quello di «fare la verità». Giovanni intende che bisogna fare propria la rivelazione su Gesù, sottolineandone l’urgenza della fede in Lui, perché in lui il Padre ha manifestato il suo amore per tutta l’umanità. La fede altro non è che l’accoglienza di questo amore inaudito. Per alcuni esegeti, il dono per eccellenza di Dio fatto al mondo è l’incarnazione del Figlio. Donare, in questo orizzonte, significa perciò inviare. Per altri, donare ha come riferimento la croce. Ecco allora [‘immagine del serpente di bronzo, che indica l’elevazione di Cristo sulla croce. Altri ancora vedono nel dono di Dio l’intera esistenza storica di Gesù, che va dall’incarnazione all’esaltazione. Gesù, comunque, non è solo il dono che Dio ha fatto all’umanità, ma anche la pienezza dei suoi doni. La gioia nasce dall’esperienza viva e vivificante dell’amore di Dio, un amore che si è fatto storia (cf prima lettura); un amore che si è fatto grazia, ovvero puro dono gratuito (cf seconda lettura); un amore, infine, che ha avuto il suo vertice nell’innalzamento sulla croce del Figlio di Dio (cf Vangelo). «Credere nel Figlio crocifisso – scriveva Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia – significa credere che l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l’uomo, l’umanità e il mondo sono coinvolti». Ricordiamo che venerdì l9 marzo la Chiesa celebra la solennità di San Giuseppe sposo di Maria, la Madre di Gesù e patrono della Chiesa universale. Tutti siamo invitati ad unirci nell’onorare questo uomo giusto, generoso e fedele, partecipando alle assemblee liturgiche e in famiglia. Alla sua protezione affidiamo i papà in particolare con le loro famiglie.

Nuovo Messale: Custode della fede della Chiesa di don Silvano Sirboni

[]

La celebrazione dell’eucaristia, con la partecipazione al corpo e sangue di Cristo è il culmine dell’iniziazione cristiana, cioè si pone come conclusione dei tre sacramenti che fanno il cristiano. Non solo, ma essa, in quanto sacrificio di Cristo, è anche la fonte di tutti gli altri sacramenti; anzi è “il sacramento dei sacramenti”. Pertanto in essa non solo è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, ma essa è anche la sintesi di tutta la fede cattolica. L’eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede.

A causa di una certa deriva nozionistica della fede e della catechesi, in un recente passato, la nostra attenzione si è rivolta principalmente alle definizioni astratte, sottovalutando il fatto che la liturgia comunica quelle stesse verità non con definizioni verbali, ma attraverso il linguaggio incisivo dei riti e delle orazioni. Non si tratta di una novità; già nel secolo V Prospero d’Aquitania scriveva: «La Chiesa crede come prega». La liturgia è un elemento costitutivo della santa e vivente Tradizione.

È sintomatico che il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) per spiegare l’eucaristia, dopo aver fatto riferimento all’ultima cena, non prende l’avvio dalle definizioni dottrinali, ma dalla descrizione della celebrazione. La dottrina è contenuta nei riti; sempre che siano corretti. [continua]

Programma dal 6 al 14 marzo 2021

Letture: Esodo 20,1-17 / dal Salmo 18 / 1 Corinzi 1,22-25

Signore, tu hai parole di vita eterna.

Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-25)

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Parola del Signore

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

VITA ECCLESIALE

Sabato 06
Domenica 07 10.30 + Franco, Maria, Demo e Luigi

+ Amatulli Felice

+ Michele Gariglio

+ Maria e Giuseppe Cecchini

+ Enzo ed Edgardo Dalle Vacche e Martini Elisa

Lunedì 08 18.00 + Calandrino Giovanni Battista
Martedì 09 8.00 + Valli Maria
Mercoledì 10 18.00 + Pia Mazzetti (anniv.)
Giovedì 11 18.00 + Boni Giorgio
Venerdì 12
Sabato 13 18.00 + Mazzotti Angelo e Sangiorgi Maria Luisa e deff. della famiglia, Capucci Armando
Domenica 14 10.30 + Resta Albertina e Gagliardi Bruno

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Anno : B

Marzo 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 07

III di Quaresima

Raccolta Offerte secondo le intenzioni del vescovo.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 10 Ore 20.45 (in Rete) : 4° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Giovedì 11 Ore 20.30 (S.M. in Fabriago) : Adorazione Eucaristica di vicariato per le vocazioni
Venerdì 12

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 4a Stazione Quaresimale

Domenica 14

IV di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

2 – Le offerte raccolte in questa domenica III di Quaresima sono destinate secondo l’intenzione del Vescovo tramite la Caritas diocesana.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 4,24-30 Mt 18,21-35 Mt 5,17-19 Lc 11,14-23 Mc 12,28b-34 Lc 18,9-14

Vivere il Mistero- Il IV Vangelo nel brano proposto per la liturgia odierna ci parla di conversione. Gesù si presenta al tempio con in mano il flagello, non per scudisciare i peccatori ma coloro che ne detenevano la gestione, i cambiamonete e i venditori degli animali per i sacrifici. L’azione di Gesù è profetica e condanna senza appello il sistema economico del tempio, considerato a quei tempi la più grande banca del Medio Oriente. Ci soffermiamo sulla portata dell’affermazione di Gesù là dove dice: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Anzitutto notiamo che Giovanni colloca questo episodio (assieme a quello delle nozze di Cana) prima dell’inizio dell’attività pubblica di Gesù. I Sinottici, invece, lo collocano poco prima della Passione. Certamente Giovanni vuole darci una chiave di lettura per aiutarci a capire ciò che seguirà. Se le nozze di Cana sono un’immagine dell’incarnazione (l’unione delle due nature come unione sponsale, cara nella lettura patristica), la cacciata dei mercanti dal tempio evidenzia, invece, il mistero pasquale. Ne fa fede già la prima parola del racconto, che ci parla della Pasqua. Ma il culmine del racconto è nell’espressione sopra citata di Gesù. C’è da precisare, però, che Gesù non parla di tempio ma di santuario: “Distruggete questo santuario,.,”. Il tempio è tutto l’edificio, il santuario, invece, è la parte più interna, il Santo dei Santi dove si teneva l’arca dell’alleanza. Gesù si auto-identifica con il cuore stesso del tempio. Ciò significa che, nella nuova economia cultuale, non occorre più immolare animali per propiziarsi la benevolenza divina, ma l’umanità stessa di Gesù è il luogo ove incontrare Dio. Lo ribadisce Giovanni stesso quando, commentando la frase del Maestro, afferma: «Egli parlava del tempio del suo corpo». Il corpo di Gesù (la sua umanità) è la tenda che Dio ha posto tra di noi, la dimora dello Spirito, la gloria dell’invisibile Dio. Gesù è il cielo aperto sul mondo. Solo in lui si compie ogni propiziazione, ogni purificazione ed espiazione. Solo in Lui siamo in comunione con il Dio vivo e vero.

Nuovo Messale: L’Efficacia Pastorale di don Silvano Sirboni

[continuazione]

L’assemblea è la “materia prima” di ogni autentica celebrazione liturgica. Essa è più importante di tanti altri arredi che sono oggetto di esagerata attenzione. Non senza una profonda ragione è scritto che lo scopo dei riti di introduzione alla messa «è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’eucaristia».

Il rito sacramentale non è un semplice contenitore di una realtà altra. Il rito è il sacramento simile al corpo di Cristo. Se è vero che la salvezza del singolo non è legata ai sacramenti, è altrettanto vero che senza l’azione rituale non esiste il sacramento, ma soltanto la sua definizione astratta.

Il Messale romano si preoccupa che la celebrazione eucaristica costituisca un autentico incontro con il Cristo realmente presente nei segni sacramentali dell’assemblea, di chi la presiede, della parola proclamata e, in modo del tutto speciale, nei segni del pane e del vino. Le premesse del Messale romano affermano che «l’efficacia pastorale della celebrazione aumenta se i testi delle letture, delle orazioni e dei canti corrispondono il meglio possibile alle necessità, alla preparazione spirituale e alle capacità dei partecipanti».

Cristo si è veramente consegnato nelle nostre mani e ci domanderà conto di questa responsabilità, ciascuno secondo il proprio ruolo. [fine]

Programma dal 27 febbraio al 7 marzo 2021

Letture: Genesi 22,1-2.9a.10-13.15 / dal Salmo 115 / Romani 8,31b-34

Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore

Vivere il Mistero- II brano della trasfigurazione è noto. Noi vorremmo soffermarci solo su un dato cristologico centrale: la morte e la risurrezione di Gesù. Questi due aspetti vanno colti unitariamente, pena la riduzione di Gesù alla sola umanità sia pure eroica (la morte) o alla sola divinità lontana però dall’esperienza umana (la risurrezione). Non a caso, Marco anticipa la gloria del Tabor con il primo annuncio della Passione (cf Mc 8,31). È solo attraverso la via della croce quindi che si giunge alta fede pasquale. La proclamazione del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato” (Mc 9,7) ha così il suo parallelo significativo nella confessione del centurione ai piedi della croce: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». (Mc 15,39). Ma questo non è né semplice né immediato. Lo dimostra Pietro, che davanti alla luce del Cristo propone al Maestro di fare lì tre capanne, Nota Marco che «non sapeva infatti cosa dire» (Mc 9,6). È interessante rilevare che la medesima constatazione ritornerà tale e quale in Mc 14,40, quando Gesù è in agonia. Pietro non comprende la trasfigurazione di Gesù nella stessa misura in cui non comprenderà (assieme agli altri discepoli) la sua umiliazione al Getzemani. E allora, quale atteggiamento deve avere il discepolo davanti al Maestro? Come porsi di fronte alla sua morte e risurrezione? Ce lo indica la voce del Padre, il quale chiude la visione taborica con un forte invito: «ascoltatelo!». Perché proprio l’ascolto? Ma perché solo dall’ascolto nasce la fede; quella fede che permette di discernere il Cristo in Gesù, iI Figlio di Dio nel Crocifisso, il Giusto nell’annoverato tra i malfattori.

VITA ECCLESIALE

Sabato 27 18.00 + Dovadola Ivano (VI anniv.) e Ruffini Armanda

+ Pirazzini Giuliana e Baldassari Angelina

+ Lea e Anselmo

Domenica 28 10.30

18.00

+ Moroni Marcello

+ Montesi Natale

Lunedì 01
Martedì 02 8.00 + Montanari Dircea

+ Preda Maria Teresa

Mercoledì 03
Giovedì 04 18.00 + Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

+ Mario ed Enrica

+ Firmino e Adalgisa

Venerdì 05
Sabato 06
Domenica 07 10.30 + Franco, Maria, Demo e Luigi

+ Amatulli Felice

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Venerdì ore 20.15

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni (escl. Venerdì) ore 17.25 S. Rosario (16.55 quando c’è la Via Crucis)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Febbraio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 28

II di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Lunedì 01 Ore 20.00 (S. Paolo): Consiglio Pastorale Parrocchiale
Mercoledì 03 Ore 20.45 (in Rete) : 3° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio
Venerdì 05

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle 8.00)

Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 8.30 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.15 (S. Paolo) : 3a Stazione Quaresimale

Domenica 07

III di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2021 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

Si può fare anche rivolgendosi in sacrestia, oppure al “Punto Radio Maria” il venerdì o il sabato mattina.

Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 6,36-38 Mt 23,1-12 Mt 20,17-28 Lc 16,19-31 Mt 21,33-43.45-46 Lc 15,1-3.11-32

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Nuovo Messale: L’Efficacia Pastorale di don Silvano Sirboni

Nessun dubbio sul valore in sé di ogni azione liturgica in quanto azione di Cristo per mezzo della sua Chiesa. Valore che, talvolta, è stato esasperato e inteso dalla catechesi spicciola come se la sola e precisa esecuzione materiale del rito fosse sufficiente a ottenere, con piena efficacia, i frutti che il sacramento promette.

Non è sufficiente avere il proprio nome nel registro dei battesimi né osservare materialmente il precetto domenicale e festivo per essere veramente cristiani. I sacramenti non agiscono automaticamente e non sono solo in vista di una salvezza individuale, ma mirano a esprimere e a fare la Chiesa impegnando i fedeli a dar vita a una comunità. Pertanto, la riforma del Vaticano II ha introdotto nei libri liturgici il concetto di “efficacia pastorale”. Scopo della liturgia, infatti, è che «i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e l’autentica natura della Chiesa» (SC 2).

E soprattutto l’assemblea eucaristica che è chiamata a dare sacramentale visibilità a questo progetto: «La Chiesa riunita per la celebrazione dell’eucaristia […] è la Chiesa che ricapitola tutti gli altri elementi, tutte le altre finalità, tutte le altre sue funzioni e attività in quell’atto, e da quell’atto trae il suo essere più profondo e anche il modello più tipico e più caratterizzante della sua struttura» (G. Dossetti, Per, una Chiesa eucaristica).

L’assemblea è, quindi, sacramento della Chiesa in quanto la rende visibile come corpo di Cristo. Poiché i sacramenti sono chiamati a realizzare ciò che significano, non solo razionalmente, ma anche attraverso la loro concretezza rituale, siamo subito sollecitati a chiederci quale Chiesa esprimono e possono generare certe assemblee eucaristiche, soprattutto domenicali. Infatti, la costituzione conciliare giustifica la riforma dell’ ordo missae «affinché il sacrificio della messa raggiunga la piena efficacia pastorale anche attraverso la sua forma rituale» (SC 49). [continua]